Non una candidatura di “servizio”, ma di “partito”. A chiare lettere il senatore siracusano del Partito Democratico, Antonio Nicita, ha voluto chiarire la propria presenza all’interno della lista del PD nel collegio “Isole” in vista delle prossime elezioni Europee dell’8 e 9 giugno. E in modo altrettanto chiaro l’esponente (e commissario provinciale Dem) ha spiegato di voler correre ed essere competitivo.
“La candidatura – spiega – nasce dal fatto che il partito ha individuato in me una personalità che anche per l’attività parlamentare lo potesse rappresentare al meglio. Prima di fare il senatore della Repubblica ho ricoperto il ruolo all’interno della commissione per il controllo normativo della Commissione europea, dove ho lavorato due anni, quindi ho una conoscenza tecnica molto approfondita delle dinamiche continentali. Ovviamente è un’elezione difficile”.
Nicita non lesina critiche nei confronti di alcuni provvedimenti decisi dall’attuale Governo nazionale, a partire da quello sull’autonomia differenziata che, a detta dell’esponente Pd “va contro i principi della Costituzione che prevede la rimozione degli svantaggi derivanti dall’insularità. Questa riforma, invece, a nostro avviso è anticostituzionale perché aumenta quegli svantaggi”.
Critiche anche in merito alle politiche energetiche, dove l’esponente del Pd, ricordando le dichiarazioni del ministro Urso in occasione della visita istituzionale un anno fa a Siracusa, parla di “occasione perduta” da parte del Governo per trasformare il nostro territorio in un hub energetico europeo, a seguito dell’approvazione dell’ultimo decreto sul Pnrr. “In quell’occasione venivano ridefiniti 100 miliardi del vecchio Piano e veniva introdotta la 7a missione – quella del Re-Power Eu -, ma dentro il quale non è stato inserito nulla per il nostro territorio – l’affondo di Nicita -. A questo punto dobbiamo confidare nell’Europa che, capendo le specificità dei siti industriali, può creare interventi ad hoc per la riconversione degli stessi.”
Parlando di politica locale, invece, il senatore ha confermato la posizione di opposizione del Pd nei confronti dell’attuale amministrazione comunale “lì dove ci hanno collocato gli elettori” ha precisato, pur consapevole che sui alcuni temi si possano trovare intese. “Bisogna avere la capacità di dialogare con la maggioranza e col Governo – precisa -, come accaduto col mio emendamento che ha previsto l’ingresso di Siracusa nell’Autorità portuale.”
Piccola parentesi dedicata anche alle elezioni amministrative di Pachino, dove i “Dem” hanno già vissuto una spaccatura interna e dove il Pd sarà presente con diversi candidati, ma senza il simbolo. “A Pachino ci sono state contestazioni di metodo ancor prima che sulla persona, poi i perimetri di coalizione si sono allargati ed a questo punto il Pd non sarà presente. Ho suggerito al circolo locale, che ha comunque la sua autonomia, di ripartire dalla candidatura precedente (quella di Barbara Fronterrè, ndr). Dentro il Pd, però, ci sono state contestazioni nel metodo più che sulla persona, soprattutto dalla parte più giovane che chiedeva di partire prima dalla coalizione e poi dal nome. Poi le cose si sono complicate: la candidatura di Barbara Fronterrè si è estesa a forze politiche che vanno oltre il perimetro delle alleanze del Pd (Cuffaro, ndr). A questo punto il partito ha deciso di non presentare il simbolo“.
Chiusura finale sulle ex Province regionali e sul possibile ritorno al voto. “Al Senato c’è stata una spinta iniziale verso questa direzione, ma adesso se ne discute meno. Il tema però è che in altre parti d’Italia le Province di secondo livello funzionano, mentre solo in Sicilia siamo riusciti a peggiorare le cose attraverso una lunga serie di commissariamenti.”
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