“L’attività di pesca nelle acque interne, nata nell’antichità come mezzo per soddisfare le esigenze alimentari dell’uomo, si è trasformata col passare degli anni in una vera e propria attività sportiva. Contestualmente, per compensare il crescente prelievo di pesci dagli ambienti naturali, è stata avviata attraverso la pescicoltura e il ripopolamento un’intensa attività di intervento avente per oggetto proprio le acque interne”.
Questa la dichiarazione del presidente del Consiglio provinciale di Siracusa, Michele Mangiafico, che è intervenuto sull’argomento per sottolineare come allo stato attuale l’esercizio della pesca nelle acque interne necessiti di un’adeguata regolamentazione, così come avvenuto in Provincia di Ragusa.
Lì infatti, secondo quanto riferisce Mangiafico, il 10 agosto del 2009 è stato approvato un regolamento che permette di chiarire ogni aspetto funzionale alla tutela e alla valorizzazione dell’ambiente “anche perché sulle politiche di ripopolamento emergono spesso indirizzi diversi”, commenta il presidente dell’assise provinciale.
“Proprio con queste premesse – prosegue Mangiafico – indirizzai nel mese di ottobre (prot. 52992 del 6/10/09), richiamandomi ai principi dell’art. 19 dello statuto del nostro ente e fornendo copia di questo regolamento adottato da Ragusa, gli uffici della Provincia di Siracusa e l’assessore al ramo a predisporre uno strumento analogo, peraltro con la facilità legata al fatto di avere a disposizione una copia di quello aggiornato e da poco adottato dalla provincia limitrofa. Da allora, sono trascorsi quattro mesi in cui si sono accumulati solo inutili ritardi, mentre l’attività di pesca sportiva prosegue partecipata da centinaia e centinaia di appassionati, come documenta la foto allegata, scattata in occasione di una recente manifestazione nella zona sud della provincia”.
“Mi auguro quindi che non si perda ancora tempo – conclude il presidente nella sua nota – dopo i buoni risultati che erano emersi con la carta ittica prodotta già dall’ex assessore Galletta nel 2005, che costituì un primo passo quale strumento tecnico per la programmazione e la gestione dei popolamenti ittici. Adesso, va fatto un passo avanti – come ha già ben dimostrato Ragusa – attraverso il relativo regolamento a tutela della fauna ittica”.
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