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Siracusa, caro carburante. Il benzinaio: “Non scaricate la colpa su di noi, facciamo già fatica a sopravvivere”

L'appello di Giuseppe Largante, benzinaio e consiglio direttivo di Confcommercio: "La gente se la prende con noi - dice - ci accusa di essere rapinatori, ma noi cerchiamo di fare di tutto per rimanere in piedi. Ci vorrebbe un intervento dal Governo sulle accise."

Ancora emergenza caro carburante. Un fatto grave per chi si reca alla pompa di benzina e per chi vende senza piombo e gasolio. I nervi tra le due parti sono spesso a fior di pelle perchè ciascuno ha le proprie ragioni e lo scontro verbale è ogni giorno dietro l’angolo. A raccontarlo ai microfoni di SiracusaNews è Giuseppe Largante, benzinaio e componente del consiglio direttivo di Confcommercio: “La gente se la prende con noi – dice – ci accusa di essere rapinatori, ma noi cerchiamo di fare di tutto per rimanere in piedi. Ci vorrebbe un intervento dal Governo sulle accise.”

Secondo i dati aggiornati alle 8 di mercoledì 23 e diffusi dal Mise, che raccoglie tramite il suo Osservatorio le tariffe nazionali comunicate dai gestori, il prezzo medio nazionale della benzina in modalità self service è salito a 1,859 euro al litro (martedì 1,855), con i diversi marchi compresi tra 1,857 e 1,885 euro al litro e a 1,838 per i distributori senza logo.

Il costo medio del diesel distribuito con il self service cresce a 1,733 euro al litro (martedì a 1,729) con le compagnie con prezzi da un minimo di 1,730 a 1,747 euro al litro e 1,718 euro per le pompe di benzina senza insegne.

Il prezzo medio della benzina in modalità servito, invece, è di 1,992 euro al litro (martedì 1,989) con le compagnie che applicano prezzi medi tra 1,932 e 2,086 euro/litro (no logo 1,885).

Per quanto riguarda il diesel al servito aumenta a 1,870 euro/litro (martedì 1,867) con i distributori delle compagnie che espongono prezzi tra 1,810 e 1,950 euro/litro (no logo 1,765).

I prezzi praticati del Gpl vanno da 0,820 a 0,836 euro/litro (no logo 0,812). Infine, il prezzo medio del metano auto risulta in salita e si posiziona tra 1,745 e 1,860 (no logo 1,754).

Dopo più di quarantotto ore di sciopero e disagi, gli autotrasportatori siciliani ieri pomeriggio hanno sospeso i blocchi stradali e preso l’impegno a riportare la situazione alla normalità, ma è solo una tregua.

Stamane al PalaRegione di Catania, alle 9.30, riparte il tavolo tecnico voluto dall’esecutivo siciliano con autotrasportatori, produttori e rappresentati della Gdo per approfondire ulteriormente le proposte di accordo emerse dalle interlocuzioni fra le parti.La vertenza, infatti, rimane aperta “e trova il pieno sostegno della Regione, poiché i problemi degli autotrasportatori restano tutti sul tappeto nella loro gravità”, assicura l’assessore alle Infrastrutture, Marco Falcone, che afferma: “Il tavolo tecnico regionale rimane convocato in maniera permanente, per avanzare le proposte a Roma e tenere alta l’attenzione di tutti. Il governo Draghi, infatti, non può girarsi dall’altra parte”.

Tra le richieste un intervento, “in maniera strutturale”, in favore di un comparto “che mai come oggi sta scontando il prezzo della crisi e dell’impennata dei costi, a iniziare dai carburanti”.

La prossima settimana anche la Regione sarà a Roma “per convincere il ministro Giovannini a mettere in campo interventi realmente risolutivi”.

“Lo sciopero degli autotrasportatori si traduce in effetti a valanga per il commercio, la distribuzione e non solo, comparti anche questi messi in crisi dall’aumento dei prezzi dell’energia. Grandi e piccole imprese ci hanno manifestato le loro difficoltà. Si comincia, tra l’altro, a registrare qualche difficoltà nell’approvvigionamento delle materie prime. Ma, più nel complesso, senza escludere anche l’avvio del conflitto bellico in Ucraina, è il quadro generale che risulta essere disarmante”.

Così il presidente regionale Confcommercio Sicilia, Gianluca Manenti, che ha partecipato oggi pomeriggio al vertice con i presidenti delle confederazioni provinciali tenutosi a Marsala. Sono intervenuti, tra gli altri, Pietro Agen, presidente provinciale di Catania, Pino Pace, presidente provinciale di Trapani, e, in collegamento da remoto, Giuseppe Caruana, presidente provinciale di Agrigento, oltre a Elio Piscitello, presidente provinciale di Siracusa, alla presenza del direttore regionale Enzo Costa.

“È una situazione complicata – prosegue Manenti – se si pensa che le aziende di autotrasporti curano il 70% del commercio. Stiamo subendo i contraccolpi di una protesta giusta ma che avrà effetti deleteri per interi settori. Ci aspettavamo, dopo due anni di pandemia, che si ricominciasse a marciare lungo la direzione del rilancio economico e non certo un inasprimento delle condizioni che mettono a rischio la prosecuzione delle attività di molte delle imprese sopravvissute all’emergenza sanitaria. Chiediamo al Governo regionale una forte presa di posizione nei confronti del Governo nazionale. Le risposte devono arrivare immediatamente. Perché il rincaro dei costi dell’energia ha fatto lievitare tutti i prezzi. E, andando avanti così, conteremo presto altre vittime tra le piccole e medie imprese siciliane impossibilitate a sostenere la recrudescenza del fenomeno legato al caro bollette”.

 


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