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Rifondazione Comunista e ManifestA sul rischio chiusura Lukoil: “occorre uno sciopero generale che coinvolga l’intera provincia di Siracusa”

Azienda a rischio chiusura per via dell'embargo sul greggio proveniente dalla Russia e per le sanzioni imposte da Nato e Unione Europea

Rifondazione Comunista e ManifestA ribadiscono la più assoluta solidarietà a tutta la classe lavoratrice dello stabilimento Lukoil di Siracusa, ora più che mai a rischio chiusura per via dell’embargo sul greggio proveniente dalla Russia e per le sanzioni imposte da Nato e Unione Europea.

“Proprio come nei giorni precedenti – dicono Simona Suriano, deputato nazionale e portavoce ManifestA e Francesco Pasqua e Alessandra Cappello, segretari provinciali Prc Siracusa – anche stamattina abbiamo partecipato all’assemblea indetta dalla Cgil non solo per scongiurare la perdita di lavoro che porterebbe sul lastrico circa 10.000 famiglie ma anche per ribadire il nostro disappunto rispetto al governo Draghi, fautore di una politica subalterna e attendista che finora ha nicchiato rispetto ai problemi innescati dalla crisi in corso. Ricordiamo che in ballo c’è più di un miliardo di euro, la tenuta dell’economia locale siracusana e il rischio di un effetto domino che si ripercuoterebbe inevitabilmente sull’economia di tutta la Sicilia, ragion per cui è necessaria un’azione concreta, risolutiva e lungimirante che tenga insieme la salvaguardia dei posti di lavoro e il rispetto per l’ambiente e la salute di chi in questo territorio ci lavora e ci vive. Nell’immediato chiediamo alle forze sindacali e sociali, alle istituzioni locali e, in generale, alla cittadinanza di tutto il comprensorio di Siracusa di sostenere la mobilitazione dei lavoratori Lukoil per arrivare ad uno sciopero generale e una protesta collettiva che coinvolga l’intera Provincia. In gioco non c’è solo la sorte dello stabilimento Lukoil e l’unico modo per spingere il Governo ad un’assunzione delle proprie responsabilità è allargare il fronte a tutti i cittadini e a tutte le forze produttive, affinché si prendano dei provvedimenti risolutivi che non escludano nemmeno la ripubblicizzazione dell’azienda. Sono anni che discutiamo su temi quali la riconversione, la bonifica, la sicurezza sul lavoro, l’economia circolare. Non possiamo più permetterci di perdere altro tempo in chiacchiere futili (o utili solo sotto campagna elettorale). Il futuro inizia oggi”.


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