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“Siracusa potrebbe diventare capitale del turismo religioso” così Lonzi nel 50° della lacrimazione della Madonna

A conclusione del proprio anno di servizio 2012-2013 e in occasione del sessantesimo della lacrimazione della Madonna delle Lacrime di Siracusa, il Presidente del club Rotary Siracusa Ortigia, Dott. Michele Lonzi ha organizzato un incontro, nello spirito di servizio che anima il club, su un tema di grande attualità:  il turismo religioso e lo fa in un momento particolare, quale quello che contraddistingue il varo della nuova amministrazione cittadina.

L’incontro si è articolato in due sezioni: Una di ordine religioso, tenuta da Padre Salvatore Arnone, per lungo tempo responsabile del reliquiario delle lacrime della Madonna e una laica sul tema legato allo sviluppo economico che può portare il turismo religioso, trattata dal presidente del Rotary club di Palermo nord Dr Agostino Porretto, già Direttore Generale dell’Assessorato Regionale al turismo. Intervenuto anche il Presidente del Consorzio Siracusa Turismo, Dr Sebastiano Bongiovanni, in qualità di ente che ha promosso e continua a promuovere inziative turistiche e di promozione nella nostra città:

“Un saluto particolare a S.E. Mons. Salvatore Pappalardo, Arcivescovo di Siracusa, che impegnato ha voluto comunque esserci con il suo segretario Padre Aurelio Russo – introduce il Dott. Lonzi.

L’evoluzione demografica di Siracusa è complessa ed articolata in più fasi. Questa città ha attraversato periodi di grande sviluppo e periodi di decadimento. Doveva essere molto popolata in età greca, basti pensare infatti che lo studioso di epoca greco-romana e traduttore piemontese, Carlo Picchio, scrisse di Siracusa “sorta per opera di una colonia di Corinti, guidata da un Archia, nel 734 a.c., appena vent’anni dopo roma, Siracusa fu, prima di Roma, la maggior città del Mediterraneo, raggiungendo, e forse superando, il milione di abitanti e facendosi, a sua volta, metropoli.”

Da tanta grandezza Siracusa arrivò a ridursi a poca cosa, pensate registrava solo 14.000 abitanti, nel XVII secolo, una città spopolata che viveva ormai solo nel quartiere Isola di Ortigia, divenuto per antonomasia “Siracusa”. Ciò avvenne per un lento decadimento che dalla conquista di Roma al medioevo, aveva ridotto la città in una tragica condizione economica. Nei tempi più recenti l’economia della città, anni ’50, era da ascriversi ad agricola artigianale, con un piccolo comparto della pesca, ma ecco nel 1960 appare il miraggio dello sviluppo industriale, sorge il polo petrolchimico, viene fatto passare all’opinione pubblica come un piano di industrializzazione che permetterà all’intera provincia di Siracusa di uscire dal sottosviluppo e avviare a soluzione lo storico problema della disoccupazione.

Molti oggi sono a chiedersi, se fu quella una scelta felice. Infatti la realizzazione del polo petrolchimico, produsse si’ un immediato sviluppo, ma come tutte le cose che si producono in un lasso di tempo troppo limitato, limitato e’ stato il suo riflesso sull’economia globale; una cosa è certa, dobbiamo chiederci, fu giusto far sorgere un industria pesante in una area costiera così bella e vasta, ricchissima di testimonianze archeologiche?

Lì approdò la civiltà greca, trascurando un comparto importante, che per questa città e per questa provincia, non puo’ che essere quello turistico, un dato, ad oggi in quell’area non è presente nessun piano credibile di recupero ambientale. Oggi a sessant’anni dall’evento miracoloso delle lacrime di Maria a Siracusa, ci interroghiamo su un comparto misconosciuto, il turismo religioso. L’evento si svolse dal 29 agosto al 1 settembre 1953, nella generale commozione di un immensa moltitudine di fedeli.

La miracolosa lacrimazione di una effige in gesso raffigurante il Cuore Immacolato di Maria, posta come capezzale, presso la umile casa dei freschi coniugi Iannuso, sita in via degli Orti, fu accompagnato dal grido dei siracusani, la Madonnina piange. In primo tempo, l’effige fu venerata in piazza Euripide, cio’ fino al 1968, in quel luogo ora c’e un stele a ricordo, la Piazza risulta poco curata, dovrebbe rivedersi il decoro anche nel rispetto delle grandi folle che li’ si riunivano in preghiera.

Dal 1966 si iniziò a costruire il nuovo tempio, la costruzione durò circa 28 anni e venne consacrata solennemente da Papa Giovanni Paolo II, il 6 novembre del 1994, durante una memorabile giornata di eccezionale piovosità, la pioggia non lascia mai indifferente il suolo che bagna, così come le parole con le quali il Papa arrichì la sua omelia, preziosi elementi atti a comprendere il silenzioso pianto di Maria.

Dunque a tal punto necessarie sono alcune mie considerazioni: Se a Fatima, Lourdes, la Salette, Medjugorje, la Madonna ha fatto conoscere il suo dolore e la sua esortazione al pentimento, attraverso veggenti e umili ragazzi, qui a Siracusa parlò con il pianto, a migliaia di persone che assistettero all’evento prodigioso, ciò affinchè fosse creduto, senza ombra di dubbio, si sottopose l’evento in corso a fredde analisi scientifiche e di laboratorio, perchè a differenza di tutte le altre visioni ed apparizioni, il miracolo di Siracusa resta confermato dalla scienza.

Di turismo religioso in questa città, così importante per il Cristianesimo, se ne parla poco e male, eppure basterebbe ricordare oltre l’evento miracoloso delle lacrime di Maria, il passaggio di San Paolo nella nostra città, proveniente da Malta o la Chiesa di San Martino in Ortigia, la più antica costruzione di culto, realizzata dopo l’avvento del Cristianesimo a Siracusa, e tanto altro ancora.

Eppure il turismo religioso è in continua crescita, con un notevole risvolto economico. Si muovono ogni anno 300 milioni di persone, smuovendo un volume di affari che supera i 18 miliardi di dollari, dei quali 4,5 generati solo in Italia. Ogni anno sono infatti 35 milioni gli italiani che viaggiano alla scoperta dei numerosi Santuari, Monasteri ed Eremi. Di questi 14 milioni si muovono per motivi esclusivamente di Fede, mentre altri 21 milioni si aggregano anche per motivi culturali, sono turisti della Fede, che scelgono, per le loro vacanze le “Reti del turismo religioso”.


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