Intercettazioni, videoriprese e pedinamenti: l’indagine, coordinata dalla Procura e condotta dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Siracusa, ha portato alla luce un’organizzazione criminale, con precisi ruoli e compiti al suo interno, finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti quali cocaina, cocaina free base (crack), hashish e marijuana, che operava a Siracusa, ed in particolare nel quartiere “Santa Lucia” (anche detto “Borgata”): per gli inquirenti il quartiere, e per estensione la zona bassa della città, era diventata una importante piazza di spaccio.
Il gruppo, avvalendosi del carisma criminale dei suoi promotori, si sarebbe imposto, anche attraverso azioni violente e attentati dinamitardi e incendiari, come principale referente nell’importazione della cocaina a Siracusa: con i proventi dei traffici, come già riscontrato in altre operazioni analoghe, avrebbe sostenuto economicamente i consociati in carcere e le loro famiglie. Il gruppo, inoltre, avrebbe mantenuto strettissimi rapporti con alcuni dei detenuti della casa circondariale “Cavadonna” di Siracusa, ai quali avrebbe tentato di recapitare cellulari e sostanze stupefacenti anche utilizzando un drone o nascondendo il materiale illecito all’interno di cibi consegnati dai familiari.
Il drone è stato sequestrato dai Carabinieri nel momento in cui due degli indagati – mentre sostavano a 270 metri dalla casa circondariale “Cavadonna” di Siracusa – avevano appena legato all’apparecchio un involucro contenente 3 telefoni cellulari di piccolissime dimensioni con l’intento di recapitarli oltre le mura del penitenziario. Altri 4 smartphone criptati e involucri di stupefacente – cocaina e hashish – sono stati trovati nascosti all’interno di calamari e barrette di cioccolata, che stavano per essere consegnati ad una ditta di spedizione per farli recapitare a vari detenuti.
Il sodalizio non avrebbe esitato a compiere aggressioni fisiche ed atti di danneggiamento al fine di recuperare i crediti vantati nei confronti degli acquirenti. Talora questi ultimi avrebbero consegnato agli spacciatori la propria carta prepagata sulla quale mensilmente era accreditato il reddito di cittadinanza, fornendone anche il codice Pin a garanzia della copertura del credito.
Il Giudice per le Indagini Preliminari ha disposto la custodia in carcere per quindici indagati e gli arresti domiciliari per altri quattro. Vista la disponibilità di armi, la Direzione Distrettuale Antimafia ha chiesto e ottenuto dal Gip l’aggravante del carattere armato dell’associazione. Diciassette le persone arrestate in flagranza, per detenzione e spaccio di stupefacenti; sequestrati circa 7 kg di droga tra cocaina, marijuana e hashish, quasi 6000 euro in contanti, 9 armi clandestine, un drone e 4 smartphone criptati di ultima generazione.
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