Ultime news

Siracusa, bar all’ex piazza d’Armi. La Soprintendenza ordina la “reintegrazione delle opere abusive”. Il privato preannuncia ricorso al Tar

La Procura ha avviato le indagini affidate alla Polizia giudiziaria, disposto l’acquisizione di tutti gli atti in mano a Demanio, Comune e Sovrintendenza e affidato l'incarico di una consulenza tecnica a un ingegnere

Non è un colpo di scena, soprattutto dopo le parole dell’assessore regionale ai Beni culturali Sebastiano Tusa, ma è un dato importante anche per la velocità con cui arriva e la fermezza: la Soprintendenza ha ordinato alla società che gestisce l’ex piazza d’Armi del castello Maniace “la reintegrazione delle opere abusivamente eseguite” con la presentazione di un progetto da sottoporre all’ente entro due mesi.

L’assessore Tusa lo aveva anticipato: piattaforma in cemento non contemplata nel progetto iniziale, struttura più alta del previsto di 47 centimetri. Il soprintendente ad interim Calogero Rizzuto (in un documento firmato anche dalla responsabile della sezione 3 Fulvia Greco, che in realtà difese il progetto durante l’incontro voluto dal sindaco Francesco Italia all’Urban center qualche mese fa…) sottolinea le difformità riscontrate: realizzazione del basamento per l’ancoraggio della sovrastruttura in difformità dal progetto approvato (opera realizzata in cemento armato invece del posizionamento di zavorre prefabbricate) e incremento dell’altezza complessiva della struttura rispetto al progetto approvato con particolare riferimento alla quota massima della copertura. Quindi, in questo caso, un vero e proprio errore progettuale considerato che il bancone bar non ha certo bisogno di tutta questa altezza.  Nessun cenno invece allo sconfinamento nel demanio marittimo, di competenza dell’assessorato territorio e ambiente.


Secondo Salvo Salerno (Quartieri fuori dal Comune), che ha studiato la vicenda in lungo e in largo dal punto di vista amministrativo, questa decisione dovrebbe comportare a cascata l’invalidazione degli atti comunali, la caducazione dell’autorizzazione dipartimentale Beni culturali all’Agenzia del Demanio e conseguentemente la decadenza dalla concessione.

“L’intervento della Soprintendenza per sanzionare le irregolarità del progetto del Maniace e imporre la rimozione delle opere abusive segna una prima vittoria per chi ha chiesto rispetto per il nostro patrimonio storico e artistico – le parole della parlamentare Stefania Prestigiacomo – Da due mesi sosteniamo che quella specie di astronave metallica che ingombra il piazzale è abusiva, oltre che esteticamente insostenibile. Da due mesi chiediamo al Comune in primo luogo di agire per far cessare un abuso, una situazione di illegalità, un oltraggio a Ortigia. Il Comune fino ad oggi è stato sordo, per fortuna dalla Soprintendenza è giunto l’auspicato ravvedimento operoso. Confidiamo sia il primo passo verso una rimozione totale e definitiva del manufatto e verso il ripristino della legalità e della bellezza nella piazza”.

Bocche cucite in questo momento dalla società Senza Confine, da cui emerge solo la certezza di voler presentare ricorso al Tar con tanto di richiesta di sospensiva del provvedimento. Il privato, per legge, ha 30 giorni per presentare ricorso gerarchico e 60 giorni per depositare quello al Tar.

Intanto si è mossa anche la Procura della Repubblica, che vuole vederci chiaro: il procuratore aggiunto Fabio Scavone ha avviato le indagini affidate alla Polizia giudiziaria, disposto l’acquisizione di tutti gli atti in mano a Demanio, Comune e Sovrintendenza e affidato l’incarico di una consulenza tecnica a un ingegnere.


© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni
Stampa Articolo


© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni