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Siracusa, Morte Angelo De Simone: a un passo dall’archiviazione la Procura riapre il caso. Segni non compatibili con il suicidio

A poco più di un anno dalla morte del ventisettenne di Siracusa, grazie a nuovi elementi, la Procura aretusea riapre il caso che stava per essere archiviato come suicidio

Riaperto il caso Angelo De Simone. Il gip del tribunale di Siracusa, Michele Consiglio, infatti, ha accolto la richiesta dei familiari della vittima, rinviando al pm Davide Lucignani il fascicolo d’inchiesta.

A poco più di un anno dalla morte del ventisettenne di Siracusa, trovato con un cappio al collo nel giardino della propria abitazione il 16 febbraio 2016, alla Procura aretusea il caso stava per essere archiviato come suicidio. Sebbene sin dal primo momento amici e parenti di Angelo abbiano escluso categoricamente il suicidio volontario, gli elementi in mano agli inquirenti, non sono mai stati sufficienti per portare le indagini verso altre direzioni.

Ora, in base agli elementi emersi dall’ultima perizia, eseguita da medico legale della famiglia De Simone, Corrado Cro, questi dettagli in più potrebbero essere arrivati e in grado di riaprire le indagini.

Secondo il medico legale, infatti, i segni trovati sul corpo del giovane presunto suicida, non sarebbero compatibili con la morte per impiccagione.

Nella perizia sarebbero contenuti dettagli importanti in merito a quanto stabilito dal medico legale che potrebbero portare gli inquirenti a dover cercare altri responsabili per la morte del giovane siracusano.


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