“La notizia pubblicata dalle agenzie di stampa e rilanciate dai più importanti giornali economici italiani sulla volontà di Lukoil di vendere la raffineria della zona industriale di Priolo merita certamente un approfondimento e una presa di posizione della classe politica“. Ad affermarlo è Gaetano Cutrufo, candidato alle prossime elezioni regionali Ars e presidente del Siracusa calcio.
Lukoil avrebbe mostrato i dati tecnici e finanziari sul complesso a potenziali acquirenti per verificare l’appetito del mercato. “Ciò – afferma Cutrufo – si traduce in una precisa volontà da parte dell’azienda, che, ricordo, occupa un migliaio di lavoratori. La zona industriale, pur con la necessità di un graduale ma veloce adeguamento a una maggiore ecosostenibilità ambientale, rappresenta una risorse importanti del nostro territorio e le questioni grandi e piccole, e certamente la vendita di una raffineria non può essere considerata una piccola operazione, non possono svolgersi nell’assoluto silenzio della politica regionale e nazionale”.
L’operazione, che comprenderebbe entrambe le raffinerie della nostra provincia, ha una capacità di circa 320 mila barili al giorno con cisterne che possono contenere quasi 4 milioni di metri cubi di prodotto oltre a 3 terminal marini. Lo dichiara l’On. Vincenzo Vinciullo, presidente della commissione ‘Bilancio e Programmazione’ all’Ars: “è chiaro che nessuno può, né vuole, entrare nelle scelte strategiche della Lukoil, ma dal momento che sono quasi 1000 i lavoratori dipendenti dal colosso russo, sarebbe opportuno che facessero conoscere quali sono le loro reali intenzioni in modo da tranquillizzare i lavoratori e consentire al territorio di poter esprimere le proprie valutazioni su un’ipotesi di passaggio delle azioni della raffineria Isab. Non crediamo che le indagini della Procura possano aver stimolato la società ad assumere questo atteggiamento dal momento che già da subito si era dichiarata disponibile a mettere in atto le prescrizioni sugli impianti in modo da avere una tutela certa del territorio, ma preoccupa il fatto che tutto starebbe avvenendo alle spalle del territorio“.
Ove la notizia della ipotesi di vendita della Lukoil venisse confermata, per l’assessore Bruno Marziano, sarebbe motivo di allarme e preoccupazione, perché un conto è sapere che un pezzo importante dell’industria siciliana e siracusana è nelle mani di un grande gruppo come la Lukoil, altra cosa è pensare cosa può succedere in termini di nuove ipotesi di governance e scelte industriali. “come la politica, e io personalmente, si mise a disposizione nei contatti con il governo regionale, per sostenere i progetti di Lukoil (ricordo incontri alla regione con il vertice di Lukoil) in termini di autorizzazioni per investimenti, avendo dato credito alla stesa Lukoil, anche in questo caso c’è piena disponibilità del governo regionale ad affrontare eventuali problemi. Il tutto, comunque, nel rispetto delle prescrizioni della magistratura sugli interventi per mitigare gli impatti ambientali. Solo così si può assicurare un futuro industriale alla Sicilia, alla provincia di Siracusa, e alle prospettive di lavoro e occupazione”.
Il vice presidente di AnciSicilia, Paolo Amenta, già sindaco di Canicattini Bagni e attuale presidente del Consiglio comunale della cittadina iblea e dell’Agenzia di Sviluppo degli Iblei, si dice fortemente preoccupato qualora fosse verificata e fondata la notizia di una possibile vendita degli impianti di raffinazione Isab di Priolo da parte del colosso russo Lukoil che qualche anno addietro li ha acquisiti da Erg. Sta di fatto che la notizia di una possibile vendita dell’impianto di raffinazione, secondo il Vice Presidente di AnciSicilia, suona come un ulteriore, se non l’ultimo, campanello d’allarme sul futuro dell’area industriale siracusana, ormai per buona parte dismessa ma senza alcuna strategia che guardi ad una riconversione, come spesso si è detto, addirittura in un’ottica di sostenibilità.
“La notizia di oggi, se verificata e fondata, non ci coglie di sorpresa – rimarca il vice presidente Paolo Amenta – soprattutto se pensiamo alla latitanza della politica su un problema così delicato per l’economia già debole della provincia di Siracusa, con il dramma di una disoccupazione giovanile che oltrepassa il 60% e di quella ordinaria che va ben oltre il 30%. Occorre subito l’apertura di un tavolo permanente di confronto tra forze sociali, imprenditoriali, istituzionali e la politica, per scongiurare la morte di quel che resta dell’are industriale e la messa in strada di migliaia di lavoratori. Purtroppo, nonostante questo pesante fardello che la provincia di Siracusa si porta sulle spalle con la disperazione di migliaia di famiglie, quello che ci rammarica è che si continua a percorrere la strada del silenzio su questo delicato problema di un’area industriale ormai per un buon 50% dismessa con vaste aree inutilizzate che, al contrario, andrebbero recuperate, bonificate pensando ad un loro nuovo utilizzo attraverso un’economia sostenibile nel campo energetico e meccanico, ma anche nel comparto agroalimentare dove sono presenti progetti di gran lunga innovativi e benefici che, come nel caso del “Pastazzo” degli agrumi per alimentazione animale, oltre che per la cosmetica e il benessere umano, ridarebbero vitalità all’economia agrumicola morente del siracusano. Ma si potrebbero fare tanti altri esempi per ridisegnare e dare una strategia all’area industriale. Invece – continua Amenta – assistiamo all’atteggiamento silente di una politica che non ha, dopo anni, ancora una strategia, non si confronta con il territorio e con il sindacato, non parla più di bonifiche e non si preoccupa di far crescere l’economia e l’occupazione in questa provincia. Dall’altra parte, alle giuste azioni di salvaguardia dell’ambiente e della salute dei cittadini, richieste con il grido della disperazione dalle popolazioni che vivono attorno all’area industriale, l’unica risposta che arriva dalle aziende, in questo caso dalla multinazionale russa Lukoil, è la vendita e la rimessa sul mercato degli impianti. Una facile soluzione che non possiamo accettare perché, comunque, ci vedrebbe soccombenti in termini di indebolimento della già precaria economia che ci ritroviamo, in termini occupazionali, e di strategie nuove di sviluppo che verrebbero così ancora una volta bloccate. Quindi, ribadisco, è urgente che si apra subito un tavolo di confronto, domani sarebbe troppo tardi“.
“L’Isab non può essere considerato uno dei tanti insediamenti industriali, ma il perno su cui ruota l’intera area integrata petrolchimica e dell’energia”. Così i tre segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Siracusa, Roberto Alosi, Paolo Sanzaro e Stefano Munafò, intervengono a commento delle notizie sull’ipotesi di vendita della Lukoil.
“Politica, istituzioni, la stessa Regione e l’intero territorio, alzino il livello di attenzione – continuano i tre segretari – Si chieda con celerità una risposta certa sulle scelte industriali di Lukoil più volte richiamata, dal sindacato, a presentare un piano industriale definitivo e condiviso. Naturale la preoccupazione che certe notizie possono destare tra i circa 1500 lavoratori, tra diretto e indotto. A loro vanno date risposte certe e rapide. La presenza di questo colosso ha dato ulteriore consistenza ad uno dei poli più grandi d’Europa. Abbiamo sottolineato, in tutte le difficili vertenze, non ultima quella di Versalis, il valore di un’area integrata che mette insieme tante aziende. Oggi, queste notizie, meritano attenzione e, soprattutto, una verifica immediata delle eventuali scelte su cessioni o nuove governance“.
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