Quattro liste a supporto (Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Renata Giunta sindaco e Lealtà & Condivisione) per centrare l’obiettivo: quello di diventare sindaco di Siracusa. Renata Giunta è la candidata alla poltrona di primo cittadino della coalizione progressista (centrosinistra) e abbiamo voluto risentirla in vista del confronto dal Teatro Comunale di Siracusa il prossimo lunedì 22 maggio dalle 20.30 in diretta streaming su tutti i nostri canali social. Nei giorni scorsi, dopo la presentazione delle liste ha reso noti i nomi dei primi assessori che nel dettaglio saranno: Glenda Raiti (avvocato), Diletta Piazzese (legale esperto in diritto civile e amministrativo), Marco Monterosso (dirigente Pd Siracusa), Carlo Gradenigo (imprenditore), Giuseppe Mirabella (esperto in materie ambientali) e Paolo Ficara (ex parlamentare nazionale). In questa prima fase di campagna elettorale la candidata del centrosinistra si sta molto concentrando sull’esigenza dei piccoli, ma necessari, interventi per il decoro urbano.
“Siracusa operosa”, “Siracusa consapevole” sono alcuni degli slogan da lei usati fin qui ponendo l’accento su quelle che sono le piccole cose. Ma come Renata Giunta immagina Siracusa da qui ai prossimi 5 anni?
“È importante dare una visione alla città. Questo vuol dire mettere in pratica politiche oltre a una buona azione amministrativa e per farlo ci vuole metodo. Un metodo frutto di quella che è la mia esperienza professionale con le politiche comunitarie che propone di fornire delle strategie.”
Parlando di strategie, lei ultimamente ha posto il punto sul centro storico e sulla cattiva gestione dello stesso, con una scarsa armonia tra residenti e gestione turistica del centro storico.
“Premetto che è necessario far differenza tra tattica e strategia. La strategia ha una visione di medio lungo termine, mentre la tattica ha effetti immediati. Io penso che sulla gestione di Ortigia ci sia stata molta leggerezza. Con la questione Covid l’azione che voleva aiutare commercianti e ristoratori a distanza di tempo si è rivelata purtroppo una grande causa di caos che in primis non piace ai turisti. E questo è tema non solo di ordine ma anche di legalità e Protezione Civile.”
Andando a guardare le sue liste abbiamo notato che non tutte sono complete con i 32 candidati. È una scelta o avete riscontrato un’oggettiva difficoltà nel far avvicinare le persone alla politica e nello spendersi attivamente in politica?
“Non posso negare che c’è una oggettiva difficoltà nel far avvicinare le persone alla politica e le ultime regionali di Lazio e Lombardia ne sono ulteriore testimonianza. Noi dopo due anni di Covid e dopo l’assenza di Consiglio comunale credo che i siracusani abbiano pensato che della politica se ne possa fare a meno. Questo perché nei momenti di bisogno non hanno trovato nelle istituzioni e nella politica un conforto. Noi abbiamo composto le liste per come è stato possibile, tuttavia penso che la coalizione nelle sue 4 componenti abbia liste con personalità di assoluto rispetto. Anche di persone che per la prima volta si avvicinano a una competizione elettorale. Inoltre credo che la qualità e la quantità non sempre debbano andare insieme.”
La domanda nasce spontanea perché fa specie vedere come un partito storico come il Pd abbia una lista con soli 27 candidati.
“Secondo me il Pd ha approfittato di questa tornata elettorale per riorganizzarsi al suo interno. Non è un mistero che gli ultimi anni siano stati pieni di mal di pancia tra diverse correnti. L’ultimo congresso nazionali ha riorganizzato le correnti in due, quella di Elly Schlein e di Stefano Bonaccini. Correnti che però collaborano tra loro.”
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