L’operazione “Piramide” che ha portato all’arresto di 14 persone e che coinvolge la discarica Cisma di Melilli avrà delle ripercussioni anche a livello regionale.
Il governatore Rosario Crocetta annuncia provvedimenti contro i dipendenti regionali infedeli: “Saranno immediatamente sospesi i funzionari della Regione coinvolti nello scandalo sul traffico di rifiuti pericolosi nel catanese scoperto dai Carabinieri e dalla Dda di Catania ai quali vanno il ringraziamento e le congratulazioni mie personali e dell’intero governo per il grande lavoro di pulizia che stanno facendo. Non ci troviamo di fronte alla semplice corruzione ma a un danno alla salute dei cittadini e dell’ambiente. Non faremo sconti, i funzionari saranno sospesi nelle more della procedura di licenziamento“.
Soddisfatta per l’operazione portata a termine da forze dell’Ordine e Procura di Catania anche il deputato nazionale Sofia Amoddio: “Sono contenta – dice – non in una visione giustizialista ma per aver contribuito ad approvare la legge sul disastro ambientale, che inasprisce pene per questi reati gravissimi. Gravissimi perché puntano all’offesa di un intero territorio come il nostro. Un plauso anche alle forze dell’ordine coinvolte perché con questa operazione si dimostra che il problema della giustizia passa dalla base e tocca tutti i livelli. Non sarebbe potuto accadere senza la connivenza dei funzionari della Regione, e anche qui abbiamo inasprito le pene (anche se la proposta è passata alla Camera e giace al Senato) perché reati come questi non è giusto che si prescrivano”.
Non va invece per il sottile Giuseppe Patti, Responsabile nazionale Legalità e Ecomafie della Federazione dei Verdi, secondo cui il presidente della Regione Siciliana Crocetta “dovrebbe sospendere sé stesso non solo i funzionari che in alcuni casi figurano in molte altre indagini e avrebbe già dovuto provvederea licenziare. Sulla Cisma ci avevamo visto giusto già due anni fa quando emerse il problema del Polverino Ilva tanto che avevamo sostenuto che se non fosse stato rifiuto pericoloso per lo meno era torbido. Esigiamo chiarimenti sia dal presidente Crocetta che dal ministro Galletti e non ultimo dai Commissari Governativi dell’Ilva, per aver dato credito ad una società piu volte finita sotto la lente d’ingrandimento della Dia. Al procuratore Zuccaro esprimiamo tutta la nostra gratitudine per il lavoro svolto”.
Ancora più duri i 5 Stelle. “Le politiche in tema di rifiuti del presidente Crocetta, sono a dir poco patetiche e dovrebbero esse stesse, divenire atto di interesse da parte delle Procure. Facciamo un po’ di ordine: Quando l’assessore Marino diede alle procure le relazioni sulle procedure autorizzative nelle discariche siciliane, l’unico feedback che ebbe dal presidente Crocetta fu quello di essere malamente defenestrato”. A dichiararlo sono i portavoce del Movimento 5 Stelle dal gruppo Ars e dal parlamento Europeo in merito all’operazione Piramide che svela l’intreccio tra mafia, rifiuti e funzionari regionali. “Nessuna delle persone che facevano parte dell’unità operativa di Gianfranco Cannova – sottolinea Angela Foti – e gli atti da essi approvati, sono stati messi sotto la lente di ingrandimento. Il governo non ha colto l’opportunità per avviare i giusti approfondimenti limitandosi a delle rotazion. Fumo negli occhi. Altri funzionari meritevoli invece, sono stati puniti: tra questi Ino Genchi, che avendo dato il diniego alle autorizzazioni per gli inceneritori, fu oggetto di mobbing sia da parte del governo Lombardo che da quello di Crocetta che, nonostante sia a conoscenza degli abusi perpetrati, ad oggi non ha mai riconosciuto il valore dell’eroico funzionario e predisposto il ritiro della delibera che sanciva una valutazione negativa delle sue competenze. A proposito dell’influenza della mafia nella gestione dei rifiuti, il presidente Crocetta anziché cadere dal pero, farebbe bene a leggere le relazioni delle commissioni sulle ecomafie che contengono informazioni illuminanti per comprendere meglio l’intreccio nato intorno all’affaire rifiuti in Sicilia”.
“Crocetta dopo l’ennesima operazione che svergogna i suoi dirigenti – spiega Giampiero Trizzino – anziché fingere di strapparsi le vesti e annunciare licenziamenti, dovrebbe licenziare sé stesso. Le avvisaglie che qualcosa non andava c’erano tutte. Nel 2013 infatti, l’assessorato regionale al territorio e dell’ambiente, nella persona dell’architetto Gianfranco Cannova, decretava un vergognoso giudizio positivo di compatibilità ambientale per una discarica di rifiuti speciali non pericolosi in in contrada Armicci ad appena 750 metri dal lago di Lentini e a pochi metri da terreni agrumicoli. Cannova venne arrestato poco dopo a luglio 2014 con l’accusa di avere intascato tangenti a fronte di favori resi a diversi imprenditori del settore delle discariche in Sicilia. Dove era Crocetta quando gli inquirenti svelavano tale sistema?”.
“Auspichiamo in tempi brevi – spiega Stefano Zito – che gli assessori Croce e Contrafatto, siano convocati a riferire in Commissione Antimafia e in commissione Ambiente per riferire sui fatti accaduti. Inoltre ho chiesto al presidente della commissione ambiente, di verificare quali altri altre autorizzazioni firmate dai funzionari regionali, sono state rilasciate per verificarle di nuovo e per capire quali altre discariche sarebbero state autorizzate da questi soggetti”.
A far scattare i controlli della Commissione Europea è stato invece l’eurodeputato Ignazio Corrao che con due interrogazioni all’esecutivo di Bruxelles, aveva messo nero su bianco le perplessità di cittadini ed ambientalisti sul traffico di rifiuti pericolosi dall’ilva di Taranto alla Cisma. “Augusta e tutto il suo comprensorio – spiega Corrao – continuano a vivere una stagione di agghiacciante sfruttamento industriale palesato anche da un tasso di incidenza tumorale e mortalità che forse non ha pari a livello europeo, il tutto con la tacita connivenza della classe politica a tutti i livelli. È evidente che la contropartita in termini di interessi privati deve essere molto alta. Il presupposto legislativo per un intervento a livello di Esecutivo europeo è anche quello della mancata applicazione di procedure volte agarantire una elevata protezione ambientale e sanitaria. E’ evidente – conclude Corrao – che questo obbligo viene continuamente calpestato ad Augusta”. La risposta della Commissione Europea era che nell’ambito del procedimento d’infrazione in corso, avrebbe chiesto alle autorità italiane di fornire ulteriori chiarimenti per garantire che le spedizioni dei rifiuti dell’Ilva fossero effettuate nel rispetto della pertinente normativa dell’Ue.
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