È stata la sede del primo comizio, quello di insediamento di questa amministrazione. Ed è stato anche oggetto del primo discorso del sindaco Italia, che proprio lì, al parco Robinson, aveva detto che quel luogo simbolico non sarebbe stato abbandonato ma riqualificato. Quattro anni dopo, però, le parole sono rimaste tali e i fatti dicono tutt’altro. Il parco Robinson era ed è ancora in stato di abbandono, le giostrine – così come la quasi totalità di quelle presenti anche negli altri parchi cittadini – risultano danneggiate o vandalizzate, così come i bagni, murati dopo una lunga serie di atti vandalici.
Il parco Robinson oggi sembra racchiudere in tutta la sua estensione Siracusa, dalla propaganda elettorale al lento declino: un luogo in cui vige l’anarchia, vandalizzato costantemente e senza alcuna prospettiva programmatica. Al netto dei piccoli tentativi avanzati dall’amministrazione che a più riprese ha tentato di affidare il più grande parco cittadino a diverse associazioni, ma senza alcun esito.
Nel gennaio dello scorso anno l’amministrazione aveva annunciato i lavori di sistemazione del verde con la messa a dimora di 38 platani. “La volontà dell’Amministrazione – avevano dichiarato il sindaco Italia e l’allora assessore al Verde, Carlo Gradenigo – è quella di riannettere i parchi alla città per favorirne la fruizione da parte dei cittadini; e permettere al contempo un più capillare controllo delle forze dell’ordine che potranno verificare i movimenti all’interno del parco anche solo transitando con i mezzi di servizio”. Ma da lì in poi sull’area verde realizzata nel 2003 è tornato a calare il buio, eccezion fatta per uno degli ultimi interventi da assessore di Gradenigo che annunciava il relamping delle torri faro.
Un’area che doveva essere la cartina di tornasole della rinascita della città, come disse il sindaco Italia il giorno del suo insediamento nel 2018, ma che purtroppo è rimasta specchio e riflesso non di ciò che Siracusa vorrebbe e potrebbe essere: un luogo ricco di potenzialità che a causa di inciviltà e scarsa programmazione non riesce a prendere vita e avere un’identità
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