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Siracusa, sequestro Ias. Scarinci (FdI): “solo il ministero può intervenire celermente”. Marziano (Pd): “le vicende giudiziarie non distruggano la nostra economia”

Ias è un impianto di trattamento di seconda categoria e questo aspetto gli consente di stabilire le concentrazioni degli inquinanti in ingresso al depuratore

“La strada più veloce per risolvere la questione passa dall’immediato intervento del Ministero su questa vicenda perché il Ministero è l’Ente che ha rilasciato le Aia a tutte le aziende che operano nel polo e di conseguenza ha la padronanza del quadro complessivo della situazione, soltanto il Ministero può intervenire celermente considerato che è lui che determina tutti i limiti degli scarichi degli impianti e potrebbe mettere in campo un sistema che intanto garantisca la verifica continua e costante dei dati di concentrazione dello scarico a mare di Ias e nello stesso tempo avvii immediatamente e di concerto con la Regione la procedura di rilascio dell’Aia, non vedo altre possibili soluzioni”. Beniamino Scarinci, responsabile provinciale “mondi produttivi” per Fratelli D’Italia interviene così all’indomani del sequestro degli impianti di Ias.

“Gli impianti come il depuratore di Ias sono soggetti a rilascio di Aia dal 2006 con l’avvento del codice unico ambientale, la 152/06 quindi da ben 16 anni fa
– dice – di conseguenza il provvedimento della procura appare più che legittimo, nei fatti se qualunque impianto di proprietà privata avesse operato per un solo giorno senza l’Aia, lo stesso sarebbe stato raggiunto da un provvedimento analogo ma in tempi molto più brevi. Le avvisaglie di quello che è successo ieri si sono riscontrate diverse volte negli ultimi anni, ricordo infatti che il depuratore è stato già oggetto di un provvedimento della procura che alla fine aveva imposto delle prescrizioni che se ottemperate per tempo avrebbero scongiurato il sequestro di ieri. È inutile oggi che i rappresentanti politici ricerchino responsabilità in ogni dove perché la verità è semplice e su questa vicenda purtroppo la realtà è che la politica ci ha dormito sopra pensando che non si arrivasse al blocco dell’impianto. La Regione e le Istituzioni locali hanno avuto tutto il tempo di sistemare le cose ed è assurdo essere arrivati al punto in cui la magistratura di fatto si è dovuta sostituire agli enti che non hanno fatto il loro dovere fornendo l’Ias di una adeguata autorizzazione che avrebbe evitato tutto questo. Oggi la primaria esigenza è quella di tutelare i posti di lavoro dei dipendenti che rischiano seriamente in quanto la mancanza degli introiti da parte degli industriali farà mancare la stragrande maggioranza dei soldi che incassa Ias e le poche decine di migliaia di euro che il depuratore incassa dai comuni di Priolo e Melilli non riusciranno mai a coprire le spese del personale e correnti dell’Ias”.

Ias è un impianto di trattamento di seconda categoria e questo aspetto gli consente di stabilire le concentrazioni degli inquinanti in ingresso al depuratore. “Chiaramente si può disquisire sull’enormità o meno di queste concentrazioni che però rimangono a discrezione del gestore dell’impianto – aggiunge Scarinci – altro aspetto importante è che le quantità assolute in tonnellate/anno di inquinanti e non le loro concentrazioni, 77 tonnellate l’anno devono essere divise sulla quantità di acqua che Ias scarica a mare ed è quello il dato più importante, purtroppo questi due aspetti se discussi per tempo e inquadrati all’interno di una autorizzazione sarebbero state le garanzie per il funzionamento regolare dell’impianto ma il fatto che manchi proprio l’autorizzazione rende oggi ininfluenti questi fattori sul procedimento della procura. È proprio questo il motivo per il quale condanno la politica perché se si fossero presi l’onere di occuparsi di inserire queste cose in una autorizzazione oggi non ci troveremmo a parlare di questo e la procura non avrebbe dovuto sostituirsi a loro”.

Sul tema interviene anche l’ex parlamentare Ars e assessore Bruno Marziano, che si dice disposto, pur non ricoprendo cariche pubbliche, a partecipare a tutti i momenti di approfondimento ed elaborazione di soluzioni di questo grave impasse del territorio e della sua economia e benessere sottolineando come il Pd siracusano farà tutto quello che è necessario per affrontare i problemi che attengono alla politica e a procedure burocratiche e autorizzative in cui, come forza di governo, può intervenire.

“Premesso che la Magistratura non solo il diritto ma anche il dovere di intervenire nei casi in cui individua ipotesi di reato di qualunque natura, amministrativo, penale, ambientale, etc, la vicenda che riguarda il sequestro dell’impianto di depurazione Ias ha però delle ricadute talmente importanti da obbligare tutti, magistratura compresa, a trovare le soluzione per evitare che l’ipotesi di disastro ambientale e possa seguire un certissimo disastro economico e sociale – sottolinea -. La chiusura dell’impianto Ias comporta infatti quasi nell’immediato il blocco di tutte le attività produttive di una dei più importanti poli industriali d’Europa, che contribuisce, per altro, fortemente nelle forniture energetiche di tutto il paese. E il caso cade nella fase critica che in tal senso tutti conosciamo. È necessario, come si è fatto in altri casi simili (Ilva Taranto), coinvolgere tutti i soggetti interessati nella individuazione di una soluzione, nel rispetto delle norme di legge e delle procedure. E, trattandosi anche di reati eventualmente consumati molto indietro nel tempo, si possano trovare le opportune soluzioni per evitare il blocco delle attività industriali e la conseguente inevitabile crisi economica. Pur non rivestendo alcun ruolo istituzionale mi permetto di suggerire un percorso che intanto separi gli eventuali reati di tipo autorizzativo che possono essere, con buona volontà di tutti, sanati rapidamente attraverso il coinvolgimento delle istituzioni interessate, da quelli eventuali di carattere ambientale ai quali vanno dati risposte di natura diversa. Questa vicenda che già da sola mette in crisi un intero sistema e la sopravvivenza delle imprese, intervenire purtroppo in un momenti in cui i vari fatti internazionali a tutti noti, avevano già determinato una situazione di preoccupazione e di incertezza dell’economia siracusana e siciliana e di migliaia di posti di lavoro. Un momento in cui va messa in campo una prova eccezionale e direi “storica” per la classe dirigente regionale e provinciale che deve dimostrare di essere all’altezza della drammaticità del momento che stiano vivendo”.


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