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Siracusa, al DiviNazione Expo i detenuti interpretano l’Icaro di Pirandello

Questa versione di "Icaro" è una fusione di lingua italiana e siciliana

A Siracusa va in ‘scena’ l’inclusione sociale. Ieri sera nell’ambito del Divinazione Expo si è tenuto lo spettacolo ‘Icaro’ realizzato dalla Libera Compagnia del Teatro per Sognare.

A rendere questo evento speciale è stata la partecipazione di detenuti-attori di media sicurezza maschile che hanno condiviso il palcoscenico con professionisti come Eugenio Mastrandrea e Paride Benassai e di un gruppo di comparse provenienti dalla Sicilia.

Questa versione di “Icaro” è una fusione di lingua italiana e siciliana, un teatro musicale che risuona con le voci dei classici greci, ma che si immerge profondamente nell’essenza umana contemporanea.

NOTE DI REGIA

Icaro vola via dal labirinto. Icaro sfida le convenzioni e la gravità. Icaro abbraccia il cielo contro ogni ragionevole dubbio. E’ “Icaro”, tragedia scritta e messa in scena da Stefano Pirandello nel 1941, il testo scelto per accompagnare gli attori della “Libera Compagnia del Teatro per Sognare” nella stagione di Tindari 2024, dopo “Contrada Luna” del 2023 e “Storie da Liolà” nel 2022, oggi come evento speciale del G7 Italia – Expo 24 – Divinamente. Un testo mai rappresentato finora in Italia, ma solo in Spagna e che ho recuperato, grazie allo studio di Sara Zappulla Muscarà, in una raccolta pubblicata per Bompiani nel 2004.

La mia rivisitazione è una riduzione da tre atti a un atto unico, arricchita con cunti in siciliano, scritti insieme a Paride Benassai. I versi e la prosa che si alternano nel testo originale di Stefano Pirandello, già nei primi del Novecento erano pensati con l’accompagnamento musicale. Così, sono stati messi in scena da me a Tindari con musiche popolari che diventano parte stessa della drammaturgia e oggi, qui a Siracusa con una versione originale creata appositamente per il G7. Lingua italiana e siciliana si mescolano in un teatro musicale che parla il linguaggio dei classici greci, penetrando allo stesso tempo nell’essenza umana contemporanea.

Ancora una volta e con un immane sforzo organizzativo seguito minuziosamente dall’ideatrice e direttore artistico di tutto il progetto, Daniela Ursino, che mettendo ogni volta in moto una grande macchina fa convergere con partecipazione consapevole, istituzioni e associazioni del territorio, della nostra Sicilia, così un gruppo di detenuti-attori condivide il palcoscenico con professionisti della scena, studentesse universitarie e delle signore di Siracusa, Messina e Patti, come figuranti per un’opera epica e popolare, che abbraccia le realtà di una Terra affascinante dai tanti contrasti che si apre ai valori dei grandi classici. Anche tutti noi, come Icaro, abbiamo deciso di spiccare un volo ardito, che vuole guardare oltre tutti gli ostacoli. Una Compagnia sui generis, un testo impegnativo, un teatro all’italiana per raccontare le storie di oggi, una vicenda con un triste epilogo. Eppure, è questo il senso profondo del fare teatro, dell’essere registi, attori, e ancor prima cittadini e uomini e donne. Icaro è un uomo ambizioso, metafora di tutte quelle anime che coltivano il desiderio feroce di uscire a tutti i costi dalle trappole, fisiche e mentali, che la vita ci mette dinanzi. Al di là degli errori, delle fragilità, delle mostruosità del nostro mondo, ci sono un paio d’ali e il sole da raggiungere. Ci sono storie contrastate di padri e figli. Icaro e Dedalo. Luigi e Stefano Pirandello. Ci sono catene che ci imprigionano fuori e dentro noi stessi. C’è il desiderio di riscatto e di raggiungere il cielo. C’è l’inevitabile straripamento delle passioni, l’eccesso degli istinti, la mancanza di controllo razionale. E talvolta ci sono tante incognite e conseguenze non calcolate. E laddove il corpo precipita, i cancelli si chiudono alle spalle, sopraggiunge il dramma della reclusione e della perdita della stessa vita, arriva l’Arte a salvarci. L’arte ci salva sempre. Anche dentro un labirinto. Anche senza ali artificiose. Basta un sottilissimo filo. E ci regala il respiro della libertà!

In scena accanto a me e alla “Libera Compagnia del Teatro per Sognare” dei detenuti-attori di media sicurezza maschile, ci sono protagonisti della scena cinematografica, televisiva e teatrale italiana e statunitense che hanno accettato la sfida di Icaro senza ali di riserva: Eugenio Mastrandrea e Paride Benassai in primis, assieme a Giuseppe Spicuglia (anche regista collaboratore e autore di scene e luci), Lorenza Denaro, la “Compagnia Il Cuore di Argante” di Noto. E ancora, i musicisti Antonio Vasta (coautore delle musiche), Manfredi Tumminello e Pino Ricosta, con la compagnia di “Liberi di Essere Liberi” delle studentesse dell’Università degli Studi di Messina, le ballerine del Balletto di Mariangela Bonanno insieme ad Alice Rella, il ballerino Daniele Sciarrone e un affiatato gruppo di figuranti residenti presenti sempre in scena da tre edizioni a Tindari e a Siracusa anche i fanciulli della suola dell’Inda e alcuni fanciulli della città.

“Sei caduto, direte voi. Ma ho volato, ripeterò io”.


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