La conferenza “Caravaggio e dintorni”, tenuta da Elio Tocco, già professore di Storia e Filosofia, è stata un sortilegio di bellezza, una vivificante lezione di storia e arte culminata con l’assegnazione allo stesso relatore della cittadinanza culturale di villa Reimann.
All’inizio dell’incontro, svoltosi appunto nella predetta villa, e organizzato dal Consorzio universitario “Archimede” nonché dall’Associazione “Christiane Reimann”, con il patrocinio del Comune, Elio Tocco ha descritto il contesto culturale e storico in cui esplose il talento di Michelangelo Merisi. Siamo nel ‘500, periodo di transizione tra il Rinascimento – che aveva esaltato l’armonia, la bellezza ideale e la prospettiva scientifica e di cui si fece interprete Raffaello – e il Barocco, incentratosi, invece, sul dramma, sulla teatralità, sul movimento e di cui Caravaggio fu uno dei primi esponenti dell’universo pittorico.
In tale periodo, fu compiuto, per mano dei lanzichenecchi a servizio dell’imperatore, Carlo V, il sacco di Roma; a causa della conquista di Bisanzio da parte dell’Impero ottomano, i bizantini fuggirono, apportando linfa vitale all’Italia; la Repubblica di Venezia è una grandissima potenza. Elio Tocco ha sottolineato la natura tormentata di Caravaggio, che tentava invano di fuggire da sé stesso, di cui la colorazione nera delle sue opere, inizialmente creata come mero contrasto della luce, successivamente ne divenne l’emblema. Un pittore iracondo in cui germogliava frequentemente il seme della violenza e che, comunque, in vita, fu apprezzato e tutelato dai poteri forti, come quello della Chiesa, a differenza di Van Gogh, il cui genio creativo fu osannato – eccetto che dal fratello – soltanto dopo la sua morte.
Un Michelangelo Merisi che con Michelangelo Buonarroti condivideva non una parentela artistica, ma emotiva: l’universo di titani sofferenti impresso sulla tela dal secondo funse, infatti, da esempio per il primo. I due, tra l’altro, seppure a cinquant’anni di distanza l’uno dall’altro, si misurarono su due uguali tematiche: la crocifissione di S. Pietro e la conversione di S. Paolo.
Tra i numerosi quadri illustrati da Elio Tocco, con il supporto delle letture recitate di Lucia Corsale e Simone Giallongo, hanno figurato: “L’incredulità di S. Tommaso”, in cui l’intera realtà è un tic tac nei quattro volti, nei loro terrigeni corpi; “Amor Vincit Omnia” in cui il soggetto – che rappresenta Amore come un giovane Cupido – non è il ragazzino con improbabili ali d’Eros, ma la luce con cui Caravaggio dipinge un poema di vita; “Il seppellimento di Santa Lucia” frutto della sua disperata fuga da Malta e dell’approdo a Siracusa e con cui dipinse il suo destino. A tal proposito, è stato annunciato lo svolgimento – a ridosso del giorno in cui si festeggia Santa Lucia, ossia del 13 dicembre – di un sorteggio di un quadro evocativo del “Seppellimento di Santa Lucia” di cui l’artista, Seby Lo Bello, ha già tracciato lo schizzo ed il cui ricavato sarà destinato al restauro di una consolle del ‘700 posta al piano terra della Villa’.
A conclusione della conferenza è stata conferita a Elio Tocco la cittadinanza culturale di villa Reimann, per la varietà di argomenti trattati in più occasioni. “È mezzanotte, messer Caravaggio, il tuo giorno sta finendo e tu lo hai ben inteso e l’angelo non ti potrà salvare. Un singhiozzo di bellezza in un pianto ormai disperato”.
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