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Siracusa? “Un Paese Per Vecchi e Il Comune Aumenta Le Tasse”

“Caro direttore,
Le scrivo per raccontarle la mia Siracusa dal punto di vista di chi è tornato in patria.

Ho studiato tanti anni fuori dalla nostra splendida città, ho finito l’università a Milano e adesso sono tornato a Siracusa per trovare lavoro qui in Sicilia. Anche se sono a conoscenza della difficile situazione lavorativa, ho raccolto la sfida di ritagliarmi un futuro nella terra della magna Grecia.

Ovviamente come tutti i ragazzi, e per ragazzo intendo fino a 40 anni, la sera ho il piacere di uscire con gli amici per girare i locali di Ortigia e fuori Ortigia.
Mi chiedo spesso una cosa, ma questa è una città per vecchi? Avendo conseguito la tesi di laurea in “l’economia che vive di notte”, per mia curiosità personale, ho passato un paio di settimane a chiedere in giro il motivo della semi paralisi di vita notturna.

Faccio una premessa che riguarda l’università: la mancanza di un grosso bacino di studenti non permette un gettito economico tra le attività commerciali, diurne e notturne a Siracusa.

Detto questo, ho scoperto che l’amministrazione comunale non ha ben chiara l’idea di cosa deve essere Ortigia e le zone limitrofe. Forse prima di rilasciare licenze e suolo pubblico, chi governa Siracusa, dovrebbe decidere se far essere la stessa un polo di attrazione o un “Centro Geriatrico”.

Vi seguo da molto tempo, e ho letto più volte di “turismo culturale”, ma mi chiedo nuovamente: se non mettiamo i nostri cittadini nelle condizioni di spendere i soldi nella nostra micro economia, con quali mezzi dovremmo accogliere lo straniero?
Non si può vivere di sovvenzioni pubbliche, vanno aiutate le piccole imprese, che queste siano delle botteghe o dei pub.

Ricordo l’operazione del sindaco Bianco a “Catania”: il comune si assumeva tutte le “scartoffie” per far aprire locali notturni. In Ortigia invece le licenze non vengono rilasciate da anni, e si fa in tutti i modi per far chiudere le attività che esistono.

Vorrei chiedere al Sindaco Visentin, se si rende conto che il futuro della città è in mano ai giovani che hanno bisogno di scambiare culturalmente i propri punti di vista, considerando il fatto che i locali notturni sono rimasti gli unici centri di aggregazione della nostra società.

O forse è meglio lasciare a casa la gente davanti Sky o Face book per comunicare con un simile?

Ma se ciò accadrà poi chi pagherà le tasse, il suolo pubblico (che avevano aumentato del 400%, poi ritirato per la cifra assurda, ma verrà ripresa il prossimo anno), la tarsu e tutte le tasse di cui si “fagocita” la stessa macchina comunale? bisognerà assumere altri vigili per multare più gente, portando solo frustrazione e rabbia repressa.

I giovani sono una risorsa importante e non un fastidioso elemento di disturbo della quiete pubblica.

Un vostro affezionato lettore.


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