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Siracusa, scoppia l’amore con il teatro comunale. Il direttore Torrisi: “un punto di ritrovo per i cittadini”

Novità per il prossimo anno: momenti di confronto e dibattito

Positivo il bilancio del primo anno della stagione teatro a Siracusa. A dirlo è Orazio Torrisi, il primo direttore del Teatro Massimo città di Siracusa. Un struttura che conta appena 404 posti, ma che vanta un grande fascino. Per anni, più di 60, quel teatro è rimasto chiuso, in silenzio, mortificato da problemi di sicurezza che ne hanno impedito l’apertura; tranne per brevi occasioni.

Quest’anno, però, per la prima volta ha goduto di un cartellone di spettacoli che ha fatto scoprire ai siracusani il piacere di frequentare quel posto magico dove a vincere, come si sa, è sempre e solo l’arte della parola.

Ed ecco che le poltroncine e i palchetti sono stati quasi sempre affollati, almeno per quanto riguarda la stagione degli spettacoli classici. Meno fortuna hanno avuto quelli contemporanei tranne per alcune eccezioni tra cui “Misericordia” di Emma Dante, spinto anche dal recente successo cinematografico. Grandi applausi per Tuccio Musumeci, Donatella Finocchiaro, Galatea Ranzi e Mario Incudine. Nomi che, in parte, saranno riproposti per il prossimo anno. Poche ancora le anticipazioni che, al momento, riguardano solo la stagione tradizionale.

Su dieci spettacoli, Torrisi ha snocciolato sette titoli: “La giara” di Luigi Pirandello, regia di Giuseppe Dipasqaule con Tuccio Musumeci, Angelo Tosto, Filippo Brazzaventre e Vincenzo Volo; “Un sogno a Istanbul” di Alberto Bassetti, regia di Alessio Pizzech, con Maddalena Crippa e Maximilian Nisi; “Le intellettuali” di Molière, regia di Giovanni Anfuso, con Giuseppe Pambieri, Giorgio Lupano e Micol Pambieri; “Parlami d’amore” di Costanza DiQuattro, regia di Pino Strabioli con Mario Incudine; “Crisi di nervi” di Anton Cechov, regia di Peter Stein con Alessandro Averone, Sergio Basile, Maddalena Crippa, Gianluigi Fogacci, Alessandro Sampaoli e Emilia Scatigno; “Il piacere dell’onestà” di Luigi Pirandello, regia e con Alessandro Averone; “Piccolo grande varietà” regia di Marot’s, con Tuccio Musumeci.

Sembrano pochi i margini di manovra per eventuali grandi nomi sul palco del teatro e il motivo è presto detto: la sostenibilità economica per un posto che conta pochi posti. “Il nostro obiettivo – spiega Torrisi – è quello di creare un punto di ritrovo per i cittadini in cui possano godere di spettacoli di alta qualità”. Novità per il prossimo anno: momenti di confronto e dibattito tra cittadini perché il teatro, storicamente, è “agorà”.


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