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Siracusa, lavori in via Lido Sacramento. Gradenigo: “No alla barriera in cemento armato”

"La barriera in cemento rischierebbe di creare una vera e propria diga nei confronti delle acque che arrivano da monte spostando ma probabilmente non risolvendo il problema", dice Gradenigo

“Fervono i preparativi per gli annunciati lavori di via Lido Sacramento mentre si asfalta la traversa privata per favorirne il bypass.
Ma al netto dei tempi tecnici e burocratici che occorreranno per i lavori ciò che ci si chiede ancora una volta è di quale natura sia l’intervento? Se a monte è stato fatto e depositato uno studio geologico e se sia ancora in piedi l’idea originaria di fermare la frana alluvionale di quel tratto di costa con un muro di cemento armato?”

Così interviene Carlo Gradenigo, presidente di Lealtà e Condivisione, sui lavori in via Lido Sacramento.

“Una barriera in cemento armato a valle della strada, – spiega Gradenigo – così come più volte ipotizzato e riportato spesso sui giornali, rischierebbe infatti di creare una vera e propria diga nei confronti delle acque che arrivano da monte spostando ma probabilmente non risolvendo il problema, con ripercussioni su strada, case e sottoservizi che andrebbero attentamente valutate prima che l’opera sia compiuta”.

“Creare due dreni profondi per favorire il deflusso delle acque, innestare delle gabbionate di massi sugli stessi pali al posto del muro di cemento – continua – (impermeabile) potrebbero essere solo alcune delle soluzioni già sperimentate per il consolidamento di fronti soggetti alla combinata azione del mare a valle e delle acque di infiltrazione a monte che proprio nel mare trovano il loro recapito finale”.

“Continuare a guardare solo all’erosione del mare li dove è chiaramente indicato dai diffusi canneti e dalle stesse mappe geologiche un flusso di acque di falda superficiali che in alcuni tratti sfocia in vere e proprie sorgenti causando il distacco e lo scivolamento a valle dello strato argilloso sovrastante (frane) sarebbe un grave errore. Per questo – conclude il presidente di Lealtà e condivisione – a 6 mesi di distanza rinnoviamo il nostro appello e chiediamo venga fatta chiarezza e reso pubblico il progetto nell’interesse comune”.


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