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Siracusa, caos all’hub vaccinale. Italia Viva critica la gestione di Asp e Comune: “correre ai ripari, adottare un metodo che funzioni”

Non posso quindi che chiedere all’Asp ed al Comune di Siracusa se davvero ritengono di poter invogliare o addirittura convincere i cittadini a vaccinarsi, se farlo vuol dire trascorrere ore nel caos e nell’incertezza di come e quando si riuscirà ad ottenere la somministrazione del vaccino

“Da cittadina, oltre che da coordinatrice di Italia Viva, non posso che denunciare la situazione di caos che regna all’Hub vaccinale di Siracusa. Non posso quindi che chiedere all’Asp ed al Comune di Siracusa se davvero ritengono di poter invogliare o addirittura convincere i cittadini a vaccinarsi, se farlo vuol dire trascorrere ore nel caos e nell’incertezza di come e quando si riuscirà ad ottenere la somministrazione del vaccino. Chi, magari ritenendosi più tutelato, sceglie questa struttura, infatti, è ormai costretto ad un calvario”. A parlare è Alessandra Furnari, coordinatrice provinciale Italia Viva.

“All’interno tutto scorre liscio, tra l’accettazione e la somministrazione è tutto molto rapido ed organizzato, ma prima di riuscire a mettere piede all’interno della struttura è un dramma – aggiunge – In piedi per ore al freddo, anche chi in piedi ha difficoltà a stare; un assembramento di persone che non prevede alcuna distinzione o controllo tra chi ha una regolare prenotazione e chi no, così come non prevede distinzione di orari; tutto si risolve in un’unica grande ammucchiata. Con la diffusione della variante omicron caratterizzata dall’altissimo tasso di contagiosità è davvero impensabile che possa essere autorizzata, da chi dovrebbe tutelarci, una situazione del genere. È impossibile accettare che a un anno dall’inizio della campagna vaccinale la situazione peggiori invece che migliorare. I pochi volontari rimasti provano a fare quel che possono cercando di gestire la situazione, consegnano i moduli da compilare, cercano di recuperare qualche sedia per gli anziani o per chi comunque ha evidenti difficoltà a stare in piedi, ma non sanno fornire risposte precise perché come riferiscono “qui le idee le cambiano da un momento all’altro”. Nell’arco della sola mattinata di oggi le indicazioni, infatti, sono mutate innumerevoli volte. Prima alternanza prenotati e non prenotati (a numero chiuso), poi è stato chiesto a chi aveva prenotazione per orario successivo alle 11 di andare via, ma senza controllare che effettivamente ciò avvenisse; successivamente, preso atto del grave ritardo in corso e del fatto che tutti i prenotati della mattinata erano ancora lì ammassati, è stato annunciato che 3 blocchi da 40 ciascuno dei prenotati avrebbero avuto precedenza; le lamentele dei non prenotati erano troppo accese ed allora un nuovo “cambio”: ogni 40 prenotati la possibilità di entrare anche per 5 non prenotati. Passa il tempo, tutto è fermo, ed allora si cambia di nuovo: i non prenotati avranno una corsia preferenziale nel pomeriggio, ma intanto devono andare via, per la mattinata (che è intanto è giunta quasi al termine) solo prenotati. Ma quali prenotati? Quelli di oggi, quelli di ieri e pure dell’altro ieri, basta che non siano di domani. Si resta fermi per ore in attesa, si resta fermi per ore con gli occhi sgranati perché, se ti distrai, c’è sempre qualcuno che passa avanti, c’è sempre “qualcuno”accompagnato ad occhi bassi da qualcun altro, che può entrare prima, senza fila e persino di lato. Ci vuole molta convinzione per resistere e non abbandonare quella fila incerta che non sai se ti consentirà di raggiungere l’obiettivo. L’obiettivo comune però dovrebbe essere quello di invogliare la popolazione a vaccinarsi, l’obiettivo minimo dovrebbe essere consentire a chi è già convinto di vaccinarsi di poterlo fare in modo sicuro ed agevole. Tutto ciò invece non accade e fermo restando il ringraziamento al personale amministrativo e sanitario, oltre che ai volontari, chi ha in mano la gestione della struttura dovrebbe veramente correre ai ripari e adottare un metodo, che sia uno e che funzioni”. 


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