È in pieno svolgimento, presso il Salone del Palazzo del Senato in Piazza Duomo a Siracusa, il Convegno Medico “Nuove sfide nella gestione del paziente con infezione da HIV”. Per due giorni Siracusa sarà al centro della ricerca scientifica nazionale. Alcuni dei più importanti studiosi e docenti universitari italiani, relazioneranno sulle nuove scoperte scientifiche in campo medico, sulla gestione del paziente con patologie legate al virus del HIV, le terapie e i mutamenti del virus.
Scambiamo due parole con una delle organizzatrici del convegno, la Dottoressa Antonina Franco, responsabile dell’unità operativa AIDS dell’Ospedale Umberto I di Siracusa e Presidente dell’associazione onlus A.M.A.
Dott.ssa Franco, l’Aids sembra essere stato dimenticato dai media, ma la malattia è ancora presente. Cosa è successo negli ultimi anni?
“Purtroppo si muore ancora per questo virus, ma la medicina ha fatto passi da gigante. L’Aids esiste ancora ma è cambiata la terapia e il modo di affrontarlo. Fino al 1995 la profilassi si basava solamente sull’utilizzo di due farmaci che non erano in grado di bloccare la riproduzione del virus all’interno del nostro organismo. Il virus dell’Hiv colpisce tutti gli organi umani e si insinua anche a livello encefalico, colpisce gli anticorpi debilitando il paziente. In una situazione clinica di questo tipo anche una semplice influenza aveva decorso letale. Ma nel 1996 la comunità scientifica ha tirato fuori dal cilindro la Haart, la terapia degli inibitori di proteasi, con essa la situazione è drasticamente cambiata, riusciamo ad avere un quadro più chiaro della situazione clinica del malato, possiamo monitorarlo e correggere il tiro. Sottoponendo i pazienti alla Haart la mortalità è passata dal 100% nel 1984 al 9% del 2010. Si tratta di qualcosa di stupefacente, se solo si pensa che fino a pochi anni fa le aspettative di vita del malato di Aids era di dodici mesi, mentre ai giorni nostri siamo arrivati a trent’anni, e queste stime sono in costante miglioramento”.
Qual è la situazione nella nostra provincia?
A livello locale così come a quello mondiale diminuisce il numero dei nuovi infetti, ma il totale dei malati è costante. La sommatoria dei soggetti che hanno cronicizzato la malattia, dei pazienti purtroppo deceduti e dei nuovi infetti si mantiene stabile. Nella provincia di Siracusa l’epidemiologia si è di fatto dimezzata; nel 1994 avevamo registrato 45 pazienti, nel 2009 sono scesi a 24. Ma la diminuzione del numero dei pazienti infetti non può farci abbassare la guardia, l’Aids rimane una malattia pericolosa e la prevenzione deve essere considerata fondamentale.”
Il convegno porterà in città alcune delle personalità più illustri in campo medico, quali saranno i principali temi trattati?
Il convegno tratterà una moltitudine di tematiche, in sintesi affronteremo le problematiche relative all’infiammazione cronica e viremia residua, due concetti che rappresentano una sfida a livello terapeutico; definiremo l’iter della terapia antiretrovirale alla luce di proposte attuali e strategie innovative. Parleremo dell’aumento dell’età media dei pazienti e degli aspetti ad esso legati. Infine, ci soffermeremo sulle complicanze dell’epatite cronica C e alle nuove proposte terapeutiche.
Dietro un organizzazione di questo tipo c’è evidentemente un gruppo di lavoro affiatato, vuole ringraziare qualcuno?
“Prima di tutto vorrei ringraziare il comune di Siracusa, le case farmaceutiche ed i miei colleghi dell’ASP 8 Siracusa: il Dottor Franco Maniscalco, Il Dottor Gaetano Scifo e la Dottoressa Maria Rita Venusino per l’imprescindibile lavoro di supporto e per aver reso possibile l’evento”.
“Un ringraziamento particolare va anche alla Dottoressa Cristina Mussini, co-organizzatrice del Convegno”.
Emiliano Colomasi
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