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Siracusa, Sergio Cutrale riconfermato segretario generale Fai Cisl

La pandemia, il ruolo dell’agroalimentare tra Ragusa e Siracusa, la forestazione, le tutele contrattuali e le richieste del sindacato per la tutela dei diritti dei lavoratori i punti cardine della relazione di Cutrale

Sergio Cutrale riconfermato alla guida della Fai Cisl Ragusa Siracusa. L’elezione al termine del terzo congresso territoriale svolto nella sala conferenze di Villa Criscione a Ragusa alla presenza del segretario generale nazionale della categoria, Onofrio Rota, del segretario generale della Fai siciliana, Adolfo Scotti, e della segretaria generale della Ust, Vera Carasi. A completare la segreteria Daniela Cannizzaro e Angelo Macca.

La pandemia, il ruolo dell’agroalimentare tra Ragusa e Siracusa, la forestazione, le tutele contrattuali e le richieste del sindacato per la tutela dei diritti dei lavoratori i punti cardine della relazione di Cutrale.

Il territorio detiene il primato nazionale per la produzione agricola lorda con oltre il 47 per cento di produzione ortofrutticola e floricola sotto terra – ha ricordato il segretario della federazione che riunisce i lavoratori – e per i prodotti serve un marchio per la distintività dei prodotti.

Quindi il richiamo alla necessità di infrastrutture che possano facilitare il collegamento con fette di mercato nazionale e internazionale.

Urge accelerarne la realizzazione – ha sottolineato Sergio Cutrale – La rete infrastrutturale, in attesa di completamento da diversi anni, la definizione del porto di Pozzallo, l’autostrada Ragusa – Catania, alla Siracusa – Gela, l’autoporto di Vittoria, opere necessarie per uno sviluppo organico delle varie aziende e per una maggiore valorizzazione del loro ruolo economico nel contesto euro-mediterraneo.”

Nel quadro del mercato del lavoro del territorio Ragusa Siracusa, i dati Istat aggiornati alla fine del 2020, attestano che il settore ha impiegato oltre 42 mila lavoratori a tempo determinato.

Parliamo di circa il 15 per cento degli occupati – ha ricordato Cutrale – A questi vanno aggiunti migliaia di lavoratori neocomunitari ed extracomunitari che si materializzano, purtroppo, alla bisogna dei loro datori di lavoro. Il caporalato continua ad essere una piaga mortale – ha sottolineato il segretario della Fai territoriale – e contribuisce alla determinazione del Pil in maniera rilevante. A Ragusa e Siracusa come prima accennato, con oltre 40.000 iscritti negli elenchi anagrafici dell’agricoltura, si denunciano poco più di quattro milioni di giornate l’anno. Come affermare, praticamente, che per i restanti 265 giorni, le varie coltivazioni si autogestiscono. Questi pochi dati spiegano quanto sia conveniente l’illegalità alimentata dal lavoro nero.

La Fai, chiede da tempo l’istituzione di un tavolo permanente per dare vita ad un piano dettagliato di interventi per la manutenzione e la messa in sicurezza del territorio e per attivare un’azione che valorizzi la forestazione, le economie boschive e i Consorzi di Bonifica, dando contestualmente dignità a tutti i lavoratori. – ha concluso Sergio Cutrale – È necessario accelerare la riforma del comparto forestale, previo confronto, in tempi brevi, con il Governo della Regione, per discutere sulle proposte contenute nella piattaforma sindacale unitaria che in sintesi consistono nel: mantenimento del Turn Over; mantenimento delle fasce di Garanzia; avvio delle procedure finalizzate al ricambio delle unità lavorative.”

Consorzi di bonifica e forestale nell’intervento di Adolfo Scotti.

La bonifica paga la cattiva gestione del passato – ha detto il segretario della Fai Sicilia – La politica guarda ad altre esigenze e non sicuramente all’inserimento di questo settore nel progetto di sviluppo economico della regione. E sulla forestale l’attenzione deve essere posta sulla provincia di Siracusa che tra sei anni, con questo andazzo, rischia di trovarsi senza questo ambito di lavoro.”

Sergio, nella sua relazione, ha fatto bene a sottolineare l’importanza delle infrastrutture. – ha esordito Vera Carasi nel suo intervento – L’agroalimentare è un punto di forza di questo territorio e riesce a distribuirsi anche con produzioni diverse tra il ragusano e il siracusano. Serve, però, avvicinare le nostre aziende a quella fetta di mercato importante che può essere conquistata grazie alle eccellenze qui prodotte.

E se ci sono possibilità di intervento grazie ai fondi europei, – ha aggiunto il segretario generale della Ust Ragusa Siracusa – lo si faccia presto e con un occhio rivolto alla programmazione. Magari affidandosi a progettisti che evitino bocciature come avvenuto purtroppo nel recente passato. È un passaggio fondamentale per le nostre due province, per il nostro unico territorio che non può ancora restare con l’etichetta delle potenzialità non espresse.

In questo anno e mezzo così difficile abbiamo lavorato più volte insieme. – ha continuato la Carasi – La Fai è stata al centro di quella confederalità che porta soltanto benefici ai lavoratori. Lo ha ricordato Sergio: Fai e Cisl sono stati determinanti per la stipula di un accordo per la legalità nei campi. Un’azione decisa contro il fenomeno del caporalato che è stata riconosciuta anche dalla stessa Prefettura di Siracusa.”

La Fai Cisl, con le parole del segretario generale nazionale Onofrio Rota, ha ribadito la centralità della persona, del lavoro e l’ambiente in quel processo di rigenerazione necessario alla ripresa del paese.

Da questi temi parte il nostro percorso congressuale – ha detto in apertura – Parliamo di un territorio che ha enormi potenzialità nell’agroalimentare rappresentando un asset importante per l’economia del paese. La produzione di 575 miliardi della produzione agroalimentare rappresenta un quarto del prodotto interno lordo. Parliamo di un settore strategico dove bisogna investire anche gran parte delle risorse del Pnrr. Questi fondi non servono a coprire metaforicamente le buche; noi siamo per far bella l’Italia con interventi di rilancio economica.

E quando abbiamo stigmatizzato la bocciatura dei 31 progetti della Regione in materia di risanamento idro-geologico – ha detto ancora Rota – non lo abbiamo fatto soltanto perché si stavano perdendo risorse importanti, ma perché si uccideva anche quello sviluppo, quella ripartenza che la regione chiede da un punto di vista sia degli assetti del dissesto idro-geologico che di riordino che si stenta a fare sia dell’attività forestale che dell’attività dei consorzi di bonifica.

Il sindacato è in salute ed è centrale in questo momento difficile, come dimostra l’accordo epocale di fine anno sulla forestazione. – ha concluso Onofrio Rota – Le grandi conquiste del secolo scorso vanno adesso reinterpretate e vanno riscritte con gli occhi di questa nuova stagione di impegno sindacale perché assistiamo ad un lavoro sempre più discontinuo, precario con sempre maggiore bisogno di ammortizzatori adeguati a questo tempo. È il tempo della responsabilità e ognuno deve fare la propria parte.”


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