In tendenza

Siracusa, servizio idrico. Il Pd cittadino contro Italia. Romano: “ennesima promessa mancata”. Ma Amenta ammette: “gestione mista, unica soluzione”

All'interno del Pd l'orientamento è sempre stato verso l'azienda pubblica ma non mancavano dubbi e spunti di riflessione sulla realizzabilità della proposta

La gestione mista del servizio idrico fa ancora discutere, stavolta è il segretario cittadino del Partito democratico, Santino Romano, a intervenire. Ma la sua è più una presa di posizione contro il sindaco di Siracusa Francesco Italia, con cui ha rotto da tempo e di cui auspica la fine della sua attività di primo cittadino.

“L’ennesima “promessa mancata” di questa amministrazione comunale è venuta alla luce, anzi trattandosi di acqua sarebbe meglio dire “a galla”. Seguendo lo stile degli ultimi anni il sindaco di Siracusa, oggi nelle vesti di presidente dell’Ati idrico, ha cambiato totalmente indirizzo – dice l’esponente del Pd parlando della scelta sulla gestione mista del servizio idrico con maggioranza pubblica al 51% -. Facendo un salto nel recente passato, quando fu fatta la scelta verso l’azienda pubblica furono convocati i partiti che sostenevano allora l’amministrazione, il partito democratico fra questi. Furono forniti una serie di dati con l’impegno di incontrarsi a breve per discutere tutti gli aspetti. Pochi giorni dopo apprendemmo dai giornali che la scelta dell’amministrazione era ricaduta sull’azienda pubblica.

All’interno del Pd l’orientamento è sempre stato verso l’azienda pubblica ma non mancavano dubbi e spunti di riflessione sulla realizzabilità della proposta. “Quella che è venuta meno – ancora Romano – è stata la discussione alla quale si è preferita una scelta monocratica che nel metodo ha determinato aspre polemiche, tutti i dubbi che oggi hanno spinto alla revisione di quella scelta erano stati posti dal partito democratico che si era detto pronto a trovare soluzioni pur di mantenere la scelta della gestione pubblica che ad oggi per noi è e rimane l’unica strada percorribile. Nessuna nuova urgenza o nuova problematica rispetto ad allora e quindi c’è da chiedersi come mai nel frattempo l’Ati non abbia sollevato la necessità di una revisione”.

Per questo Romano si dice favorevole a un incontro con le altre forze del centro-sinistra (Lealtà e Condivisione, Movimento 5 Stelle, Sinistra Italiana, Articolo 1, Unione Popolare, Pci ed Europa Verde – Verdi già intervenuti in merito), considerati alleati naturali in vista delle prossime elezioni amministrative. E coglie l’occasione per invitarli, sin da subito, a un tavolo aperto di discussione per affrontare insieme questo e altri temi come rifiuti e tributi, fondamentali per il futuro della città.

Se la posizione di Romano è comunque ormai contraria – quasi a prescindere – a quella del sindaco di Siracusa, è comunque vero che all’interno dell’Ati ci sono anche il presidente provinciale del Partito democratico nonché sindaco di Canicattini, Paolo Amenta, e il primo cittadino di Carlentini e candidato alle Regionali con il Pd, Giuseppe Stefio.

Amenta, sentito sull’argomento, ammette che alle condizioni attuali, per garantire coperture finanziarie, non è possibile andare avanti con la gestione pubblica. E cita un esempio lampante: il Libero consorzio praticamente immobile perché privo di coperture finanziarie. “E le banche non vogliono fare nemmeno da tesoreria per i Comuni, non ritenendoli affidabili – dice – Canicattini potrebbe gestire il servizio idrico in autonomia, io non ho esigenze di entrare nell’Ati e potrei gestirla autonomamente, ma non rientro nelle ipotesi previste per la gestione autonoma. La Regione ha drasticamente ridotto i trasferimenti, lo Stato ancora di più e i cittadini non riescono o non vogliono pagare le tasse. I Comuni sono in sofferenza, dal punto di vista economico e di risorse umane. Molti Comuni, quindi, non hanno la possibilità di anticipare i soldi per il primo anno e allora privatizzare no, ma la soluzione mediana è scaturita dal tempo in cui viviamo. L’acqua è pubblica e deve rimanere tale, io ero per la gestione interamente pubblica, ma fare l’amministratore di una società consortile, senza soldi, è impossibile”. 


© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni
Stampa Articolo


© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni