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Siracusa, tira con l’arco e sogna di diventare un campione paralimpico: la storia di Martino

Martino si allena, insieme con i suoi compagni, nell'ex scuola Chindemi di via Algeri

“Ma tu, che credi di non essere capace, hai mai provato? Te lo dico perché altrimenti non puoi pensare di non riuscirci. E hai perso in partenza”. Lo dice mentre tiene in mano il suo arco, pronto per tirare, con lo sguardo fiero, la parlantina e quella scintilla negli occhi, tipica dei bambini. Si chiama Martino Amitrano, ha 9 anni, la mattina va a scuola e il pomeriggio fa tanto sport. Nonostante quella sedia “super tecnologica”, come lui stesso chiama quel “mezzo speciale” che lo aiuta a muoversi giornalmente.

Ma quella carrozzina non è certo un limite perché la sua personalità, nonostante la giovane età, è molto più forte di quello che agli occhi degli altri potrebbe sembrare un muro invalicabile. Una barriera che agli occhi dei più piccoli non esiste. E lo confermano i compagni di allenamento di Martino: tutti insieme a giocare, scherzare e tirare con l’arco.

Adesso è il suo turno: colpisce la parte in blu, un po’ lontano dal centro. Ma è troppo determinato per arrendersi, soprattutto agli occhi del cronista, che lo incontra quel pomeriggio per la prima volta. Scocca una nuova freccia: centro.

“Bravo!”, esulta una bambina con un caschetto biondo.

“Sai, inizialmente non riusciva a prendere in mano l’arco quando è arrivato qui”, dice l’allenatore Ignazio Arena associazione arcieri apple club, che si occupa di tiro con l’arco e che adesso allena i ragazzi nell’ex scuola Chindemi in via Algeri alla Mazzarona. Quella struttura che le istituzioni della città puntano a far diventare presidio di legalità in un quartiere periferico, protagonista molte volte delle pagine di cronaca locale.

Quella scuola, quel quartiere, quello sport che, come spiega la mamma di Martino, “è il più inclusivo di tutti”… ecco: probabilmente è questo che rimane di un pomeriggio di tiro con l’arco con i baby arcieri in via Algeri. La sensazione che lì, in periferia, tra i bambini, dove non esistono barriere, il possibile possa diventare realtà.


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