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Siracusa, educazione fisica a pagamento. Dirigente e genitori del Wojtyla: “nostro comportamento ineccepibile, priorità al benessere degli alunni”

Oggetto del contendere il progetto “Confrontiamoci insieme nello Sport” (l’ora di educazione fisica, intracurriculare), per il quale l’istituto ha chiesto il pagamento di 5 euro a carico dei genitori degli alunni in quanto attività gestita da docenti esterni

“Il comportamento della scuola è stato ineccepibile, tutelando il diritto di tutti, favorendo le pari opportunità e la partecipazione. Si è data priorità al benessere degli alunni e, solo dopo l’adesione di tutti i genitori di ciascuna classe, facendosi carico anche di eventuali situazioni di svantaggio sociale ed economico, la scuola ha dato avvio all’attività progettuale”. Particolarmente piccata, anche con toni decisamente eccessivi e fuori luogo, non si fa attendere la replica del dirigente scolastico dell’istituto comprensivo Karol Wojtyla, Giuseppina Garofalo alle parole del presidente della Consulta civica Damiano De Simone.

Oggetto del contendere il progetto “Confrontiamoci insieme nello Sport” (l’ora di educazione fisica, intracurriculare), per il quale l’istituto ha chiesto il pagamento di 5 euro a carico dei genitori degli alunni in quanto attività gestita da docenti esterni. Proposto dall’associazione Asd Filippide, è stato approvato nell’ambito dell’ampliamento dell’offerta formativa della scuola che, nella propria autonomia didattica, propone e sceglie per la propria utenza.

“Tale processo di approvazione dei progetti presentati viene discusso, approvato all’interno degli Organi Collegiali e non richiede alcuna autorizzazione da parte di Enti esterni – sottolinea la preside – i percorsi curricolari di educazione fisica sono previsti dall’ordinamento della scuola primaria e le ore settimanali di motoria sono assegnate ai docenti curricolari”. Il progetto “Scuola attiva Kids” (progetto presente nel Ptof) interessa esclusivamente le terze, quarte e quinte classi della scuola primaria e i docenti specializzati (tutor sportivi) sono nominati dall’Ambito territoriale. Attraverso il protocollo d’intesa con l’associazione, l’istituto ha deciso di garantire alla scuola docenti esperti di comprovata capacità didattica, esperienza e servizio qualificato nel settore specifico. Esperti che andranno ad affiancare i docenti curricolari.

L’attività dell’associazione “ASD Filippide” viene rivolta alle classi prime e seconde di scuola primaria, i cui alunni potranno fruire di opportunità formative altamente qualificate e aggiuntive nel settore della motoria, a fronte di un contributo economico. “La scuola – conclude la dirigente – ha attivato tutte le modalità comunicative per informare e diffondere la proposta e ha convocato anche un’assemblea con i genitori, a cui la signora, citata nell’articolo, non ha neanche partecipato”.

A difesa del progetto, e della scuola, anche Francesco Troia, genitore di un alunno, che esordisce parlando della crisi economica e del progressivo contenimento della spesa pubblica che ha portato in questi anni le istituzioni scolastiche statali a fronteggiare una crescente scarsità di risorse disponibili. “Una prassi molto diffusa su tutto il territorio nazionale, è quella di richiedere ai genitori la fornitura di piccole attrezzature (cartine geografiche, pen Drive) o di materiali di consumo ad uso collettivo (sapone, carta igienica, risme di carta A4, scottex ecc.) – dice -. Un atto volontario pienamente trasparente e legittimo, così come stabilito dal Regolamento dell’Autonomia” riconoscendo bontà dell’iniziativa, condivisa dalla quasi totalità delle famiglie partita nelle quattro prime e in due delle quattro seconde: “non è partito solo nelle classi con i genitori che non hanno condiviso il progetto”. Chiosando nel merito dell’esistenza della Consulta civica ritenendola “non un ente di rappresentanza o di cittadinanza attiva”. 

A margine, non resta che essere dispiaciuti dei toni eccessivi presenti nella lettera soprattutto della preside, che arriva a parlare di discorsi “palesemente privi di fondamento” tali da omettere “in maniera colposa” le corrette procedure attuate dalla scuola. Non siamo in un’aula di tribunale e in democrazia esiste anche il diritto di pensarla diversamente senza diffamare alcuno (e non è stato il caso della Consulta né del genitore).


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