Il Consiglio comunale di Siracusa ha bocciato la proposta di intitolare un luogo pubblico a Sergio Ramelli.
“Con profondo sdegno denunciamo la gravissima scelta del Consiglio comunale di Siracusa, che ha bocciato la mozione presentata dal gruppo consiliare di Fratelli d’Italia per l’intitolazione di un luogo pubblico a Sergio Ramelli, giovane barbaramente assassinato a 18 anni per le sue idee politiche”. A dirlo è il coordinatore cittadino di Fratelli d’Italia Paolo Romano.
“Una decisione ideologica, miope e moralmente inaccettabile, – dichiara – che dimostra quanto certi ambienti siano ancora incapaci di compiere un gesto di giustizia e di rispetto verso una vittima innocente della violenza politica. Sergio Ramelli non è “un nome di parte”: è il simbolo di un’Italia che ha pagato a caro prezzo gli anni del terrorismo, un ragazzo colpevole soltanto di pensarla in modo diverso, ucciso da chi predicava odio in nome dell’antifascismo militante”.
“Chi ha votato contro questa mozione si è assunto una pesante responsabilità: ha detto no alla memoria, no al coraggio di superare gli steccati ideologici, no al riconoscimento della verità storica. – afferma Romano – Fratelli d’Italia non intende arretrare di un millimetro. Continueremo a chiedere con forza che Siracusa riconosca il sacrificio di Sergio Ramelli e di tutte le vittime dell’odio politico. Perché non esistono vittime di serie A e di serie B. Esiste solo la verità, e il dovere di ricordarla”.
“Chi crede di seppellire la memoria con un voto in Consiglio, si sbaglia di grosso. – conclude – Sergio Ramelli vive nella coscienza di chi non si arrende al silenzio”.
Di parere diametralmente opposto il centro sinistra: “Le forze dell’alleanza democratica, progressista e di sinistra esprimono soddisfazione per l’esito della votazione di ieri sera del consiglio comunale di Siracusa sulla proposta di Fratelli di Italia di intitolare una via o un altro luogo pubblico della città a Sergio Ramelli. – si legge in una nota a firma del Gruppo consiliare del Partito Democratico di Siracusa, Sinistra Italiana Siracusa, Lealtà e Condivisione, Sinistra Futura. – Il consiglio comunale di Siracusa ha bocciato sonoramente la proposta, che ha raccolto appena quattro voti a favore.”
“Nel dibattito in aula abbiamo evidenziato – continua la nota – che la figura del povero Ramelli nel cinquantesimo anniversario dalla morte sta venendo oggi strumentalizzata in tutto il paese perché il governo di Giorgia Meloni cerca di ricorrere alla retorica per nascondere i suoi insuccessi tanto di politica interna quanto di politica internazionale; abbiamo spiegato che Ramelli non viene lasciato in pace perché la destra ha bisogno di simboli, personaggi, miti attorno ai quali ritrovarsi, indossare una camicia nera, celebrare i suoi cerimoniali, inneggiare al ventennio fascista; abbiamo affermato con convinzione che Ramelli così come i giovani Walter Rossi, Mario Lupo, Benedetto Petrone, morti per mano di estremisti di destra, hanno diritto di riposare in pace e di non essere strumentalizzati e che bisogna tributargli rispetto dimostrando di osservare le regole della democrazia e della corretta dialettica politica.
Per tutta risposta uno dei consiglieri di Fratelli di Italia mentre parlavamo di democrazia e di rispetto degli avversari politici ha voltato le spalle a noi e a tutta l’aula del consiglio comunale, mostrando di non accettare il confronto e di pretendere a tutti i costi di imporre la sua volontà.
Gli abbiamo ricordato che i nostri partigiani sono morti per conquistargli la democrazia e la libertà di esprimere le sue idee; sono morti per porre fine a venti anni di dittatura dove chi la pensava diversamente dal regime veniva schedato, bastonato, mandato al confino, finanche ucciso.
Gli abbiamo ricordato che la violenza del ventennio fascista fu riproposta e attentò alla vita della giovane Repubblica Italiana negli anni di piombo e si macchiò delle stragi di piazza Fontana, dell’Italicus, della stazione di Bologna.
Abbiamo affermato, respingendo la proposta di Fratelli di Italia, che le ferite insanabili della storia si studiano, si comprendono e se ne osserva in silenzio l’insegnamento perché non è possibile riscrivere nulla e men che meno cancellare alcuna colpa.
In ossequio di quelle ferite continueremo, in un momento preoccupante come questo in cui crescono le spinte verso l’autoritarismo, a difendere strenuamente i valori della nostra democrazia senza farci intimorire da alcun tentativo di prevaricazione.”
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