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Siracusa, Moena Scala: dallo strappo con i 5Stelle alla nuova avventura civica: “parliamo ai delusi dalla politica”

È stata il primo presidente donna del Consiglio comunale di Siracusa. Dopo lo scioglimento dell'assise lo "strappo" con i pentastellati e oggi una nuova avventura politica con "Officina Civica"

È stata la prima donna ad essere eletta come presidente del Consiglio comunale di Siracusa. Un’esperienza durata poco dopo che il “civico consesso” ha deliberatamente deciso di autoeliminarsi, ma che di certo l’ha proiettata nella scena politica siracusana. E si sa che l’appetito vien mangiando. Anche se infatti non lo confermerà mai, Moena Scala un pensierino alla candidatura a sindaco l’ha fatta. Ma forse (per ora) non è il momento. Eletta nel Movimento 5 Stelle, oggi non fa più parte del mondo pentastellato, lasciato non senza strascichi e qualche polemica, anche dal punto di vista mediatico. Dopo un periodo di silenzio, in occasione delle prossime elezioni amministrative ha scelto la via del civismo, sposando il progetto di “officina civica” ed è tornata a parlare delle sue ambizioni e di quelle della sua lista.

Moena Scala la ritroviamo in corsa da candidata al Consiglio comunale insieme alla sua civica Siamo Siracusa, quali sono le ragioni di questa scelta?

“Ho affrontato il ruolo di presidente del Consiglio comunale cercando di dargli una veste umana, lottando sempre a favore di una dialettica politica che fosse più vicina al cittadino evitando di parlare il politichese, vera ragione della disaffezione alle urne oggi così drammaticamente diffusa. L’ho fatto dapprima dai banchi del Consiglio comunale e poi, con ancora maggiore forza, da fuori. Il linguaggio politico in questa città è sempre stato particolarmente pesante. Gli stessi interlocutori politici che animano l’attuale scenario sembrano tanti piccoli generali a capo a loro volta di altrettante piccole armate che spesso fanno guerre insensate tra loro. Se si chiede poi ad uno di loro cosa pensa della propria armata non dirà mai che si tratta di una piccola unità ma la descriverà come l’esercito migliore tra tutti. Per fortuna il giudizio alla fine dei conti non lo darà il generale ma la città, spesso costretta ad assistere appunto a guerre che reputa giustamente insensate. Purtroppo la conseguenza più spiacevole di tutti gli inutili contrasti non può che essere la totale mancanza di fiducia da parte del cittadino siracusano rispetto all’operato dei rappresentanti politici così come della politica in generale. Dunque, la ragione, l’obiettivo principale della mia scelta è proprio quello di riavvicinare la politica alla città, intesa come comunità unita da un riscoperto senso di appartenenza”.

Eletta con il M5S in Consiglio comunale con la presidenza dell’assise fino allo scioglimento. Poi lo strappo ai 5Stelle seguendo Giarrusso, prima con De Luca, ora (magari) nel Pd. Seppur pochi sono già stati anni travagliati e pieni di scelte?

“Io credo di aver dato prova di possedere una caratteristica che in politica molto spesso non paga, la coerenza. Con coerenza e rispetto per il ruolo istituzionale che ricoprivo ho dato atto dello scioglimento dell’assise cittadina rimasta vittima dell’applicazione di un’assurda legge che ha punito il legittimo esercizio del diritto di voto, seppur esercitato seguendo le logiche e gli equilibri della politica. Nonostante il chiaro rammarico, non ho nulla da rimproverarmi rispetto a quell’episodio che gestirei altre 100 volte allo stesso modo, perché ritengo che chi ricopra un ruolo istituzionale debba essere garante per primo dell’integrità e del rispetto delle regole. Sullo strappo con i 5Stelle in città ci sarebbe da scrivere un libro. Io mi limito sempre a riportare con coerenza la verità dei fatti e tale verità certifica una rottura dei deputati locali nei confronti della mia persona (sottolineo dei deputati e non della base..) che ha davvero dell’incredibile.

Non ho lasciato il gruppo del M5S locale per seguire Giarrusso come da lei detto, l’ho fatto molti mesi prima che lo stesso fosse eletto al parlamento europeo. Queste sono circostanze ampiamente documentate sfociate parecchi mesi dopo in un articolo a pagina intera su La Sicilia a firma della deputazione locale, nazionale e regionale che mi accusava di essere diventata presidente del Consiglio comunale “superpartes”. In quella circostanza la mia colpa, a loro dire, fu quella del mio voto di astensione. Un’accusa senza alcuna logica ed alla quale non seguì alcuna risposta quando provai a chiedere ai deputati nazionali, anche attraverso una replica sullo stesso quotidiano, se avessero mai mosso una simile contestazione all’allora presidente della Camera Roberto Fico che proprio nel rispetto del ruolo istituzionale superpartes, si asteneva giustamente dalle votazioni. Era chiaro a tutti che si trattava di un pretesto infondato, il vero problema era nato molti mesi prima. Non ho mai ravvisato la necessità di parlarne apertamente ma considerato che a distanza di quasi 5 anni qualcuno continua a raccontare una non verità, credo sia corretto riportare un fatto di dominio pubblico che mi vide protagonista allora, e che io catalogo come l’origine dei problemi con la deputazione locale: la mia proposta alla candidatura come Presidente del Consiglio Comunale. Sebbene non fosse inizialmente tra le mie priorità, pur essendo stata eletta al Consiglio con un rilevante numero di voti, l’altrui ammonizione preventiva rispetto alla mia possibilità di concorrere alla detta posizione, vissuta come un’ingiusta ed arbitraria limitazione, mi fece decidere di parteciparvi.

Sottoposta la scelta alla votazione del gruppo ottenni la maggioranza del numero dei voti. Da allora ogni rapporto di sereno confronto ed equilibrio cessò, finendo con l’essere considerata da risorsa a vero e proprio “nemico giurato” da combattere. La triste conseguenza purtroppo è storia di disgregazione di un gruppo ma non certo di una mia personale sconfitta, vista la mia costante presenza in città e la determinazione nel combattere a sua difesa. Sulla questione De Luca sarò lapidaria: l’idea della battaglia sul fronte delle politiche meridionali e sulla tanto attuale autonomia differenziata, è un tema che mi affascinava e mi affascina tutt’ora ma tutto è naufragato nel breve volgere di qualche settimana. Ho incontrato De Luca solo due volte, una volta a Messina ed una qui a Siracusa in occasione della sua presentazione durante la quale, è tutto cristallizzato nelle dirette, veniva richiesta alla sottoscritta di proporre la sua candidatura con la lista Sud chiama Nord. Non mi sono mai candidata né ho mai sciolto la riserva su quell’invito, l’ho semplicemente declinato e non sono stata la sola. Da allora ho incontrato molti “esperti” di politica e tutti mi hanno bonariamente rimproverato per questo inspiegabile – a detta loro – rifiuto, considerando la mia elezione alle regionali nella provincia di Siracusa estremamente possibile. Ma avevo fatto la mia scelta che per coerenza ho mantenuto nonostante le varie sollecitazioni. Sul PD infine mi auguro che questa nuova composizione riporti serenità e nuove prospettive, spero si ritrovi compattezza ed equilibrio (ma anche il coraggio di alcune scelte locali chiare) anche qui a Siracusa”.

Per le imminenti amministrative ha dato vita a un nuovo progetto civico, come si prepara a tutto questo?

“Con uno spirito convintamente confederativo ed inclusivo che è poi il vero punto di forza del nostro movimento civico”.

Non crede che questo linguaggio politico possa essere poco compreso dalla città?

“Esiste un luogo comune spesso ingiustamente diffuso secondo il quale i siracusani sarebbero un popolo più dedito alle lamentele che non alla reazione. Io non credo sia così, al contrario, sono certa che ci siano tanti cittadini ancora innamorati di questa città che abbiano idee e determinazione per cambiarla. La sfida lanciata dal nostro movimento civico è tanto difficile quanto ambiziosa: riavvicinare i siracusani alla gestione della città, risvegliare il senso di appartenenza alla comunità. La prova della mancanza di questo prezioso elemento è sotto gli occhi di tutti, si pensi ad esempio alla forma di gestione della cosa pubblica attraverso i progetti di democrazia partecipata. In città solo 10 i progetti presentati, solo 6 quelli approvati. Il nostro è tra questi ultimi, un progetto semplice, capace di rispondere alle esigenze più immediate della città. “Riparchiamo”, questo il nome del progetto in gara che prevede la sostituzione delle giostrine per i bambini ormai usurate e poco sicure, con giochi in plastica riciclata certificata che garantiranno ai piccoli fruitori di giocare e divertirsi in totale sicurezza nel pieno rispetto dell’ambiente”.

Quale sarà il vostro ruolo dentro officina civica? Al momento sembra che Garozzo e Scrofani stiano tessendo la tela, mentre voi siate più in disparte.

“Come le dicevo siamo stati in silenzio lavorando sottotraccia sulla lista senza rilasciare alcuna dichiarazione ma il nostro coinvolgimento verso questa aggregazione civica è totale e, aggiungo, anche fondante! Siamo Siracusa è stata presentata ad ottobre del 2022 come una formazione civica di liberi cittadini siracusani. Dopo tre mesi e tante interlocuzioni siamo stati tra i fondatori del progetto Officina Civica insieme alle altre quattro liste. Non siamo affatto in disparte, professiamo in seno al gruppo e fuori dalla coalizione apertura massima su temi e risorse in città a tutte le forze progressiste e civiche che si stanno proponendo. Sono estremamente fiduciosa sulla bontà e dunque sulla buona riuscita di questo progetto. D’altro canto proprio dall’idea di coinvolgimento dei cittadini ha preso le mosse l’esperienza di Officina Civica nella quale abbiamo creduto sin dal primo momento”.

Dopo il suo strappo con i 5 Stelle in molti addetti ai lavori hanno pensato che lei volesse lavorare per una sua possibile candidatura a sindaco. Ci ha mai pensato?

“Non trovo questo approccio al ruolo corretto. Sono fermamente convinta che una candidatura ad un ruolo così delicato non si imponga né tanto meno si proponga ma nasca da una spontanea convergenza di intenti, affinità, capacità di saper rappresentare tutte le anime che compongono la coalizione. Io ho proposto sin da subito la mia candidatura al Consiglio comunale proprio per liberare il campo da ogni speculazione in tal senso e nel rispetto dei candidati che compongono la mia lista. Sono abituata alle sfide mettendoci sempre la faccia, cercando sempre e solo il consenso nominativo. Penso sia corretto misurarsi con le proprie forze chiedendo ai cittadini di scrivere il proprio nome e cognome su una scheda piuttosto che barrare un simbolo e ritrovarsi deputati o senatori. Per tornare sulla questione sindaco, so per certo che il mio nome è stato speso positivamente e proposto da parte di autorevoli interlocutori a parecchi tavoli. Li ringrazio per la stima nei miei confronti ma la discussione non mi appassiona più di tanto. Mi raccontano comunque di un veto assoluto da parte dei deputati del partito più votato alle precedenti amministrative in città (Il Movimento 5 Stelle, ndr). Non mi stupisco anzi credo sia giusto per questo partito dimostrare la propria forza e confermarla anche a questa tornata elettorale, anche se 5 (ops 4) consiglieri su 5 l’hanno rinnegato tra cui la sottoscritta, magari con un proprio candidato sindaco. Tornando a me, credo di aver dato prova nel mio recente passato di tenere più alla bontà del progetto che alla tenuta dei ruoli. Avrei potuto propormi e con ogni probabilità ottenere il ruolo di assessore in questa Giunta comunale, ma ho preferito rimanere al mio posto ponendomi politicamente sempre in opposizione rispetto all’ operato dell’attuale amministrazione, attendendo il giudizio delle prossime urne. Ci tengo a chiarire che il mio percorso non è legato ai ruoli da ricoprire, tutto è legato al lavoro del gruppo Siamo Siracusa costruito in questi anni. Le discussioni in città non sono mai entrate nel merito di un programma ma limitate ai soli nomi e già questo è un grave segnale di mancanza di visione politica”.

Di quali azioni e di quali programmi parla?

“Parlo di una visione più moderna della città che sia in grado di liberarsi dai condizionamenti che l’hanno ridotta allo stato attuale. Una città davvero inclusiva, con una chiara visione del suo futuro che concili l’enorme patrimonio turistico e culturale con una nuova versione ecosostenibile e competitiva del suo polo industriale, che sappia parlare alle classi meno abbienti ma che rappresenti un polo attrattivo per gli investitori, che tuteli tanto il piccolo commercio oggi ucciso da una depressione economica importante, quanto l’attività del libero professionista. Una città con un porto degno della sua fama, con un rilancio massiccio di investimenti in opere strutturali essenziali attraverso il Pnrr – una su tutte la rete fognaria delle acque bianche oggi inesistente -, una città che punti sulla qualità della vita del cittadino attraverso servizi nuovi e dunque attraverso nuove strutture come l’ospedale, un nuovo cimitero, un nuovo stadio, un nuovo waterfront, un sistema di trasporti e di mobilità integrata compatibile con la sua rete urbana, una città che non dimentichi gli ultimi. Ed infine, lasciatemelo dire perché da sempre rappresenta la ragione principale della mia partecipazione politica, una città che sappia rilanciare davvero, mettendole al centro, le sue periferie rendendole davvero fiere di una appartenenza alla città, che oggi con tutta evidenza non c’è. Spero di poter dare il mio personale contributo proprio su quest’ultimo importantissimo aspetto”.

Lei ha mantenuto fino ad oggi un profilo molto basso rilasciando pochissime interviste, c’è un motivo dietro a questo silenzio mediatico?

“Dopo la nascita del nostro movimento civico “Siamo Siracusa” abbiamo preferito lavorare a testa bassa nella costruzione di una proposta credibile e di un programma degno di una città come Siracusa adottando sin da subito un linguaggio comunicativo diverso. Questa è la prima intervista che rilascio da quando ad ottobre abbiamo lanciato il nostro progetto, il che potrebbe sembrare un controsenso per chi si deve proporre alla città, ma io non amo particolarmente apparire, chi mi conosce lo sa bene. Preferisco lavorare insieme al gruppo su un’ autentica aggregazione civica e su progetti concreti. In questa politica urlata sui media fatta di scontri e repliche quotidiane quasi nessuno parla di programmi. Noi lo facciamo parlando tra la gente e con la gente comune”.

Cosa si aspetta dunque da queste amministrative? Crede che la sua lista e la vostra Officina possano essere la reale sorpresa al voto o possiate essere ago della bilancia?

“Sono particolarmente orgogliosa di questo lavoro certosino partito dal basso con tanta fatica ed altrettanta determinazione, la squadra di Siamo Siracusa che si proporrà alla città alle prossime amministrative sorprenderà, ne sono certa. Ci sarà una notevole frammentazione e, purtroppo, un forte astensionismo. Per ciò che ci riguarda l’esito di tali amministrative dipenderà molto dalla nostra capacità di saper parlare ai siracusani delusi e sfiduciati. Ma ripeto, siamo abituati alle sfide ed a metterci sempre la faccia, anche questa volta sarà così. A testa alta, sempre!”


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