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Reti colabrodo a Siracusa, il sindaco Italia interviene su Sky Tg24: “il Governo non ci concede di accedere al Pnrr”

Durante la trasmissione si è parlato delle reti colabrodo e Siracusa, come evidenziato dall'ultimo rapporto Istat ha una dispersione della risorsa idrica pari al 67,6%

Il sindaco di Siracusa, Francesco Italia, è intervenuto oggi pomeriggio su Sky Tg24 durante la trasmissione “Timeline” condotta dalla giornalista Stefania Pinna sul tema della dispersione della risorsa idrica. Già ieri il noto telegiornale aveva parlato di come le nostre infrastrutture idriche fossero un “colabrodo”. A Siracusa, infatti, secondo l’ultimo report Istat, si registra una perdita di risorse idriche pari al 67,6%. In sintesi l’acqua negli invasi in Sicilia e a Siracusa c’è ed è addirittura il 17% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Nessuna emergenza idrica per la regione che, da sempre e più di ogni altra, soffre per la mancanza d’acqua. Quest’anno però, le abbondanti piogge hanno fatto riempire gli invasi come mai prima d’ora. Peccato che la rete idrica siciliana sia un colabrodo e che oltre il 50% dell’acqua immessa nelle tubature vado di fatto persa. Secondo le ultime stime del report dell’Istat sulle infrastrutture idriche in Italia, a Siracusa, come detto, si disperde il 67% dell’acqua immessa nella rete. Segue Messina con il 52% e poi Catania con il 51 per finire a Palermo con una perdita stimata del 42 per cento. Ma spesso, come nel caso del capoluogo siciliano, non si parla di tutte perdite reali. Un buon 15%, infatti, è da attribuire ai furti d’acqua e agli allacci abusivi alla rete idrica.

E l’argomento è stato affrontato nuovamente oggi pomeriggio con il primo cittadino di Siracusa in diretta, insieme con Gianfranco Becciu, docente del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale del Politecnico di Milano. Proprio Becciu ha dato il via alla discussione affermando come in tutto il Paese in realtà non c’è una vera e propria emergenza idrica, nel senso che l’Italia è una nazione “ricca” di risorse idriche, ma che il vero problema sia quello delle infrastrutture e delle scarsa manutenzione. “Siamo arrivati tardi – ha detto il docente – a capire che gli acquedotti si devono gestire e manutenere, sottostimando sempre il problema perchè in Italia non c’è mai stata una vera e propria emergenza acqua“.

Successivamente ha preso parola il primo cittadino di Siracusa, il quale ha ricordato come la città potrà beneficiare di un finanziamento da 5 milioni di euro per il rifacimento di una piccola parte della nostra condotta idrica (più volte dichiarata “vetusta” da Italia), ma che per ridurre le perdite idriche sarebbero necessari investimenti ben più corposi. La soluzione al problema o a parte del problema potrebbe venire dal Pnrr, ma come ha fatto notare il sindaco, i bandi predisposti dal Ministero, non prevedono – così come accade invece con la gestione del ciclo dei rifiuti – la possibilità dei comuni di partecipare “in proprio”. Il tutto è infatti legato all’esistenza degli Ati. E a Siracusa ancora 3 comuni devono approvarne lo statuto, cosa che fino a oggi ha impedito la partecipazione a ogni tipo di bando del Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Il Comune – ha spiegato Italia – ha quindi la possibilità di fare gare di respiro corto in attesa che gli Ati maturino. Si parla di gare che vanno da 1 a 3 anni al massimo e che di conseguenza non possono prevedere grossi investimenti per condotte di grande vetustà e che necessiterebbero di investimenti più ampi per ridurre le perdite idriche. Nel settore dei rifiuti il Governo ha consentito ai comuni in forma singola o associata di presentare dei progetti per ricevere risorse del Pnrr, optando per una strategia diversa nel settore idrico. Nelle scorse settimane insieme con altri presidenti dell’Ati abbiamo scritto una lettera al Governo per chiedere una non disparità di trattamento e attendiamo ancora risposta. Rivolgo quindi un appello affinché si possa valutare la situazione di territori che non potranno contenere le perdite idriche e ammodernare il sistema perché si è tenuta una linea diversa tra il sistema dei rifiuti e quello idrico.”

 

 


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