Siracusa è 104esima nella classifica della qualità della vita redatta dal Sole24Ore che fotografa il benessere nei territori. Nella top 10 trionfa il Nord-Est mentre le grandi città, al netto di Bologna (9ª), scendono di diverse posizioni: Milano è 12ª, Firenze 36ª e Roma al 59° posto. Il Sud rimane fanalino di coda, con Reggio Calabria in maglia nera, ma ci sono segnali positivi.
“Anche la 35ma edizione di Qualità della Vita, la storica indagine de Il Sole 24 Ore che misura la vivibilità delle 107 province italiane, colloca Siracusa ancora in fondo alla classifica. Occupiamo – dichiara il presidente dell’Osservatorio Civico Salvo Sorbello – uno degli ultimi posti della graduatoria: siamo infatti 104mi, senza migliorare la già pessima posizione dello scorso anno, lontanissimi da risultati accettabili. Ragusa è 81ma, Catania 83ma, Trapani 85ma. La graduatoria stilata da Il Sole 24 Ore è probabilmente la più attendibile: si basa su ben 90 indicatori statistici (misurazioni oggettive certificate da fonti autorevoli). Ci chiediamo, continuando a tenerci fuori come Osservatorio Civico da ogni polemica partitica, cosa si attenda ancora per prendere seriamente in esame e risolvere le fragilità del nostro territorio, colmare le lacune, accendere i riflettori sulle cose che non vanno e che potrebbero essere migliorate”.
“A che serve interrogarci retoricamente sul perchè i nostri giovani preferiscono andare via – prosegue Sorbello – se non prendiamo in esame tutti i problemi che incidono in maniera negativa sul benessere economico e sociale del nostro territorio? Siamo al 103mo posto per Ricchezza e consumi (al 105mo per depositi bancari delle famiglie consumatrici, al penultimo posto per pagamento delle fatture commerciali ai fornitori entro la scadenza), siamo al terzultimo posto anche nella graduatoria Affari e lavoro (ultimi in Italia per imprese in fallimento), 77mi per demografia ma 104mi per speranza di vita alla nascita e 105mi per mortalità evitabile, mentre abbiamo il primato italiano per età media al parto: 31 anni. Per Ambiente e servizi siamo collocati al 104mo , per Giustizia e sicurezza al 73mo, per Cultura e tempo liberi al 91mo, per Qualità della vita delle donne al 98mo (per speranza di vita delle donne siamo 105mo posto in Italia). Sant’Agostino – sottolinea Salvo Sorbello – scrisse: “La speranza ha due bellissimi figli: lo sdegno e il coraggio. Lo Sdegno per come stanno andando le cose e il Coraggio per cambiarle”. Prendiamoci quindi carico di una situazione difficile, complicata, penalizzante, non rassegniamoci, non facciamo ancora finta di nulla e cerchiamo invece di risollevarci.”
“Siracusa – conclude Sorbello – non può continuare a vivere sulle spalle del suo passato glorioso; fino a qualche decennio fa era invidiata in tutto il Meridione, è conosciuta in tutto il mondo e continua a farci sognare per quello che era. Lo sforzo comune deve essere quello di sognare (da svegli) per il suo presente, al momento assai modesto, e per il suo futuro, speriamo meno incerto di quanto appaia ora”.
La top 10 vede una predominanza delle province del Nord Est, con Trentino Alto Adige, Lombardia e Veneto tra le Regioni più presenti: Monza e Brianza (4ª) tallona il podio, seguita dall’altra lombarda, Cremona (5ª). Segue Udine, vincitrice dell’edizione 2023 e che, nel complesso, ha registrato performance positive anche quest’anno.
Tra le prime dieci spiccano anche Verona e Vicenza, attigue a livello geografico e anche in classifica, rispettivamente al 7° e all’8° posto. Proprio Verona, insieme alla già citata Cremona e ad Ascoli Piceno – 10ª, nonché vincitrice per la prima volta, della classifica di tappa dedicata a «Giustizia e sicurezza» – rappresenta la new entry di una top 10 che spicca soprattutto per l’assenza delle grandi aree metropolitane che negli ultimi anni hanno sempre avuto il ruolo di teste di serie nell’indagine del Sole 24 Ore.
L’unica presente, quest’anno, è Bologna: con all’attivo cinque medaglie d’oro in 35 edizioni, la città metropolitana emiliana si ferma al 9° posto, in calo di sette posizioni rispetto al 2023, quando si era attestata al secondo posto.
A rimanere immutata rispetto agli anni passati è la marcata concentrazione delle province del Mezzogiorno nella parte bassa della classifica: la maglia nera, quest’anno, è Reggio Calabria, ultima tra le ultime.
Dalla posizione 83 del ranking in poi, infatti, è una sfilata di territori del Sud: città metropolitane come Catania (83ª), Messina (91ª), Palermo (100ª) e Napoli (106ª), ma anche realtà decisamente meno urbanizzate come il Sud Sardegna (93ª), le province di Enna (97ª) e Cosenza (102ª). Tra i peggiori piazzamenti dei territori del Nord, invece, si segnalano due province liguri: Imperia (79°), preceduta da Savona (69ª).
Se dalla fotografia il Mezzogiorno sembra un malato cronico, alcuni dati evidenziano però un cambio di marcia: il trend del Pil pro capite che premia Palermo, Caltanissetta e Nuoro; il valore tendenziale delle presenze turistiche, con Isernia, Frosinone ed Enna a registrare i valori più elevati.
L’aumento dell’attrattività sul piano economico, si accompagna a una maggiore accessibilità sul fronte dell’affitto o acquisto di immobili e a una minore inflazione, creando condizioni potenzialmente favorevoli per il futuro.
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