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Siracusa, Ccr di Mazzarona. Ricorso al Tar contro il no della Soprintendenza

Il progetto è stato bloccato dal parere negativo della Soprintendenza, che aveva evidenziato la presenza di latomie nell’area individuata per la realizzazione dell’opera. E intanto il Comitato per la riqualificazione della Mazzarona aderisce al sit-in “no Ccr sotto casa”

Dopo il no della Soprintendenza, il Comune avvia la battaglia legale contro la Regione Siciliana sul Centro comunale di raccolta di Mazzarona. Il progetto, infatti, è stato bloccato dal parere negativo dell’ente di piazza Duomo, che aveva evidenziato la presenza di latomie a cielo aperto nell’area individuata per la realizzazione dell’opera. Una bocciatura che di fatto rende difficoltosa anche l’ipotesi di una ricollocazione del Ccr per mancanza di tempi tecnici adeguati tra progettazione, indagini, pareri e gara. Un altro punto critico riguarda il finanziamento dell’opera. Gli uffici tecnici, infatti, escluderebbero la possibilità di recuperare i fondi, considerando la scadenza per la conclusione dei lavori fissata al 31 dicembre 2026. Anche se il sindaco Francesco Italia ha deciso di istituire un tavolo di lavoro ad hoc per verificare eventuali alternative. Il Comune, ritiene infondato il diniego e ha deciso di impugnare il provvedimento davanti al Tar di Catania, chiedendone l’annullamento e riservandosi la possibilità di richiedere anche misure cautelari urgenti. L’area, infatti, non risulta sottoposta a vincoli e proprio su questo gli uffici comunali avevano preparando le proprie contro deduzioni nei confronti della Soprintendenza.

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La querelle
Il “no” della Soprintendenza e il conseguente blocco del progetto hanno scatenato un acceso dibattito politico. Sinistra Italiana ha chiesto all’amministrazione di adottare nuovi atti amministrativi per individuare una soluzione alternativa, evitando di insistere su un progetto che, alla luce dei vincoli paesaggistici, non può essere portato avanti. Sulla stessa linea il Partito Democratico di Siracusa, che aveva già contestato la scelta di via Don Luigi Sturzo, ritenendola non conforme alle normative urbanistiche e priva della necessaria Valutazione di Impatto Ambientale (VIA). E anche Fratelli d’Italia ha espresso contrarietà, con il consigliere Paolo Cavallaro che ha partecipato a manifestazioni organizzate dai residenti per chiedere una riflessione più approfondita sulla localizzazione del CCR. A questo c’è da aggiungere anche un comitato spontaneo di cittadini che ha dato vita a una manifestazione alla Mazzarona, conclusa proprio nell’area in cui si sarebbe dovuta realizzare l’opera.

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La manifestazione

Poiché l’ufficio Avvocatura del Comune risulta sottodimensionato e gravato da numerose incombenze, il dirigente del settore legale, Maria Distefano, ha optato per il conferimento dell’incarico a un legale esterno. È stato quindi designato l’avvocato Domenico Trapanese, del Foro di Siracusa, iscritto all’albo di fiducia dell’Ente, scelto in base a criteri regolamentari e competenze professionali. Il sindaco Francesco Italia ha approvato e firmato il provvedimento, riconoscendo la necessità di tutelare gli interessi dell’Ente e autorizzando formalmente il ricorso al TAR, nonché la nomina del legale esterno.

E intanto il Comitato per la riqualificazione della Mazzarona aderisce al sit-in “no Ccr sotto casa” del primo aprile organizzato dal Comitato Monsignori per chiedere al sindaco Francesco Italia un incontro chiarificatore. I comitati, da tempo, lamentano infatti il mancato confronto tra le parti, nonostante sindaco e vice siano stati più volte invitati al dialogo. “Ad oggi – dice Lucia Buonconsiglio, portavoce del comitato Mazzarona – le uniche rassicurazioni in merito al fermo lavori dei due impianti, sono arrivate dalle dichiarazioni rilasciate mezzo stampa da Francesco Italia. Promesse alle quali nessun incontro con i residenti e nessun atto ufficiale hanno fatto seguito. Circostanza, quest’ultima, che lascerebbe spazio a troppi dubbi in merito al futuro delle aree interessate. Zone che non sono idonee per destinazione urbanistica e vicinanza alle abitazioni, ad accogliere dei centri comunali di raccolta. E che, come nel caso di via Sturzo, hanno già beneficiato del veto opposto agli impianti dalla Soprintendenza ai beni culturali. Quindi non si comprende la reticenza a voler firmare una delibera che chiuda definitivamente la faccenda né l’ostinazione dei nostri amministratori a non voler incontrare i propri amministrati. Cittadini, ora più che mai, compartecipi a difesa dei propri diritti”.


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