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Siracusa, corteo degli studenti del liceo Gargallo per la mancanza di aule: “lasciateci studiare”

Le classi prime, seconde, terze e quarte devono essere a scuola dalle 8 alle 11 e le classi quinte dalle 11 alle 14

“La vostra noncuranza non deve essere una nostra mancanza”. E ancora: “la scuola sì ma non così”. E poi: “vogliamo più classi, non un’illusione. Il nostro diritto è l’istruzione”. Corteo degli studenti del liceo Gargallo di Siracusa da piazza Pancali al palazzo della provincia. Una manifestazione con una richiesta precisa: ”Lasciateci studiare”. Gli elementi imprescindibili allo studio sono: una scuola, dei banchi, delle sedie, i docenti, gli alunni e aule in cui stare. È proprio quest’ultimo l’anello mancante della catena didattica del Gargallo: le aule. Ci sono gli studenti, tanti e vogliosi di studiare, ci sono i docenti, la presidenza e la vicepresidenza al loro fianco, ma non c’è più spazio. La scuola, dal canto proprio, palesa questa difficoltà e chiede aiuto da molti anni anche in virtù dell’impennata di iscritti al Liceo dopo lo spostamento dalla sede antica di Ortigia a quella attuale in via Luigi Monti, grazie anche all’espansione dell’offerta formativa, inglobando licei unici a Siracusa e in provincia come il musicale e il coreutico, oltre al classico e al linguistico.

A farsi portavoce del disagio comune sono Elena Taccone, studentessa di 5D del liceo Gargallo; Salvo Assennato, 5H, rappresentante d’Istituto; Caterina Troni, 5B, presidente del comitato studentesco.

La scuola ha investito persino i propri fondi per creare autonomamente aule sacrificando degli spazi comuni. Adesso non è più possibile proseguire da soli. Adesso c’è bisogno del supporto degli organi e degli uffici competenti. Nell’intero mese di settembre la comunità scolastica si è internamente organizzata per fronteggiare quest’emergenza ma, appunto, emergenza, situazione straordinaria in proiezione di stabilità ma adesso non è più possibile proseguire con turni e orari ridotti che hanno visto le classi prime, seconde, terze e quarte essere a scuola dalle 8 alle 11 e le classi quinte dalle 11 alle 14. Non è sostenibile sotto l’aspetto delle ore curricolari: ogni materia necessita di un numero congruo di ore per raggiungere gli obiettivi formativi previsti dalla programmazione disciplinare e non è sostenibile dal punto di vista logistico di ogni famiglia, tenendo conto dell’ingente numero di studenti pendolari sparsi per la provincia.

“Il liceo Tommaso Gargallo non ha un numero sufficiente di aule. Gli studenti sono costretti, dopo tre settimane dall’inizio delle lezioni, a ridurre l’orario scolastico a sole tre ore – le parole di Caterina Troni, presidente del comitato studentesco -. La situazione è insostenibile per gli alunni e per i professori. Le ore perse durante queste settimane sono pura violazione del diritto allo studio a causa della disorganizzazione e dei ritardi degli enti competenti. Gli studenti pretendono una sistemazione definitiva o almeno delle soluzioni tempestive compatibili però con la completezza delle ore scolastiche previste quotidianamente, senza orari ridotti. Lo sciopero di oggi vuole riportare l’attenzione cittadina alla mancanza di adeguate strutture scolastiche e adeguati servizi di trasporto pubblico per gli studenti.
Vogliamo fare sentire forte la nostra voce”.

Arrabbiato Salvo Assennato, rappresentante d’istituto: “la situazione che viviamo dall’inizio del corrente anno scolastico è imbarazzante. La mancanza di un numero adeguato di aule ci costringe a svolgere solamente tre ore di lezione al giorno. Tutta la comunità scolastica è in affanno specie gli studenti pendolari che affrontano grandi difficoltà logistiche per raggiungere la scuola a causa degli orari scomodi di inizio e fine delle lezioni e proprio per questo spesso si assentano. Era mio dovere di rappresentante d’Istituto dare il mio contributo per fare rumore e evidenziare che noi studenti, in primis, stiamo pagando le conseguenze delle mancanze delle istituzioni competenti”.

Le parole di Salvo e Caterina non lasciano spazio ad equivoci o fraintendimenti: “gli studenti pretendono azioni concrete e tempestive. Ottobre sta già albeggiando ma le nuvole all’orizzonte sembrano ancora fitte e scure”.


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