Si parte dalle radice greche per fare un percorso metafisico fino alla follia del protagonista e alle scelte politiche all’interno della tragedia. Questo, in sintesi, il filo conduttore dell’Aiace di Sofocle dal 10 maggio al teatro Greco di Siracusa, per la regia di Luca Micheletti nella traduzione di Walter Lapini. Micheletti, oltre a dirigere lo spettacolo interpreterà il ruolo di Aiace, mentre Diana Manea sarà Tecmessa e Tommaso Cardarelli sarà Teucro, rispettivamente concubina e fratello del protagonista.
“Tecmessa è una donna forte – dice l’attrice Diana Manea – che a un certo punto mette in piazza degli aspetti molti privati e si trova a dover chiedere aiuto agli uomini in un mondo tutto al maschile”.
Gli argomenti della tragedia sono, come sempre, molti profondi e attuali: la vergogna, la paura, la follia, l’occhio sociale, il destino.
Aiace è un guerriero “senza macchia e senza paura” che, dopo quello che lui percepisce come uno sgarbo, perde il lume della ragione. Nel momento in cui recupera la lucidità decide di togliersi la vita. Sarà compito della sua concubina cercare di dissuaderlo, ma non ci riuscirà. Sarà compito suo, ma anche del fratello di Aiace, Teucro, capire come tenere viva la memoria del protagonista dopo la sua morte. “Nello spettacolo c’è un prima e un dopo Aiace”, spiega l’attore Tommaso Cardarelli che sottolinea il risvolto politico intrinseco nel suo personaggio, e in particolare in questa versione di Teucro.
Grande importanza avranno le musiche di Giovanni Sollima per il coro. Il testo di Sofocle sarà messo in scena al Teatro Greco di Siracusa per la quarta volta dopo gli allestimenti del 1939, 1988 e 2010.
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