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Siracusa, mare negato allo Sbarcadero e non solo: ancora denunce su cancelli abusivi e privatizzazioni selvagge

Con la nota si chiede l’intervento immediato della Procura della Repubblica per ordinare la rimozione fisica dei cancelli illegali, avviare indagini sulle responsabilità e garantire il pieno ripristino della fruizione pubblica della battigia

Monta la rabbia e cresce la mobilitazione allo Sbarcadero, a Siracusa. Dopo cinque mesi di sollecitazioni, si è finalmente tenuto negli uffici dell’Urbanistica del Comune un incontro dedicato all’accessibilità e inclusività delle spiagge, del litorale e delle aree demaniali costiere. Attorno al tavolo, l’assessore Andrea Firenze e l’ingegnere Marcello Dimartino, hanno accolto i promotori della petizione popolare “Basta concessioni e privatizzazioni selvagge”, che ha già raccolto oltre 2.200 firme.

Un confronto definito “costruttivo e fattivo”, nel corso del quale i cittadini hanno ribadito alcune richieste prioritarie: rendere accessibile e attrezzata la spiaggia di via Iceta, valorizzare la discesa a mare di via Riviera Dionisio il Grande 60, rivedere l’intero assetto paesaggistico e concessorio dell’area dello Sbarcadero e ripristinare il diritto di veduta sul fronte mare oggi compromesso da barriere e reti oscuranti.

Alla discussione istituzionale si è affiancata, nel fine settimana, una denuncia durissima diffusa a mezzo stampa da Pci e comitati civici: dopo 15 anni di esilio forzato dalla spiaggia dello Sbarcadero, il cancello del lido privato continua a sbarrare l’accesso, nonostante la comunicazione ufficiale che lo dichiarava “non conforme”.

“La verità è che quel cancello è ancora lì – scrivono i promotori – e con esso una lunga lista di divieti e soprusi che vanno dalla Pillirina al Plemmirio, passando per Arenella e Minareto. Non si tratta di cavilli burocratici, ma di un sistematico diniego di un diritto fondamentale: vivere il mare”.

Parole durissime che chiamano in causa direttamente sindaco e Capitaneria di Porto, accusati di silenzi e mezze verità. Con la nota si chiede l’intervento immediato della Procura della Repubblica per ordinare la rimozione fisica dei cancelli illegali, avviare indagini sulle responsabilità e garantire il pieno ripristino della fruizione pubblica della battigia.

A rendere ancora più concreta la denuncia è arrivata, nelle ultime ore, una nuova PEC indirizzata alla Capitaneria di Porto di Giorgio Nanì La Terra. Nella segnalazione, corredata da video e fotografie, viene documentata la persistenza del cancello pedonale e della staccionata allo Sbarcadero Santa Lucia. L’Amministrazione comunale, dal canto suo, ha mostrato disponibilità a sopralluoghi congiunti e aperture su alcune proposte, ma i cittadini restano diffidenti.


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