“Sorprende e amareggia che un assessore esperto come Enzo Pantano, anziché cogliere il senso costruttivo delle mie parole, scelga di liquidare un invito al confronto come “populismo”. Un’accusa non solo infondata, ma profondamente irrispettosa nei confronti di chi – come me – ha sempre votato con lealtà e responsabilità ogni provvedimento dell’Amministrazione, anche quelli più complessi. La mia coerenza dimostra che non c’è alcun intento di strumentalizzazione, ma solo la volontà di contribuire – con onestà – a correggere rotta dove necessario”. Continua il botta e risposta tra il consigliere comunale Matteo Melfi e l’assessore Enzo Pantano, dopo le critiche del weekend e la risposta piccata del componente della Giunta.
“Lealtà non significa tacere. Al contrario, chi condivide un progetto politico ha il dovere di segnalare le criticità, nella speranza che vengano accolte come occasioni di miglioramento. E invece, troppo spesso, assistiamo a un atteggiamento chiuso e autoreferenziale da parte dell’assessore Pantano, che si picca per una critica ma non si assume mai la responsabilità di un approccio che esclude, ignora e impone. Come se fosse depositario unico della verità, dimenticando che la politica è confronto, dialogo, partecipazione – aggiunge Melfi -. Il caso di via Cavallari è emblematico: annunciata una sperimentazione a doppio senso, non è stata mai realizzata. La strada è rimasta chiusa prima, per poi essere definitivamente interdetta senza alcuna reale condivisione con il Consiglio comunale e con chi – come i consiglieri di maggioranza – ha sempre dimostrato grande senso di responsabilità, votando tutti i provvedimenti con la fiducia che, al di là degli atti ufficiali, ci fosse anche spazio per il confronto umano e politico. Così non è stato. E come via Cavallari, tante altre decisioni su mobilità e viabilità sono state prese in solitudine, senza consultare né coinvolgere chi è parte attiva della stessa maggioranza. Siracusa vive una crisi viaria senza precedenti, con interi quartieri paralizzati, code interminabili e cittadini esasperati. Eppure, davanti a tutto questo, chi amministra risponde con arroganza, accusando chi denuncia il problema di voler “fare spettacolo”. È inaccettabile. I problemi non si risolvono con slogan o rivendicazioni autocelebrative, ma con l’ascolto e con l’umiltà. Se questo non è il momento di fermarsi, ascoltare e cambiare approccio, allora quando? Siracusa ha bisogno di soluzioni, non di scontri personali. E ha bisogno di amministratori che sappiano accogliere le critiche come opportunità, non come offese”.
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