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Siracusa, Caso Scieri: “dopo 26 anni è arrivata la verità, non abbiamo mai pensato di arrenderci”

"La parola fine è arrivata, anche se in questa storia è difficile parlare di gioia"

L'avvocato della famiglia Scieri, Alessandra Furnari

Una lunga corsa ad ostacoli, durata oltre 26 anni. Ma oggi l’avvocato Alessandra Furnari, legale della famiglia Scieri (insieme con il collega Ivan Albo) non nega la propria soddisfazione per il risultato raggiunto. Nella giornata di ieri, infatti, sono diventate definitive le condanne per omicidio volontario in concorso nei confronti di due ex caporali della Folgore, Alessandro Panella e Luigi Zabara, ritenuti i responsabili della morte del paracadutista siracusano Emanuele Scieri, trovato senza vita nella caserma “Gamerra” di Pisa il 16 agosto 1999.

La Corte di Cassazione ha rigettato i ricorsi presentati dai due imputati, confermando così la sentenza della Corte d’Appello di Firenze che, nel 2023, aveva ridotto le pene inflitte in primo grado: da 26 a 22 anni di reclusione per Panella e da 18 a 9 anni e 9 mesi per Zabara. Un terzo sottufficiale, Andrea Antico, era già stato assolto in via definitiva, mentre l’ex comandante della Folgore, Enrico Celentano, e il suo aiutante maggiore, Salvatore Romondia, erano stati assolti in precedenza dall’accusa di favoreggiamento.

Con la decisione della Cassazione si chiude una vicenda lunga ventisei anni, una delle pagine più dolorose e controverse della storia recente delle Forze Armate italiane. All’indomani del pronunciamento, l’avvocato Alessandra Furnari, ha espresso emozione e soddisfazione per un verdetto che mette fine a un percorso durato oltre un quarto di secolo.

Siracusa, Caso Scieri: definitive le condanne per i due ex caporali della Folgore. Stavolta è finita

26 anni dopo

Ventisei anni sono un tempo infinito – ammette -, ma sono stati anni di lotta, di ricerca della verità e della giustizia. Finalmente, con la pronuncia della Cassazione, possiamo dire che la verità è arrivata. È stato un percorso complicatissimo: quello di Emanuele era considerato uno dei misteri italiani, e oggi invece conosciamo i nomi dei responsabili di questo brutale omicidio”.

Il legale ha ricordato le difficoltà dei primi anni, quando il padre di Emanuele, Corrado Scieri, e il penalista siracusano Ettore Randazzo si trovarono davanti a “un muro di omertà” dentro e fuori la caserma. “Negli ultimi anni il clima è cambiato – ha spiegato Furnari – grazie alla Commissione parlamentare d’inchiesta e al lavoro straordinario della Procura, che ha consentito di identificare i colpevoli. C’è stato timore di non farcela, soprattutto dopo alcune assoluzioni, ma non abbiamo mai pensato di desistere. Abbiamo combattuto fino alla fine”.

Forte l’emozione nel momento in cui è arrivata la notizia della decisione della Suprema Corte. L’avvocato Furnari racconta di aver contattato subito la madre di Emanuele, Isabella Guarino. “È stato un momento di profonda commozione – racconta -. Isabella era tesa, temeva che in un attimo ventisei anni di battaglie potessero svanire. Invece la parola fine è arrivata, anche se in questa storia è difficile parlare di gioia. Per me resta la convinzione che con la determinazione, la fatica e la collaborazione di tante persone si possa arrivare alla verità e alla giustizia, anche quando il mondo sembra contro di te”.

Con la sentenza della Cassazione, il caso Scieri non è più un mistero. È la conclusione di una lunga battaglia civile e giudiziaria, condotta dalla famiglia del giovane paracadutista siracusano con ostinazione, dignità e coraggio.


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