Ultime news

Siracusa, Nulla dies sine linea: la mostra in Ortigia

Il titolo della mostra riprende la locuzione latina nulla dies dine linea (nessun giorno senza una linea), attribuita a Plinio il Vecchio nella sua Naturalis Historia

LABō open space in Ortigia inaugura sabato 18 gennaio 2025 alle 18,30 la mostra Nulla dies sine linea, un progetto che unisce le opere di Demetrio Di Grado e Alessandra Roccasalva, due artisti che attraverso la linea e la tecnica del collage, esplorano e celebrano l’universo femminile. A cura di Federica Bordone, l’esposizione sarà visibile fino al 2 febbraio 2025 e offre un’interessante riflessione sulla continuità e sulla pratica artistica come motore della ricerca estetica e intellettuale.

Il titolo della mostra riprende la locuzione latina nulla dies dine linea (nessun giorno senza una linea), attribuita a Plinio il Vecchio nella sua Naturalis Historia, che si riferiva al pittore greco Apelle, il quale non trascorreva mai un giorno senza esercitarsi.

La produzione continua, instancabile, contraddistingue il lavoro di entrambi gli artisti proposti, Demetrio Di Grado e Alessandra Roccasalva, i quali in maniera altrettanto evidente portano avanti la loro ricerca senza mai prescindere da quello che è uno degli elementi cardine della grammatica visiva: la linea.

E la linea è madre della composizione, è donna, come donne sono i soggetti selezionati nelle due serie degli artisti presentati. Questa espressione diventa il fil rouge dei loro lavori per questa mostra, in cui attraverso tecniche vicine ma differenti, offrono una visione contemporanea di una ricerca incessante e quotidiana.

Demetrio Di Grado propone una serie di collage analogici e stampe, realizzati assemblando ritagli di giornali d’epoca dagli anni ’30 ai ‘50, nei quali la linea diventa il mezzo per esprimere la forza e la determinazione del femminile.

I suoi ritratti di donne sono accompagnati da dichiarazioni assertive, che sugli occhi, specchio dell’anima, diventano statement di emancipazione, consapevolezza e forza interiore. Il bianco e nero dei volti emerge da sfondi policromi, evocando il contrasto ma anche la relazione tra un passato prossimo e un presente, riconducendo la figura femminile a madre natura, al suo potere generatrice e alle sue moltitudini.

Nei pezzi unici “R-esistere ancora” e “così sarà”, la linea si carica di significati politici ed esistenziali, dando vita a figure contemporanee che interagiscono con il lettering, creando assonanze visive e grafismi provocatori, ma anche aperti a plurimi significati e riflessioni.

Come ha evidenziato Francesco Piazza, “Il lavoro di Di Grado esplora le complessità dell’esperienza umana, con particolare attenzione al contrasto tra il desiderio del cuore e la realtà dei fatti”.

Alessandra Roccasalva, attraverso collage digitali, realizza immagini di figure femminili che si ispirano alla storia dell’arte, traendone iconografie di Sante, Madonne e allegorie. In scenari onirici e surreali, queste donne fluttuano annullando il concetto di spazio e tempo, rendendole eteree ed eterne. L’artista stessa li definisce “scenari impossibili in cui la natura riprende il suo spazio”.

Ne risultano immagini potenti e allo stesso tempo delicate e sensuali, orientate da linee guida, che definiscono rapporti proporzionali di fantasia, sezioni auree in cui rielabora in maniera del tutto personale il rapporto tra micro e macrocosmo. Ciro Salinitro parla di “raffinate visioni metafisiche capaci di trasmettere una sensazione di mistero seducente in cui tutto è simbolico ed assume un valore altro”. Elementi iconografici come il pesce e la luna, simboli antichi di potenza creatrice e femminilità, si intrecciano nelle sue opere, offrendo una riflessione sulla natura, sulla sacralità e sulla spiritualità.

I lavori “Aurora”, allegoria in stile liberty e “Santa Caterina d’Alessandria”, tratta da Caravaggio, diventano in questa occasione omaggio alla città di Siracusa.

La mostra Nulla dies sine linea rappresenta due percorsi di ricerca che, pur nelle differenze stilistiche e tecniche, condividono la volontà di esplorare e celebrare il femminile attraverso un linguaggio visivo potente e raffinato. Qui la linea, in tutte le sue forme, diventa strumento di espressione, di resistenza e di riscatto.


© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni
Stampa Articolo


© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni