Riceviamo e pubblichiamo integralmente una nota di Arianna Ambrogio, coordinatrice gruppo di lavoro “Urbanistica” del Partito democratico e dei consiglieri comunali del Pd Massimo Milazzo, Angelo Greco e Sara Zappulla.
“Mercoledì 15 maggio, nella suggestiva monumentale Sala Ipostila del Castello Maniace, ha avuto luogo l’evento “Città in Scena”, nell’ambito del Festival della Rigenerazione Urbana, che si propone di valorizzare e rendere note le migliori esperienze progettuali diffuse nelle città italiane, attraverso un percorso articolato in quattro diverse tappe sull’intero territorio nazionale fino al grande evento conclusivo che si svolgerà a Roma il prossimo dicembre.
Siracusa ha ospitato il secondo appuntamento del Festival, con un focus dedicato esclusivamente ai progetti delle città siciliane, che ha avuto il pregio di offrire una panoramica di alcune tra le più importanti esperienze progettuali condotte negli ultimi anni in Sicilia, inserite oggi in buona parte all’interno della programmazione del PNRR. Tra le realizzazioni in corso: l’interessante esperienza del ricollocamento degli abitanti delle baraccopoli di Messina in alloggi del centro storico acquisiti dal Comune, con la conseguente riqualificazione urbana e ambientale delle aree finalmente sgombrate dai vergognosi insediamenti risalenti a oltre un secolo fa; il riuso dell’ex Scalo Merci di Ragusa con l’intervento “Metroferrovia”; la riqualificazione del Lungomare di Vittoria; il progetto di recupero del Rione Cappuccinelli a Trapani; la rifunzionalizzazione del quartiere Matrice a Caltagirone; il restauro e la valorizzazione del Parco Paternò del Toscano a Sant’Agata Li Battiati (CT); il progetto di rinaturalizzazione delle Salinelle ai piedi dell’Etna; il restauro dell’ex Area Lolli per la realizzazione del nuovo campus universitario della Lumsa a Palermo; per finire con il recupero e la rifunzionalizzazione del Molo Trapeizoidale di Palermo, unica opera ad oggi completata, da parte dell’Autorità Portuale della Sicilia Occidentale. Tutte le proposte sono state illustrate dai tecnici o dai sindaci stessi delle rispettive amministrazioni con l’ausilio di filmati e immagini.
Siracusa, in qualità di città padrona di casa, ha avuto uno spazio più ampio per raccontare le principali esperienze progettuali in corso, tra cui la rifunzionalizzazione (con adeguamento sismico e riqualificazione energetica) dell’ex Albergo Scuola, a cura dell’IACP. Abbiamo appreso che nell’edificio riqualificato saranno ospitati 38 alloggi, di cui 15 ad uso delle Forze dell’Ordine, mentre i rimanenti saranno destinati a disabili e nuclei di famiglie disagiate; al piano rialzato saranno allocate attività commerciali e servizi socio-sanitari. In concerto con il Comune, la Sovrintendenza e il Gruppo FS, sarà realizzato un Terminal Bus, che si connetterà all’altra area da riqualificarsi, quella della Stazione Ferroviaria, direttamente ad opera del Gruppo FS, denominata “Porta della Città”. A seguire, il sindaco Italia ha parlato di “metamorfosi urbana”, annoverando i marciapiedi di Viale Tisia, la sistemazione di via Piave, il parco lineare di via Agatocle, ancora in corso di realizzazione, e il progetto dell’area dello Sbarcadero di Santa Lucia, quest’ultimo illustrato con grande pathos ed enfasi, grazie ad un video rendering, che chiunque può vedere sul sito di un’agenzia immobiliare locale.
Tra i progetti citati, va rimarcato l’intervento dell’arch. Alini, docente della Facoltà di Architettura di Catania presso la sede di Siracusa, che riprende una ricerca di qualche anno fa, finanziata da ANCE, denominata “Il Regno del Possibile – Un approccio green di rigenerazione urbana”, sulla tematica della riqualificazione dell’area sud della città fino al parco Ciane Saline. A completare questa carrellata, “ciliegina sulla torta”, il progetto delle Nuove Fabbriche Spero, che su un totale di circa 15.000 mq di nuove costruzioni (centro congressi 1.549 mq, residence convegnisti, ristoranti e spa 6.182 mq, residenze 5.297 mq, altre attività commerciali 1.225 mq), richiede una concessione di area demaniale pari a 11.285 mq. e di specchio acqueo pari a mq.129.915, per la realizzazione di un porto turistico.
Al margine del racconto dei fatti, si impongono alcune considerazioni, sia di carattere generale, che sulla nostra città in particolare.
Se escludiamo l’esperienza del Museo a Cielo Aperto di Librino, nella periferia di Catania, raccontata con passione da Antonio Presti, creatore del percorso d’arte contemporanea “Fiumara d’Arte”, nessuno degli interventi presentati si configura come “rigenerazione urbana”. Lo ha spiegato bene Carmelo Nigrelli, professore e preside della Facoltà di Architettura di Siracusa, quando li ha definiti “strategie d’intervento sulla città”, nel solco della tradizione ormai pluridecennale della riqualificazione di spazi urbani. La rigenerazione urbana presuppone il “protagonismo della comunità”, e dei vari attori che la compongono, “deve essere capace di innescare un effetto domino sul resto della città e sul territorio anche in tempi lunghi”, e soprattutto deve avere l’ambizione di agire in funzione del riequilibrio delle disuguaglianze.
Ieri a Castello Maniace, abbiamo visto molti progetti interessanti, e anche di buona qualità, ma per nessuno di questi ci è stato raccontato un concreto percorso di coinvolgimento della collettività. Il “coinvolgimento della comunità nel processo decisionale della pianificazione urbana, attraverso consultazioni pubbliche, incontri informativi e strumenti di partecipazione online” è uno dei punti chiave del mandato dell’azione amministrativa dell’attuale giunta comunale, enunciata all’interno del Documento Unico di Programmazione (Missione 8 – Programma 8.1 Urbanistica e Assetto del territorio), attualmente in vigore.
Non ci risulta che alcuno dei progetti citati per la città di Siracusa, e illustrati ieri dal primo cittadino, sia stato concepito attraverso quel processo di coinvolgimento della comunità, indispensabile per seminare cittadinanza, per restituire dignità ai luoghi e alle persone che li animano.
Come pure non ci risulta che nessuno strumento informativo o di partecipazione sia stato messo in moto per i nuovi progetti concepiti più recentemente dall’amministrazione (vedi tra tutti l’Archeoparco Urbano nel quartiere Tiche, già in fase di appalto). Durante l’evento tutti i progetti presentati erano a cura delle amministrazioni pubbliche (comunale, autorità portuale, IACP). Ci è sembrato quanto meno fuori luogo, in un contesto caratterizzato esclusivamente da opere pubbliche, la presentazione di un progetto privato, come quello delle Nuove Fabbriche Spero. Siamo convinti, infatti, che le scelte strategiche e la regia del governo del territorio debbano essere pubbliche, e contemperare, all’interno di un quadro di norme e regole chiare e trasparenti, le legittime aspirazioni delle imprese private. Il progetto delle Nuove Fabbriche Spero ci lascia perplessi, trattandosi di un’iniziativa a carattere privato, che per essere realizzata nella sua interezza, richiede la concessione di una grandissima estensione di spazi pubblici (terreno demaniale e mare). Ci chiediamo, anche in questo caso, come sia possibile che la città non venga informata adeguatamente di una trasformazione urbana così complessa e impattante, che prevede la realizzazione di cubature rilevanti da destinarsi ad uso residenziale, turistico e commerciale.
Ci chiediamo anche se gli strumenti urbanistici in vigore, compreso il Piano Paesaggistico (cui il PRG vigente non è mai stato adeguato), possano permettere la realizzazione di un’opera simile, che cancella senza lasciarne traccia un’importante area urbana, ormai storicizzata, di archeologia industriale. Siamo consapevoli che la riqualificazione della zona sud di Siracusa, che comprende l’intero arco costiero con il suo entroterra (Riserva Ciane Saline, via Elorina, Viale Ermocrate, Parco Archeologico, Ginnasio Romano, area ex Idroscalo, area Spero) rappresenti una straordinaria opportunità per il futuro della città, ma ciò deve avvenire all’interno di una visione strategica complessiva e “partecipata”, in grado di coniugare la conservazione e la valorizzazione dei beni comuni, archeologici, architettonici e paesaggistici, con le istanze di sviluppo socio-economico”.
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