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Siracusa: L’Arcivescovo Pappalardo Augura un Buon Natale ai Siracusani

“Il Natale ci dà l’occasione di contemplare il mistero di Dio – iniziano così gli auguri dell’Arcivescovo di Siracusa – che si fa Bambino per abitare nella nostra storia e per condividere la nostra natura umana.
La tenerezza di Gesù Bambino ci induce a riflettere sulla nostra vita, sui nostri progetti e sulle nostre responsabilità. L’anno che sta per chiudersi ci fa vedere il susseguirsi di eventi e situazioni che richiamano la nostra responsabilità di persone che vogliono impegnarsi per i valori umani e cristiani, che promuovono l’uomo e di conseguenza la società civile.

Un Dio che nasce come uomo ci fa riflettere innanzitutto sulla dignità della vita nascente, oggi minacciata dalla cosiddetta “pillola del giorno dopo”. La vita è sempre un dono inviolabile e nessuno può disporne a proprio piacimento né per la propria né per quella degli altri, compresa quella che incomincia ad esistere dal momento del concepimento. La scelta di Dio di nascere nel grembo di una donna ci dice quanto alta è la dignità della vita umana sin dal suo concepimento.

Un Dio che nasce in una grotta, perché non si trovava posto per Giuseppe e Maria, ci fa guardare alla crisi economica che, se ha rischiato di far fallire gli istituti finanziari, certamente ha aggravato la situazione dei più poveri, dei più deboli e delle famiglie, causando precarietà e insicurezza. Stiamo vivendo una situazione particolarmente grave che può essere sintetizzata dal tema di una manifestazione sindacale che si sta tenendo proprio oggi “Per il lavoro che non c’è”.
L’emergente povertà ci deve responsabilizzare nella ricerca di soluzioni che rispettino la dignità di tutti. È diritto di ogni uomo, di ogni donna e di ogni famiglia avere una casa, un lavoro sicuro, una speranza per vivere.

Chi ha responsabilità non può sottrarsi al dovere di intervenire per il bene di tutti e di ciascuno. Tutte le forze della società dobbiamo convergere per una migliore utilizzazione delle risorse e un potenziamento della rete di aiuto. I nostri sacerdoti, le caritas parrocchie, il Banco alimentare non riescono più a venire incontro a tutte le necessità di coloro che bussano alla porta. Il Natale è un forte monito che richiama alla responsabilità verso i più deboli e indifesi, verso chi non ha casa o vive nelle grotte. Non dimentichiamo che proprio l’anno scorso, il 25 dicembre, una giovane donna polacca moriva in una grotta della nostra città mentre tutti noi festeggiavamo il Natale.
E queste sono solo alcune delle problematiche che ci troviamo ad affrontare in questi giorni.

Mi chiedo e pongo la domanda anche a ogni uomo e a ogni donna di buona volontà: dinanzi a tale crisi sociale ed economica, ha senso quello che sta succedendo a livello mondiale (vedi Copenaghen) e nella nostra Nazione (vedi clima politico)?
Mentre i politici e i potenti litigano, i poveri aumentano, le famiglie non hanno garanzie, i giovani non trovano lavoro, le coste franano seminando morte e disperazione, gli immigrati muoiono in mare o nelle grotte.

L’avvelenato clima politico e mediatico che siamo costretti a vedere non fa certo bene a nessuno. Gli atteggiamenti carichi di rancore e di odio appesantiscono i cuori.
È l’ora di una “decisa e radicale conversione”, tanto nelle parole quanto nei comportamenti. L’uomo, la famiglia, i giovani, gli anziani, i poveri, gli immigrati con i loro problemi e le loro speranze, i loro diritti e i loro doveri, devono tornare al centro dell’attenzione e al centro della scena politica.

Mi ritrovo pienamente d’accordo con quanto recentemente ha affermato il Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, il card. Bagnasco, “è necessario e urgente svelenire il clima generale, perché da una conflittualità sistematica, perseguita con ogni mezzo e a qualunque costo, si passi subito ad un confronto leale per il bene dei cittadini e del Paese intero”.
Incominciamo noi. Se l’obiettivo è la promozione sociale e il bene di tutti, tutti dobbiamo, con lealtà e senso di responsabilità, remare verso la stessa direzione del bene comune. Custodiamo il buon senso sempre e diventiamo costruttori di pace e di bene.

In tal senso, il ruolo dei mezzi di comunicazione ed informazione è davvero cruciale. Il Sommo Pontefice, Benedetto XVI, l’8 dicembre scorso, rivolgendo la sua attenzione ai mezzi di informazione, ha detto: “Ogni giorno attraverso i giornali, la televisione, la radio, il male viene raccontato, ripetuto, amplificato, abituandoci alle cose più orribili, facendoci diventare insensibili e, in qualche maniera, intossicandoci, perché il negativo non viene pienamente smaltito e giorno per giorno si accumula. Il cuore si indurisce e i pensieri si incupiscono […] Nella città – ha aggiunto Benedetto XVI – vivono o sopravvivono persone invisibili, che ogni tanto balzano in prima pagina o sui teleschermi, e vengono sfruttate fino all’ultimo, finché la notizia e l’immagine attirano l’attenzione. E’ un meccanismo perverso, al quale purtroppo si stenta a resistere. La città prima nasconde e poi espone al pubblico. Senza pietà, o con una falsa pietà. C’è invece in ogni uomo il desiderio di essere accolto come persona e considerato una realtà sacra, perché ogni storia umana è una storia sacra, e richiede il più grande rispetto”.

Se la comunicazione perde i riferimenti etici e finisce per non tenere più in conto la centralità e la dignità inviolabile della persona umana, incide negativamente sulla sua coscienza, sulle sue scelte, condizionandone la libertà e la vita stessa. Ecco perché è indispensabile che le comunicazioni sociali difendano gelosamente la persona e ne rispettino appieno la dignità.
E’ necessaria un’etica dell’Informazione. Giovanni Paolo II parlava di “info-etica”, così come esiste la bio-etica nel campo della medicina e della ricerca scientifica legata alla vita.

Dio che si fa Bambino ci rivela che il più grande deve andare incontro al più piccolo, che il più forte si deve impegnare per soccorrere il più debole, che il più ricco deve aiutare il più povero. Questo è Natale e se lo vogliamo celebrare bene dobbiamo sintonizzarci con il cuore del Bambino Gesù e con Lui costruire un mondo più bello e più pulito. Il Natale ci insegni la via dell’umiltà e dell’amore solidale.
Il coraggio e la speranza appartengono al Natale e a ogni uomo e a ogni donna che che incarnano l’amorevole passione di Dio per l’umanità.

Con questa fede e con personale sentimento di gratitudine per il prezioso impegno che ciascuno offre per il bene comune, desidero porgere a tutti voi e alle vostre famiglie, l’augurio di un sereno e Santo Natale da vivere nella gioia e nella pace.
Il Signore Gesù, che si manifesta in pienezza con l’amore semplice e totale di un Dio fatto Bambino, colmi di ogni grazia e benedizione i vostri cuori.
Auguri di Buon Natale e sereno anno nuovo!”


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