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“Riaprire le linee di credito a Lukoil o acquisire le raffinerie di Priolo trattando la vendita con la proprietà”: le proposte del sindaco Gianni

Il greggio proveniente dalla Russia è la principale fonte di approvvigionamento delle raffinerie Lukoil che sono il cuore pulsante del Petrolchimico

Riaprire le linee di credito a Lukoil o acquisire le raffinerie di Priolo trattando la vendita con la proprietà. Sono le proposte del sindaco di Priolo, Pippo Gianni, preoccupato per gli scenari catastrofici per il Petrolchimico di Siracusa a causa della decisione dell’Ue di imporre l’embargo alle importazioni di petrolio dalla Russia. In ballo “c’è il destino economico non solo di una provincia e quello di 7.500 lavoratori”, tra diretto e indotto. Il greggio proveniente dalla Russia è la principale fonte di approvvigionamento delle raffinerie Lukoil che sono il cuore pulsante del Petrolchimico. “Lo avevo detto nelle settimane scorse che sarebbe scattato un embargo sulle importazioni di petrolio russo, tale da pregiudicare la produzione delle raffinerie Lukoil, con conseguenze drammatiche sotto l’aspetto economico e occupazionale. E puntualmente è arrivato“, dice ad Agi Pippo Gianni.

“È curioso che alcuni Paesi – aggiunge il sindaco di Priolo – come l’Ungheria e la Bulgaria abbiamo avuto delle deroghe, mentre il nostro Paese no“. Pippo Gianni chiede al governo di pianificare una strategia per evitare il tracollo del petrolchimico: “Dobbiamo iniziare a programmare il futuro che avrà inizio non appena entreranno in vigore le sanzioni. Chiedo, da tempo – ribadisce ad Agi – la convocazione, da parte del governo nazionale di un incontro tra sindaci e forze sociali per pianificare una strategia“.

Gianni indica alcune soluzioni per salvare la zona industriale, su cui pende la scure dell’embargo: “Innanzitutto è indispensabile che il governo provveda a dissuadere le banche a sbloccare le linee di credito in favore della Lukoil, che necessita di risorse per portare avanti la sua attività produttiva. Questa situazione di paralisi si riverbera anche sulle aziende che lavorano con Lukoil. In ogni caso, se persiste tale atteggiamento non occorrerà aspettare sei mesi, la fine delle raffinerie avverrà molto prima”.

L’altra ipotesi è che l’esecutivo nazionale “tratti l’acquisizione delle raffinerie della Lukoil, magari d’accordo con la stessa proprietà, che ricordo essere svizzera nonostante abbia una partecipazione russa, o, nelle more, di assumerne la gestione in modo da non far morire la produzione. A quel punto, si potrebbe acquistare petrolio da altri Paesi”. In merito a possibili reazioni della Russia per l’acquisizione delle raffinerie Lukoil, il sindaco di Priolo argomenta: “Putin ha nazionalizzato le aziende straniere che sono in Russia. Se ci sono da un lato la guerra, che avremmo preferito evitare, e dall’altro l’embargo, è indispensabile prepararsi, adottando azioni preventive”. 


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