Visibilmente emozionato, anche se il politico in questione è navigato. Sicuro dei propri mezzi, e non potrebbe essere altrimenti dopo oltre 30 anni di vita da amministratore locale. Ferdinando Messina è ufficialmente il candidato del centrodestra, indicato durante il tavolo dei coordinatori regionali del centrodestra, in vista delle elezioni amministrative di maggio.
Nel corso della riunione è stata ribadita la volontà di “comporre un quadro armonioso tra i partiti del centrodestra e arrivare a una sintesi politica unitaria che rispetti la dignità politica di tutte le componenti e vada oltre le amministrative, con una visione strategica della politica in Sicilia”. E quindi si è trovata la convergenza su Trapani (Maurizio Miceli, FdI), Ragusa (Giovanni Cultrera, Civico) e Siracusa proprio con Messina, Forza Italia. Emerge la totale assenza di Lega e Popolari e Autonomisti, così come la Dc (anche se in quota minoritaria), in attesa di Catania su cui si spera di trovare la quadra mercoledì prossimo.
Ferdinando Messina: è il candidato del centrodestra. Lo ha stabilito il tavolo regionale, partiva da favorito. Si sente pronto?
“Sono frastornato e travolto da tanti messaggi e telefonate arrivate subito dopo il tavolo regionale. Per un amministratore come me, che ha iniziato nel 1990 facendo il consigliere di circoscrizione, questo è il sogno più grande, l’aspirazione più importante che si possa raggiungere. Certo, ci troviamo in un momento in cui la città chiede un ricambio e una sterzata dopo 10 anni di centrosinistra. Rappresentiamo un modo diverso di interpretare esigenze e bisogni della popolazione”
Come accaduto nel centrosinistra con Renata Giunta, anche nel suo caso ci sono dubbi non tanto sulla sua capacità politica ed esperienza quanto sulla tenuta della coalizione sul nome del candidato.
“Questa soluzione, travagliata, mi ha visto sempre neutrale. Ed è frutto di partecipazione e volontà del territorio e regionali. Ringrazio la deputazione regionale e nazionale che ha compreso la possibilità della mia candidatura e ai partiti e alle altre forze politiche anche non rappresentate che hanno condiviso il mio nome. Io mi auguro di parlare con tutti, con le forze del centrodestra e delle liste civiche. La mia deve essere una candidatura che coinvolga e renda partecipe la pluralità del centrodestra e della città”.
Intanto si registra la prima défaillance, forse attesa. Bandiera ha già deciso di autosospendersi e lasciare Forza Italia. E di guardare altrove.
“Non ho incontrato Edy negli ultimi giorni, proverò a incontrare lui come tutti. Evidentemente le decisioni subiscono contraccolpi, ma spero che il mio animo democristiano, che corrisponde a quello di Edy, possa addivenire a una soluzione che possa consumarsi nello spettro regionale e nazionale. È un problema interno a Forza Italia. Sono sicuro di poter trovare una sintesi, il tempo per la presentazione delle liste c’è, possiamo chiarire e tentare di rientrare in un fronte comune”.
Li abbiamo definiti i 4 dell’Apocalisse (del centrodestra). Oltre a Bandiera, ci sono anche Cafeo, Bonomo e Vinciullo. Li considera già altrove o in coalizione?
“I 4 fanno parte della coalizione di centrodestra, poi possono anche non condividere la mia candidatura ma tale rimane la loro collocazione. Sono stati candidati alle Regionali nel centrodestra, a loro riconosco capacità politica, visione ed esperienza. Le posizioni non sono definite e non possono condizionare la mia opinione, positiva, nei loro confronti”.
Auspica quindi di averli nella stessa coalizione?
“Non solo. Mi riservo di parlare con gli amici di Forza Italia e del centrodestra e ogni singola persona, anche aprendo alle liste civiche. È giusto che la coalizione si presenti unita. Ci sono liste civiche importanti che sarei onorato e avrei il piacere di condividere. Adesso però non voglio più parlare di coalizione e alleati ma dei problemi della città, che conosco da anni perché abitata o frequentata”.
C’è la possibilità di allargare ad altre liste civiche, quindi. Sul suo nome o sarebbe disposto a un passo di lato?
“Non devo fare alcun passo, né avanti, né di lato, né di dietro: non mi sono autocandidato. La mia è una candidatura scaturita da un tavolo regionale di una coalizione di centrodestra. Se si determina in maniera diversa, non sarò io a fare un passo indietro, ma se il centrodestra ha preso tanto tempo è perché voleva essere sicura della decisione e non credo che torni indietro. Non penso che commetta un autogol”.
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