Moduli troppo immacolati e non stropicciati. Non sembrano firme raccolte per strada. Le firme false che stanno investendo il Movimento 5 Stelle a Palermo hanno fatto scattare la molla nel leader provinciale dei Verdi, Giuseppe Patti, che d’un tratto ha ricordato un’anomalia accaduta ai tempi delle elezioni amministrative.
La notizia – pubblicata oggi su La Sicilia a firma di Mario Barresi – rischia quindi di sollevare altre polemiche a distanza di anni dalle elezioni. Ex candidato sindaco con Rivoluziona Siracusa, poi diventato capolista in Rinnoviamo Siracusa. Non eletto, per un certo periodo finisce consulente gratuito del sindaco per la variante del Piano regolatore ma poi tra i due si spezza qualcosa. E la vicenda pentastellata palermitana ha riacceso una lampadina.
Così Patti ha presentato un esposto chiedendo alla Procura di verificare la correttezza degli atti relativi alla presentazione di questa e di tutte le altre liste concorrenti alle ultime amministrative e in particolare per controllare se le firme dei sottoscrittori sono depositate in originale e se corrispondono alla reale volontà dei sottoscrittori. Moduli immacolati, calligrafia apparentemente uniforme e un esposto in Procura smuovono le acque.
Ma il sindaco, Giancarlo Garozzo, non ci sta. E parla di “voglia di emulare” ciò che succede a Palermo. Si dice perplesso per tempi e modi e respinge qualsiasi tipo di accusa, a partire da quella presunta pacca sulla spalla con annessa battuta “ni facisti fari na mala nuttata” dopo la presentazione al fotofinish dell’intervista.
© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni
Stampa Articolo
© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni