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Scorci Di Bellezza: Palazzo Beneventano del Bosco

Sono passati appena sette giorni ma è sembrata un’eternità. Alle 17.30, contenta come una bimba, prendo la mia macchina e attraverso la città fino ad arrivare in Ortigia.

Il mio amico J. mi aspetta, puntualissimo, lì dove ci eravamo lasciati la settimana prima. Passeggiamo un po’ per Piazza Duomo e immancabilmente ci sediamo per… il “rito del caffè”.

Ad un certo punto non riesco a trattenere la mia curiosità e gli chiedo quale sia la prossima tappa.

J. sorride – conosce bene la mia incontenibile curiosità – e poi in silenzio si allontana dal tavolo facendomi cenno di seguirlo.

Capisco immediatamente che si tratta di Palazzo Beneventano del Bosco.
J. mi dice che è stato costruito su commissione della famiglia Arezzo e che in seguito è stata anche sede della Commenda dell’Ordine dei Cavalieri di Malta, fondata a Siracusa dal nobile Pietro Borgia nella prima metà del XVII.

 

(Foto Sublimius)

Il palazzo nel 1778 era stato acquistato dalla famiglia Beneventano e, l’impianto quattrocentesco originario, ristrutturato fra il 1779 e il 1788 da Luciano Alì.
Il sistema architettonico del prospetto converge sul movimento del portale che continua nel balcone centrale, decorato da uno stemma, fino a culminare in un timpano.

L’epigrafe, al di sotto dello stemma, ricorda la visita del Re Ferdinando di Borbone, il quale, il 25 aprile 1806 dimorò a palazzo (qui è stato ospite anche Orazio Nelson nel 1798 quando passò da Siracusa per fare rifornimento prima della battaglia di Abukir).

(Foto Sublimius®)

Attraverso un vestibolo dalla volta decorata con uno stucco, che rappresenta il Belisario che chiede l’elemosina, si accede al primo cortile.

 

(Foto Sublimius®)

L’effetto di profondità aumenta, grazie alla distribuzione delle proporzioni dello scalone centrale e dei due fornici (aperture) laterali che aumentano l’effetto scenografico e volumetrico. In alto, sculture a mezzobusto scrutano i visitatori.
La pavimentazione del cortile è un esempio unico in Ortigia: un bellissimo acciottolato bianco e nero.

 

(Foto Sublimius®)

I due piccoli vestiboli che fiancheggiano lo scalone centrale immettono nel secondo cortile, nel quale spiccano la fontanella pensile e la balaustra fiorita traforata del terrazzino. All’interno si puo’ apprezzare la cappella con il pavimento in ceramica policroma.

Alla grazia rococò dell’edificio, corrisponde la ricchezza dei decori interni alla cui realizzazione hanno collaborato maestri provenienti da tutta l’isola: il marmorario catanese Ferlito, il palermitano Lombardo per gli stucchi, e l’artista palermitano Ermenegildo Martorana per la decorazione pittorica (1797).

Purtroppo non possiamo entrare e vedere l’interno, così mi accontento di guardare la bellezza della parte esterna. Rimango incantata a osservare il cortile, si respira un’aria particolare, sembra un luogo estraneo a tutto ciò che accade al di là del vestibolo che lo unisce alla Piazza del Duomo.

Quando J. mi dice che è ora di andare mi accorgo di avere ancora tante domande da porgli.

Purtroppo J. non adora le domande.

In effetti, si era fatto tardi e alla fine decidiamo di continuare il nostro viaggio nel passato un altro giorno. Ringrazio J., il quale mi dice che per il prossimo incontro ha pronta una sorpresa. Speravo mi accennasse qualcosa, ma si diverte a tenermi sulle spine, così torno alla macchina sorridente, ancora più incuriosita.
E va bene, non mi rimane che aspettare venerdì prossimo.
 

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