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Siracusa, fondi comunali G7: Mangiafico critico nel metodo

Mangiafico denuncia almeno una ventina di trattative private condotte dall’Amministrazione comunale per decine e decine di migliaia di euro

Non si tratta di una questione di “merito”, ma di “metodo”. Parte così la critica di Michele Mangiafico, leader del movimento “Civico 4” e componente di Fratelli d’Italia Siracusa, nei confronti dell’Amministrazione comunale riguardo ai contributi elargiti a associazioni, privati ed enti che hanno partecipato al G7.

Mangiafico denuncia almeno una ventina di trattative private condotte dall’Amministrazione comunale — dall’inaugurazione ai regali per gli ospiti, dallo spettacolo musicale a quello sportivo — per decine e decine di migliaia di euro.

Voltata la carta, emergono gli esclusi: coloro che avrebbero potuto o voluto contribuire a questo importante evento, ma non hanno avuto l’opportunità di farlo.

“Nei tanti eventi collaterali, spesso, abbiamo visto le solite facce – spiega Mangiafico – Perché è accaduto tutto questo? Per fretta? Per urgenza? Da quanti giorni si sapeva che Siracusa avrebbe ospitato il G7 e una grande esposizione agroalimentare? La decisione che Siracusa sarebbe stata la sede del G7 dell’Agricoltura fu comunicata dal ministro Francesco Lollobrigida al termine del Consiglio Ue Agricoltura e Pesca, tenutosi a Bruxelles il 10 e l’11 dicembre 2023.”

“Sono quindi trascorsi 285 giorni (9 mesi abbondanti!) – dice Mangiafico – prima dell’inaugurazione di un’iniziativa caratterizzata da tanti eventi culturali, musicali e sportivi, tutti affidati con il metodo della trattativa diretta dall’Amministrazione comunale a diverse associazioni e soggetti.”

Secondo Civico 4, l’Amministrazione sarebbe colpevole di aver lasciato scorrere il tempo fino a ridursi all’ultimo giorno possibile per avviare trattative private con specifici soggetti.

“Il nostro sindaco dirà, come spesso accade, che è tutta colpa della burocrazia – continua Mangiafico – Ah, questa burocrazia! Sapete qual è l’origine di questo termine? Fu inventato dai francesi nel XVIII secolo quando, per mettere ordine alle carte, individuarono dei funzionari che riponevano i documenti nei cassetti a seconda del settore di competenza. Quelle scrivanie con i cassetti si chiamavano ‘bureau’. La burocrazia sa sempre quale documento prendere da quale cassetto e quale cassetto evitare di aprire. Finché suddividerete il mondo in contenitori e li terrete separati, avrete sempre la giustificazione giusta per escludere qualcuno.”


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