Una professione imparata a Roma, da un’amica italiana, quando lei è arrivata da Bucarest con la valigia di cartone e tanti sogni dentro. E’ arrivata con la famiglia più di 6 anni fa. Ha lasciato il suo Paese per cercare un futuro migliore in Italia.
Storie di ordinaria povertà, dove fino a 60 anni fa eravamo attori principali, ora solo spettatori.
Ogni mattina prende la littorina Rosolini-Siracusa (tre euro a andare e tre euro a tornare, il costo del biglietto) poi a piedi raggiunge via del Collegio, dove all’aria aperta sovrappone ai suoi abiti il delicato abito grigio da damina, si dipinge il viso di grigio e lo incornicia con una voluminosa parrucca, anch’essa grigia. Un vestito importante, in setone ricoperto di merletti in tinta, trasformano la piccola Claudia dai denti d’oro, in una dama d’altri tempi, un mimo che sorride a tutti i passanti, anche a quelli che non lasciano nulla nella cassettina dell’obolo quello che lei non sollecita mai.
Una rosa rossa nelle mani “inguantate” ed intorno a lei un’aria di accattivante accoglienza. E’ un personaggio che fa parte della vita di Ortigia, di quella variegata umanità che vive nella millenaria isola. Tutti si sono abituati alla sua presenza mattutina costante e senza defezioni.
Claudia Ion, 19 anni, un figlio di due, un marito rumeno che lavora in una macelleria a Rosolini e la mamma che le tiene il bambino, fa i salti mortali per contribuire ogni giorno al mantenimento della sua famiglia.
Prima di riprendere la sua attività di mimo imparata a Roma, ha lavorato in un bar a Rosolini. Tante ore di lavoro per pochissimi euro, non ce la faceva a far quadrare i conti, poi la decisine di tornare “nell’arte” ed ora è parte integrante della vita quotidiana di Ortigia.
di Giangiacomo Farina
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