Ancora proteste provenienti dal mondo del lavoro davanti gli Uffici della Prefettura. Questa volta non si tratta di extra comunitari ma di nostrani lavoratori licenziati: sei padri di famiglia che non hanno più lavoro.
Una situazione difficile da gestire, con tutte le rate che girano ogni mese, dal muto della casa quando va bene – se no c’è l’affitto – alla macchina, non senza considerare la normale sopravvivenza alimentare, i prossimi libri scolastici da comprare e tutto quello che ci vuole in una famiglia.
Rosolino Salvatore, Tocco Massimiliano, Guerriera Massimiliano, Scrofani Giuseppe, Li Volti Sebastiano e Vacante Francesco, tutti e sei di Lentini, lavoravano all’I.S.I.. Rosolino Salvatore, oltre ad essere metalmeccanico nella ditta di Gianfranco Lino, era anche rappresentante sindacale della UIL, così a garanzia dell’imparzialità, è stato licenziato pure lui.
L’I.S.I. è una società che costruisce fusti metallici per rifiuti ad Augusta, in contrada Bergellino (dietro gli stabilimenti della Esso); 20 impiegati e assunzioni a tempo determinato per i periodi di maggior lavoro. Ma di quei venti, sei, cifra che rappresenta il 30% del personale addetto, hanno ricevuto il foglio di via dal lavoro con la motivazione che le commesse non sono sufficienti a far fronte agli stipendi e che l’azienda non è più in attivo..
Ma non la pensano così i Segretari Provinciali di categoria Faranda UILM, Catinella e Recano FIOM e Randazzo FIM, che hanno manifestato oggi, insieme ai lavoratori davanti la Prefettura, chiedendo di essere ricevuti dal Prefetto. I rappresentanti provinciali dei lavoratori metalmeccanici contestano le difficoltà economiche dell’azienda e i licenziamenti sono solo una manovra da parte della proprietà di “alleggerirsi” dai contratti a tempo indeterminato.
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