Nessuno sa o vuole dire nulla, eppure le ipotesi d’accusa non sono affatto da prendere sottogamba: corruzione per un atto contrario ai doveri d’ ufficio e rivelazione ed utilizzazione di segreti di ufficio in concorso. Quindici persone in tutto il prossimo 7 aprile dovranno comparire davanti a Palermo davanti al gip Roberto Riggio, che durante l’ultima udienza ha rinviato ad altra data per approfondire le motivazioni all’interno del fascicolo di richiesta di archiviazione del procedimento presentata dal Pm Piero Padova.
La situazione è ingarbugliata: tema centrale dell’indagine – come anticipato nei giorni scorsi da La Sicilia – la convocazione delle mini elezioni che di fatto hanno comportato la sostituzione al parlamento regionale del deputato Pippo Gianni con il rosolinese Pippo Gennuso. Proprio l’attuale deputato regionale Gennuso si trova tra le persone coinvolte, assieme ai figli Luigi e Riccardo, l’ ex presidente della Regione Siciliana Raffaele Lombardo, l’agrigentino Giovanni Di Mauro, l’ avolese Maria Grazia Caruso, il netino Enzo Medica e il rosolinese Walter Pennavaria (tutti vicini a Gennuso), gli avvocati Giuseppe Calafiore, Claudio Vinci e Girolamo Rubino e il deputato nazionale Saverio Romano.
Il mancato accoglimento della richiesta di archiviazione avanzata al Pm può dipendere dall’opposizione della persona offesa (e in questo momento non ce ne sono, ma il 7 aprile potrebbero) o da differenti valutazioni del GIP rispetto a quelle del Pubblico ministero. Il giudice a quel punto può scegliere tra tre diversi provvedimenti: indicare al Pubblico Ministero le ulteriori indagini che ritiene necessarie, ordinare che il Pubblico Ministero formuli l’imputazione o disporre l’archiviazione.
E mentre è pendente a Siracusa il procedimento nei confronti del dipendente considerato il responsabile dello smarrimento delle schede elettorali con l’udienza prevista a maggio, così a Palermo parallelamente si è portata avanti un’altra indagine avviata per sapere se dietro le mini regionali si fossero tenute riunioni politiche e non solo (mancano alcuni nomi all’appello) per stabilire di ripetere le votazioni in alcuni seggi oltre due anni dopo la tornata elettorale ufficiale.
‘‘Sono contento che i giudici non siano più solo a Berlino”: Pippo Gianni cita la storia del mugnaio di Potsdam – “Ci sarà pure un giudice a Berlino” – che nel ‘700 opponendosi al sopruso di un nobile, dopo essersi rivolto, invano, a tutte le corti di giustizia germaniche per avere “giustizia”, volle arrivare a Federico il Grande.
‘‘Ci deve essere una giustizia da qualche parte – commenta Gianni – la gente deve tornare ad apprezzare la magistratura, veloce e tempestiva. Sono state manipolate le istituzioni con quella decisione del Cga, considerato che la decisione di indire elezioni è dell’Ars e di quel presidente, che è stato eletto anche con il mio voto in assemblea e che con l’assessore del tempo ha consentito questa assurda mini tornata elettorale’‘. E mentre annuncia di volersi costituire parte civile in questo processo – di cui però fino a oggi non aveva contezza – lancia quella che sembra ben più di una provocazione, provando a individuare i 15 nomi: ”mi sembra strano che il Cga che ha ordinato le elezioni in quelle sezioni a Pachino e Rosolini – chiosa – non sia stato coinvolto. Mi sembra ovvio che ci sia stato un collegamento tra l’operato del dipendente del tribunale, qualcuno in prefettura e nel Cga, una triangolazione da pesare perché potrebbero uscire intrecci importanti’‘.
Stesso discorso da parte dell’assessore regionale Bruno Marziano, che si dice certo anche del coinvolgimento del Consiglio di giustizia amministrativa in qualche modo e assicura di volersi costituire persona offesa.
Oltremodo sereno, però, si mostra anche Pippo Gennuso che considera questo procedimento ”acqua fresca – ribatte – tre collegi hanno deciso questa causa, sono tranquillissimo e non ho letto nemmeno le carte. Il fascicolo era particolarmente voluminoso e il gip ha rinviato per avere modo di leggere tutto. Non ci faccio nemmeno caso, sto pagando ancora le parcelle ai miei avvocati ma non mi interessa e non penso più a Pippo Gianni. Anzi, ha proprio rotto…”.
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