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Siracusa, Missione (im)possibile nel Pd: azzerare la Giunta tra lo scontro d’anime del partito

Tra oggi e domani ci dovrebbe essere il primo incontro tra le parti, in ogni caso, e si conosceranno le vere intenzioni del partito e dell'amministrazione comunale

L’impressione, a primo acchito, è che in realtà nessuno voglia la pace dentro il Partito democratico. Certo, è ancora presto per dirlo. Sono passate appena 48 ore dall’ultima direzione cittadina e finora nei corridoi della politica è stato un susseguirsi di chiacchiericci.

Il primo a rompere il silenzio è il coordinatore di Sinistra riformista del Pd Turi Raiti, che non è mai stato tenero con questa amministrazione e non lo è neanche adesso. Raiti afferma di essere rimasto sorpreso dalla volontà di azzeramento della Giunta espressa dal sindaco in direzione ricordando allo stesso che se l’avesse detto l’8 luglio forse non si sarebbe arrivati a questo grado di spaccatura.

Mi auguro – scrive in una nota – che l’azzeramento totale della Giunta proposto dal sindaco Garozzo con la nomina di una nuova e in discontinuità totale rispetto a quella attuale e dentro un percorso che rimetta al centro: il Partito Democratico, il programma del centro sinistra e lo schieramento che fu alla base della vittoria elettorale alle comunali del 2013, ci possa mettere nelle condizioni di recuperare il tempo perduto”.

“Nuova”, “totale” e in “discontinuità”, tre termini ben definiti e assolutistici che dimostrano la voontà di quest’area di chiudere i ponti con il presente e il passato e ricominciare da zero, appunto. È solo che ci sono altre anime all’interno della Giunta, anime cui bisogna dar conto e con le quali dialogare. Come i Centristi di Gianluca Scrofani, cresciuto esponenzialmente in questi anni tanto da aver raddoppiato la propria compagine in aula (per non dire triplicata, anche se… su altre forme non esplicite).

Se n’è accorto e non gradisce pure Raiti: “La nostra divisione – dice infatti – ha consentito a qualche nostro alleato (peraltro non della prima ora) nell’amministrazione comunale di aumentare in maniera incomprensibile il suo peso politico che risulta palesemente drogato rispetto al risultato elettorale di 4 anni fa. Con una Giunta Comunale tutta nuova e con il Partito Democratico al centro del dibattito politico dentro il perimetro del centro sinistra forse possiamo recuperare il terreno perduto“.

E infatti negli ultimi anni proprio la spaccatura nel Pd e in particolare con i riformisti dopo “l’esonero” di Alessio Lo Giudice ha portato a una cementificazione nel rapporto tra il sindaco Garozzo e il suo assessore al Bilancio, che con un lavoro certosino, lento e graduale è diventato indispensabile per gli equilibri in aula. Tra oggi e domani ci dovrebbe essere il primo incontro tra le parti, in ogni caso, e si conosceranno le vere intenzioni del Partito e dell’amministrazione comunale.

Il coordinatore cittadino Marco Monterosso vuole capire se si tratterà di azzeramento vero e proprio quello proposto dal sindaco, che non vuole pubblicamente esporsi in questo momento, o solo di un forte ricambio. Sembra infatti che i nomi su cui non si transigerà – altro assolutismo – siano quelli di Francesco Italia e Pierpaolo Coppa, mentre le altre anime del Consiglio determinanti in Giunta vorranno mantenere (a parte Scrofani) anche il neo entrato Antonio Moscuzza, mentre è in forse l’altro assessore Mary Miceli. Per questi ultimi due si parla più della possibilità di cambiare rubriche che nomi.

Il presidente del Consiglio comunale Santino Armaro potrebbe fare un passo indietro, così come il capogruppo del Pd Francesco Pappalardo poi, in uscita, realisticamente, potrebbero essere solo tre: Dario Abela (sicuro), Giovanni Sallicano e forse anche Valeria Troia (vicinissima a Faraone, potrebbe dare una mano per le prossime regionali, quando il Pd deciderà che fare).

Il gruppo consiliare “Area democratica” intanto critica il Partito democratico che “nell’ultimo periodo non ha dato il meglio di sé ma anzi continua a creare disaffezione nell’elettorato di centrosinistra – sottolinea in una nota – abbiamo deciso di accogliere positivamente la decisione del sindaco di un azzeramento politico della Giunta al fine di ricompattare il centrosinistra. Noi siamo disponibili a rivedere le deleghe dell’assessore che esprime Area democratica in giunta ma siamo totalmente indisponibili a subire diktat sui nomi o veti da parte del Partito democratico o di qualsiasi altra forza politica. In aggiunta a questo, appare grave parlare della modifica dei vertici del consiglio comunale, prerogativa che non spetta certamente a un singolo partito ma eventualmente alla coalizione sempre che i singoli consiglieri comunali siano disponibili. Siamo in maggioranza e sosteniamo l’Amministrazione lealmente ma allo stesso tempo pretendiamo rispetto. Anche il Pd, che non è l’unica forza politica di centrosinistra e dovrebbe tenere conto che esiste un minimo di galateo istituzionale“.

Si tratta quindi di azzeramento di partito – come giustamente ammette lo stesso Monterosso – e non di aree, per cui se serve “quadrare il cerchio lo facciamo quadrare, se ci sono veti non ci stiamo. Io mi aspetto che il sindaco sia consequenziale, serve un vero cambio radicale forte e la consapevolezza di Garozzo di voler lavorare di squadra”. Il sindaco però sembra non aver bisogno di unità nel Pd per governare la città perché ha una maggioranza tranquilla in Consiglio. E il Pd non ha bisogno di Giancarlo Garozzo, perché non intende comunque ricandidarlo (non è detto che lo stesso voglia ricandidarsi) dopo un’esperienza tutt’altro che rose e fiori dopo 12 anni di destra.

Un partito impossibile da domare per chiunque, che vive di correnti e, si sa, quando c’è troppo freddo ci si ammala. Anche gravemente.


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