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Siracusa, residence alla Pillirina, Legambiente pronta a ricorrere in appello: “sentenza ingiusta”

Nella sentenza si legge che Legambiente già dal 19 aprile 2021 fosse a conoscenza del provvedimento dunque il ricorso avrebbe dovuto essere proposto entro il termine di sessanta giorni da quella data e non, come accaduto, in seguito all’avvenuto accesso agli atti  

La terza sezione del Tar di Catania ha rigettato il ricorso proposto da Legambiente Sicilia contro l’autorizzazione paesaggistica rilasciata dalla Soprintendenza di Siracusa per il restauro e il consolidamento dei fabbricati di Punta alla Mola alla società Elemata Maddalena, perché ritenuto tardivo.

Nella sentenza si legge che Legambiente già dal 19 aprile 2021, quando fece istanza di accesso agli atti alla Soprintendenza, fosse a conoscenza del provvedimento poi impugnato solo per il fatto di avere dichiarato “di aver appreso dagli organi di stampa dell’avvenuto rilascio da parte della Soprintendenza BB.CC.AA. di Siracusa del parere positivo al progetto di ristrutturazione di alcune costruzioni che fanno parte della batteria costiera “Emanuele Russo” di Punta della Mola”. Dunque, secondo il Tar, il ricorso avrebbe dovuto essere proposto entro il termine di sessanta giorni da quella data e non, come accaduto, in seguito all’avvenuto accesso agli atti, ovvero quando l’associazione ha effettivamente avuto conoscenza dell’atto.

“Riteniamo questa sentenza profondamente ingiusta e sbagliata perché lesiva del diritto di difendere gli interessi ambientali pienamente e con serietà di cognizione – affermano da Legambidente Siracusa -. Riteniamo aberrante l’onere di intentare ricorsi “alla cieca” solo sulla base di notizie di stampa, così come sembrerebbe doversi fare secondo la sentenza in commento, quando non si avrebbe neanche certezza dell’autorizzazione o del provvedimento da impugnare. Senza contare le gravose spese di accesso alla Giustizia che le associazioni di volontariato devono sobbarcarsi nei diversi gradi di giudizio. La decisione del Tar Catania, va da sé, impedisce di verificare nel merito la fondatezza delle contestazioni mosse al provvedimento nel ricorso di Legambiente e, soprattutto, se è vero che quei ruderi erano abitazioni e perciò si possono destinare all’uso autorizzato. Non ci arrendiamo, proporremo appello contro questa sentenza ingiusta e come è già accaduto per il ricorso di primo grado, per affrontare le spese del giudizio, ricorreremo al sostegno economico dei cittadini e delle associazioni che hanno a cuore questo meraviglioso luogo. Siamo sicuri che risponderanno in tanti, perché la tutela della “Pillirina”, che avverrà solo con la definitiva istituzione della riserva naturale che si attende da anni, è l’unica prospettiva di fruizione sostenibile e economicamente duratura di questo luogo di impareggiabile bellezza”.


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