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Siracusa, Sigilli a un cantiere in viale Scala Greca: i lavori per l’impianto sportivo avviati senza autorizzazione

Il Tar ha negato la sospensiva ma non ha ancora discusso la causa nel merito e così l'associazione ha deciso di tagliare la testa al toro e di iniziare ugualmente l'impianto, senza passare da Comune o Genio civile. Da qui il sequestro eseguito dai tecnici dell'ufficio repressione abusivismo edilizio, su ordine del dirigente del settore Urbanistica

Giustizia troppo lenta, via libera fai da te. Oggi i tecnici dell’ufficio repressione abusivismo edilizio, su ordine del dirigente del settore Urbanistica, hanno sequestrato un cantiere che da qualche giorno aveva iniziato i lavori per la realizzazione di un centro sportivo in viale Scala Greca.

Un’opera avviata senza alcun titolo edilizio, ma l’impresa è riuscita a realizzare i pali dell’illuminazione, cordoli di perimetrazione dell’area e scavi di fondazione prima di essere fermata. L’intenzione, da almeno 4 anni a questa parte, è di realizzare una struttura sportiva all’avanguardia in centro città. Solo che il terreno su cui costruirlo era stato praticamente “donato” dal Comune a un privato e le polemiche che sono seguite portarono allo stop dell’iter. La notizia uscì in anteprima sul nostro giornale alla fine del 2013 poi il silenzio assoluto per mesi fino a quando la politica locale si accorse di quanto stava accadendo e sollevò il polverone a cui si aggiunsero altre polemiche.

L’area in questione è di circa 10.000 mq su viale Scala Greca, di proprietà del Comune, che l’avrebbe data in gestione per la durata di quindici anni rinnovabili per altri 15, a un canone di 260,42 euro al mese, ovvero 3.150 l’anno. Solo dopo la denuncia dell’ex deputato Roberto De Benedictis l’amministrazione Garozzo decise di muoversi con la revoca in autotutela della vecchia delibera di Giunta del dicembre del 2012 che prevedeva la concessione in diritto di superficie di aree per la realizzazione di impianti sportivi.

In pratica, per realizzare una nuova strada di collegamento tra via del Porto Grande e via Perasso (arteria che ora sembra non verrà più realizzata) la precedente amministrazione pensò di ”risarcire” il precedente utilizzatore dell’area, comunque appartenente al dopolavoro ferroviario: l’associazione centro sportivo Epipoli che gestiva il campo del porto. Il Comune, così, stipulò una convenzione con il privato che presentò al settore Urbanistica un progetto che prevedeva campi di calcio e altre attrezzature funzionali.

Dopo la richiesta di revoca della concessione, l’allora dirigente del settore Urbanistica Emanuele Fortunato negò il rilascio della concessione edilizia per la realizzazione dell’impianto sportivo e l’associazione propose ricorso al Tar chiedendo la sospensiva e il successivo annullamento del provvedimento di diniego del dirigente. Il Tar ha infine negato la sospensiva ma non ha ancora discusso la causa nel merito e così l’associazione ha deciso di tagliare la testa al toro e di iniziare ugualmente l’impianto, senza passare da Comune o Genio civile e da qui i sigilli.


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