“Quando piove, quel campo diventa pieno di fango, praticamente inaccessibile. Di base un po’ lo è sempre, perché non è semplicissimo da raggiungere. Ma la cosa meno decorosa è che quando piove si inzuppa e, non essendoci nemmeno un vialetto di pietre o sassi, diventa tutto fango. Anche perché – se non fosse chiaro – per raggiungere il piccolo a cui rendere omaggio bisogna calpestare le altre tombe.”
Comincia così la toccante testimonianza di un lettore di Siracusa News, che ha voluto condividere la propria esperienza e il proprio dolore dopo il servizio dedicato al “campo dei bambini mai nati” all’interno del cimitero di Siracusa.
“Mio nipote è nato morto. Quando mia cognata ha fatto il cesareo si è visto che il bambino era già morto – racconta – era il 2016. Sono state avviate le pratiche per la sepoltura e da allora mio nipote riposa lì.”
Un luogo che accoglie i piccoli mai nati o vissuti solo per poche ore, anime fragili che continuano a vivere nel ricordo dei loro cari.
Chi visita quel campo non trova solo croci e lapidi, ma piccoli segni d’amore: peluche consunti, culle bianche, fiori freschi, messi da chi torna spesso, in silenzio, per dire ancora “ti voglio bene”.
“Non lo abbiamo mai dimenticato – aggiunge il lettore – ma quando vado a trovarlo con i parenti anziani, devo dire che si incontrano difficoltà nel raggiungere il proprio piccolo caro. Non c’è un vialetto, si cammina tra il fango e le tombe, e questo fa ancora più male.”
La sua non è una voce isolata. Dopo il servizio pubblicato su Siracusa News, decine di cittadini hanno commentato sui social, denunciando le condizioni del cimitero e chiedendo maggiore cura e rispetto per questo luogo di memoria e amore. Un amore che non si spegnerà mai, nonostante… l’assenza.
© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni
Stampa Articolo
© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni



