Un luogo di cultura, ma soprattutto un luogo di ricordi per tantissime generazioni di siracusani. Sono ormai passati 20 anni da quando lo storico liceo Tommaso Gargallo di Ortigia ha chiuso i battenti, ma nonostante ciò l’affetto per quella struttura è rimasto immutato. Lo storico edificio risale alla metà del 1600 e inizialmente ospitava la sede dell’oratorio della congregazione di San Filippo Neri. Solo qualche anno dopo l’unità d’Italia, più precisamente nel 1865, l’immobile con un Regio decreto divenne la sede del liceo classico e sempre con un Regio decreto dell’anno successivo venne stabilita l’intitolazione a Tommaso Gargallo, celebre poeta siracusano e uno dei più importanti traduttori di Orazio a cavallo tra ‘700 e ‘800.
Tra gli aneddoti dei primi anni di vita dell’istituto vanno ricordate le frasi utilizzate e rimaste in uso nel dialetto siracusano, dall’insegnante di latino, il parroco Raffaele Musumeci, il quale, riferendosi agli alunni che si evidenziavano per la loro scarsa attitudine allo studio, li definiva “maxima bestia” oppure in maniera più tenue “bestia calzata e vestita”.
L’istituto Gargallo negli anni è stato anche oggetto di importanti donazioni da parte di privati cittadini e tra queste si segnala quella di un allo illustre siracusano, lo scienziato Alessandro Rizza, che donò all’istituto 166 uccelli imbalsamati tra i quali alcuni oggi considerati rari poiché di specie estinte. In occasione della visita a Siracusa del Re Vittorio Emanuele III avvenuta nel 1927, il preside del Gargallo, Ferdinando Santoro, ricevette un encomio a conferma degli importanti traguardi educativi raggiunti, visto che l’istituto veniva riconosciuto come uno dei migliori licei del Paese.
Dentro quelle classi e attraverso quei corridoi negli anni sono passati migliaia di studenti, molti dei quali negli anni successivi e negli ambiti più svariati hanno scritto la storia della città. Almeno fino al 5 febbraio 2005, ultimo giorno di lezione nella sede in Ortigia. Ma per far comprendere meglio cosa fosse il liceo Gargallo (senza nulla togliere all’attuale istituto, ma solo per rispolverare un album dei ricordi e celebrare tratti del nostro passato), abbiamo chiesto ad alcuni ex studenti di raccontarci i propri ricordi.
L’ex assessore comunale, Alessandro Spadaro, gargallino negli anni scolastici che vanno dal 1985/85 al 1990/91 parla di “ricordi indelebili di un periodo vissuto intensamente. Ogni angolo, ogni corridoio, ogni aula rievoca in chi lo ha frequentato un sentimento di nostalgia e di amarezza. Ma lo spirito del “Gargallo” è sempre presente in tutti coloro che lo hanno vissuto e frequentato ed è stato tramandato anche alle generazioni di studenti che non lo hanno vissuto nella sede storica. Posso affermare, infatti, senza temere smentite, che il senso di orgogliosa appartenenza all’Istituzione scolastica e culturale che ha rappresentato e rappresenta il Liceo “T. Gargallo” nei secoli è forte ed è sentita anche negli studenti di oggi. Certo, oggi a differenza del nostro percorso, non entreranno a scuola leggendo i versi di Dante da un lato “lasciate ogni speranza o voi che entrate”, che profetizzavano una sorta di inferno, per poi indurci alla riflessione, dall’altro, che “fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtude e canoscenza”… Grazie Gargallo”.
Nell’Anno scolastico 2004/05, rappresentante di Istituto del Gargallo e coordinatore dell’Uds provinciale di allora era Alessandro Vasquez, oggi segretario della Filcams di Siracusa che racconta dal suo punto di vista quella che fu una conquista del movimento studentesco e il grande dispiacere per il non adempimento puntuale da parte degli enti che dovevano rivalorizzare quell’edificio.
“Ricordo perfettamente quegli ultimi giorni che abbiamo vissuto all’interno del Gargallo, da figlio di docente prima e da studente poi, conoscevo qualsiasi angolo di quel luogo fantastico che ha caratterizzato le adolescenze di migliaia di siracusani. Nel febbraio 2005, eravamo poco più di 400 studenti e si dovette procedere con urgenza al trasferimento dei locali, anche in seguito alle nostre azioni di protesta e alla non conformità dei locali della succursale di via delle Vergini. Si respirava un’aria di curiosità, verso il nuovo edificio che doveva accoglierci in viale dei Comuni, plesso che sebbene provvisorio, rappresentava l’idea di una struttura senz’altro più idonea alle richieste pervenute dagli studenti stessi. Il dispiacere più grande tuttavia per noi, fu quello di apprendere poi puntualmente dei continui interventi disattesi da parte degli enti. Eravamo increduli per quello che finalmente avevamo ottenuto e anche per la consapevolezza che quelle mura non avrebbero più avvolto le nostre vite. Quel cortile, luogo delle ricreazioni, delle assemblee, ma anche delle occupazioni volte a rivendicare luoghi più salubri e idonei per gli studenti, ha rappresentato per me una palestra di vita, di confronto, di rispetto e di scambio di idee. Il giorno dopo quel glorioso istituto aveva semplicemente trasferito l’indirizzo, perché il vanto era la sua classe docente, la sua capacità di creare legami e saperi che riuscivano ad andare oltre la carta stampata del libro da studiare.”
Tra i tanti ex studenti c’è anche Fabio Granata, già deputato regionale, nazionale e vice presidente della commissione parlamentare antimafia. “Sono passati 20 anni da quando suonava l’ultima campanella del Liceo Classico Tommaso Gargallo e le voci allegre di ragazze e ragazzi di allora si chiudevano alle spalle quello storico cancello. Vi sono passati, come docenti o come alunni, illustri personaggi della storia politica ed intellettuale locale e nazionale. Un luogo dell’anima che è stato lo scenario romantico e formativo della mia giovinezza e di quella di tante generazioni.”
Nel 2015 il Fai, Fondo per l’Ambiente Italiano, in occasione delle Giornate di Primavera, era riuscito ad aprire al pubblico una porzione dell’istituto per due giorni. E tra i tanti visitatori c’era anche Granata che con occhio critico valutò lo stato dei lavori di ristrutturazione, presentando con il circolo Archeoclub, una formale denuncia che da lì a poco, portò al sequestro dell’immobile da parte dell’autorità giudiziaria.
“Per questo, dopo il buio e il degrado di “lavori” incomprensibili e devastanti, insieme con l’Amministrazione Comunale – dice ancora Granata che oggi ricopre il ruolo di assessore ai Beni Culturali del Comune di Siracusa -, abbiamo avviato un complesso lavoro di rigenerazione che ha portato al pieno recupero e alla riapertura dello storico Cortile e dell’intero piano Terra, nuovamente scenario di tante attività espositive e culturali. Il Gargallo sarà presto nuova e prestigiosa sede della Biblioteca Centrale e si lavora al recupero degli altri due piani per i quali sono già state individuate le risorse e si sta lavorando alla definizione dei progetti. Si restituirà così alla città, dopo il Teatro Comunale, uno dei suoi “tasselli” di Identità più importanti, coltivando il sogno di far tornare anche parziali e simboliche attività scolastiche in quelle storiche Mura. Si va avanti.”
Anche il senatore del Partito Democratico, Antonio Nicita, ha frequentato il liceo classico in Ortigia tra il 1981 e il 1986, ricordando come fondamentali per la propria crescita, personale e professionale quegli anni, “non solo perché lì ho trovato una classe fantastica e, dentro la classe, una moglie fantastica. Ma anche perché ho incontrato docenti straordinari, fatto viaggi indimenticabili (Mosca nel 1984), tanto teatro e anche il rappresentante d’Istituto. Avevamo una classe con un balcone sul mare e per molto tempo per me Siracusa è stata il ricordo di quel balcone.”
L’ultimo ricordo appartiene a Stefano Di Stefano, genitore di un’alunna dell’allora IIB (anno scolastico 2004/05) che ha anche realizzato un video di circa 15 minuti (clicca qui) proprio per lasciare un ricordo indelebile sulla storia della struttura. “Quel giorno si è chiusa una pagina della storia cittadina ma oltre quelle mura si cela intatto l’affetto di quanti lo hanno frequentato – ha ricordato Di Stefano -: purtroppo gli svellimenti e le modifiche strutturali intervenute, non lo rendono più riconoscibile tant’è che nel 2015, in una delle giornate di primavera, il Fai si interessò alla sua riapertura dando così alla cittadinanza la possibilità di prenderne atto”.
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